Seleziona una pagina
martedì, Ott 15

La sfida in tv tra Renzi e Salvini è più wrestling che pugilato


Stasera l’appuntamento a Porta a porta per un confronto in ritardo di almeno un anno e mezzo, con due leader dimezzati che non hanno nulla da perdere e poco (di costruttivo) da offrire

(Foto Fabio Cimaglia-LaPresse)

Diciamoci la verità: ce la stavamo anche per scordare, questa sfida televisiva un po’ fuori tempo massimo. O meglio, fra un leader che ha smarrito il feeling col paese, Matteo Renzi, e un altro che ha smarrito il Paese proprio per seguire quel feeling, Matteo Salvini. Con la scommessa, fallita, di passare subito all’incasso ma la speranza, fondata, di tornare presto al voto e portare a casa quel 33% che di nuovo un sondaggio (Swg per TgLa7) torna ad attribuire alla Lega. Contro, per inciso, il 5% abbondante di Italia Viva, il nuovo partito dell’ex premier, proiettato nel giro di poche settimane a superare la cadaverica Forza Italia.

Un’ora e quindici minuti di confronto-scontro fra i due Matteo dalla vetrina di Porta a porta orchestrata, come sempre, da Bruno Vespa. Sull’onda dei rispettivi appuntamenti del fine settimana: la decima Leopolda che terrà ufficialmente a battesimo Italia Viva per l’ex sindaco di Firenze, la manifestazione di piazza contro il governo al quale si è accodato perfino Silvio Berlusconi a Roma per il capo del Carroccio. In mezzo c’è la manovra economica, il percorso effettivamente contorto che sta assumendo la sua gestazione, la revisione di strumenti come quota 100 pure messa in cantiere e un esecutivo, il Conte Bis, nato appena un mese fa dal patto fra due forze che, fino a un minuto prima, si sputavano addosso come non ci fosse un domani. E che oggi, dopo l’accordo sulle regionali umbre, prospettano addirittura un’alleanza locale per ogni tornata amministrativa.

Lo spettacolo, tuttavia, sarà noioso perché è già scritto: Renzi è il re dello svicolamento e dell’alambicco zelante, Salvini combatte in modo assai più grezzo ma potente, dritto alla pancia della gente. Salvo poi ritrarsi spesso dietro il vuoto retorico e di argomenti, e quindi giocarsi molto di quell’energia in una continua “exit strategy” dai temi caldi. Entrambi, pur se con proporzioni diverse, godono di una “fanbase”, chiamiamola così, scatenata ma patiscono anche l’indifferenza e perfino il disprezzo di ampie fasce degli italiani. Che a loro attribuiscono gran parte delle responsabilità degli ultimi anni e delle difficoltà: ciascuno con la propria ragione in tasca, giusta o sbagliata, gonfiata dalla fake news o fondata che sia.

Dai disastri di Banca Etruria e dintorni ai 49 milioni di finanziamenti pubblici scomparsi, dalla responsabilità per le feroci politiche migratorie dei decreti sicurezza che nessuno sembra voler cancellare al Jobs Act. Renzi, soprattutto, ha pagato in modo quasi fatale il caos seguito al fallito referendum costituzionale del dicembre 2016: mostra oggi valori di gradimento presso l’opinione pubblica davvero miserevoli. Ma ha per le mani una nuova creatura, per ora tutta parlamentare, a cui dare vita: una delle cose che gli riescono meglio.

Dunque jab, dritti, ganci e montanti (verbali, s’intende) non mancheranno. Molto, come sempre, dipenderà dalle domande. Nella prima mezz’ora solo quelle di Vespa, poi altri giornalisti. E speriamo in una buona prova di giornalismo. Ma sarà più un’esibizione di wrestling che di boxe: nessuno dei due ha più responsabilità di governo dirette, non può promettere nulla e d’altronde non ci sono elezioni dietro l’angolo. Somiglia insomma a una resa dei conti fortemente in ritardo sui tempi delle istituzioni (si sarebbe dovuta tenere un anno e mezzo fa, prima del 4 marzo 2018), che tuttavia non potrà che seguire un canovaccio già scritto di accuse reciproche più o meno motivate verso l’obiettivo comune Giuseppe Conte. Per Salvini è il traditore – quando in realtà l’unico a tradire è stato lui, e gli è andata male – per Renzi un utile inquilino a tempo, da prendere a pugni senza mandarlo k.o., giusto il tempo di organizzare il suo nuovo partito. Visti i presupposti, difficile aspettarsi qualcosa di più inutile per gli italiani.

Potrebbe interessarti anche





Source link