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giovedì, Nov 14

La prima puntata di The Mandalorian sembra mettere tutti d’accordo


Esordio negli Usa su Disney + con il primo episodio. Atmosfere Western e rimandi al “vecchio” Star Wars (quello pre Jar Jar Binks, per intenderci), la serie vuole riunire diverse generazioni di fan. E forse ci riesce

Ieri Disney+ ha debuttato negli Stati Uniti, Canada e Olanda con un ampio catalogo ricco di grandi classici, ma soprattutto col suo pezzo da 90: The Mandalorian, una serie tv che racconta le avventure, appunto, di un cacciatore di taglie mandaloriano, ovvero una sorta di Boba Fett, interpretato da Pedro Pascal che però non è Boba Fett (almeno per adesso).
The Mandalorian è ambientata tra Il ritorno dello jedi e Il risveglio della forza, racconta quindi di ciò che resta dell’Impero Galattico dopo la distruzione della Morte Nera e forse sarà anche l’occasione per spiegare meglio l’ascesa del Primo Ordine, quel che certo è che non è uno show in cui i jedi e la forza avranno un ruolo centrale, anzi, l’ambientazione è qualcosa che sta a metà tra la ruvida realtà di Rogue One, con i suoi personaggi disposti a uccidere senza tanti problemi, e le atmosfere western di Solo.

Atmosfere western che sono assolutamente confermate dall’incipit del primo episodio, condiviso a livello mondiale da Disney per ingolosire tutti quelli che ancora non lo hanno potuto vedere legalmente. Possiamo vedere il mandaloriano entrare in una locanda che ricorda tantissimo la cantina di Tatooine, ma non siamo su Tatooine, inquadrato come se fosse il Monco di Per qualche dollaro in più: stesse movenze misurate, stessa poca voglia di parlare, stessa capacità di eliminare chiunque gli si pari di fronte e portare zero il livello delle spacconate di chi pensa di averlo in pugno. Di fatto il personaggio di Pascal è una sorta di Clint Eastwood senza cappello ma con la maschera ancora più fissa delle espressioni dello storico regista e attore.

E a quanto possiamo leggere in giro, il tono western continua nel resto dei 38 minuti della puntata, con sparatorie degne dell’Ok Corrall, cavalcate nel deserto, tagliagole, tradimenti, taglie da riscuotere e uno strano codice d’onore tipico degli antieroi. E se parliamo di Western non possiamo non parlare di Chambara, le storie giapponesi di samurai, ronin e katane che gli Stati Uniti hanno trasformato in cowboy solitari con le loro pistole. Qua di spade laser probabilmente non ne vedremo tante, anzi, zero, ma il finale lascia intravedere qualcosa che ricorda molto Lone Wolf and Cub, storico manga degli anni ’70 di cui non vi riveliamo troppo per evitare spoiler, ma chi ne conosce la trama può aver già intuito dove andremo a parare.

Un altro aspetto che ha esaltato i fan è che The Mandalorian sembra una sorta di Ready Player One dell’universo di Star Wars, in cui ogni inquadratura diventa un gioco di citazioni, rimandi, allusioni e omaggi. Il mandaloriano impugna l’arma che abbiamo visto usare a Boba Fett nello speciale natalizio che lo presentò al pubblico molti anni fa, in alcune scene si intravede una nave vista anche su Jakku in Episodio 7 e poi le razze, i legami narrativi col passato della saga, c’è insomma una duplice nostalgia che piacerà ai fan di vecchia data: quella per il genere Western e quella per la prima trilogia.

Sì perché questo pare senza dubbio un prodotto pensato per fare pace con lo zoccolo duro, quello che ha mal digerito i tentativi di Star Wars di parlare a un pubblico più giovane, uccidendo sistematicamente gli eroi del passato. Qua invece è tutto “come ai bei vecchi tempi”, ma anche nuovo e adulto, è l’unione di uno scenario conosciuto e apprezzato con la scrittura di Dave Filoni che oltre a essersi “fatto le ossa” con le serie animate di Clone Wars e Rebels, che gli hanno permesso di trovare il ritmo giusto per parlare di altro rispetto agli Skywalker, è uno dei più grandi fanboy di Star Wars e la persona giusta per parlare soprattutto dei suoi aspetti più umani, violenti e realistici. Anche l’ironia è dosata col contagocce, niente gag che devono allentare la tensione, zero momenti ridicoli, le battute sono tutte pensate per contribuire a costruire un personaggio di un certo tipo e mantenere alti i livelli di emozione, in totale controtendenza con gli ultimi episodi o con ciò che potreste trovare nei film Marvel.

Inoltre, The Mandalorian è un ottimo modo per aprire al grande pubblico una delle civiltà più interessanti di Star Wars, quella dei mandaloriani, la cui cultura guerriera è stata mostrata già in Clone Wars, ma che merita una trattazione più ampia. Di sicuro qua appare fin da subito evidente che il protagonista è il classico personaggio con cui è meglio non aver troppo a che fare. È sempre mostrato al centro della scena, padrone della situazione, anche nei momenti peggiori. Il risultato finale sembra la versione adulta di quando da ragazzino giocavi con Boba Fett e gli altri personaggi, immaginandoti storie nuove e forse per questo sta piacendo così tanto.

Certo, siamo soltanto al primo episodio, tutto può ancora crollare, ma per adesso godiamoci questo momento in cui gran parte di appassionati e delusi sembrano tornati a sperimentare un’emozione di puro godimento, una sorgente di esaltazione che sgorga sui social. Una soddisfazione che forse potrebbe anche giocare contro Episodio IX, che uscirà quando la serie sarà entrata nel vivo, perché non sarà di sicuro sullo stesso tono narrativo.

Ma in fondo il messaggio che vuole veicolare Disney è anche questo: c’è un po’ di Star Wars per tutti, per chi vuole emozionarsi per la prima volta con personaggi nuovi e per chi invece vuole rivivere quelle sensazioni in una Galassia lontana lontana e ricca di storie differenti.

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