Seleziona una pagina
martedì, Mar 16

La sfiducia nel vaccino di AstraZeneca rischia di causare altre vittime



Da Wired.it :

Anche se i dubbi sulla sicurezza dovessero essere fugati, il disastro comunicativo delle istituzioni potrebbe spingere molte persone a non vaccinarsi, aggravando il bilancio della Covid-19

E adesso chi si fiderà più del vaccino AstraZeneca? L’improvvisa sospensione delle somministrazioni in Europa si abbatte come un macigno su una campagna vaccinale che già zoppicava e ora potrebbe indurre molte persone a rifiutare il vaccino esponendosi al rischio di un’infezione che nel mondo ha già fatto oltre due milioni e mezzo di morti. Inteso: di fronte al sospetto di gravi reazioni avverse – seppure ancora tutte da dimostrare – indagare a fondo è doveroso e sacrosanto. Il problema è semmai come è stato raccontato quel che è successo, con alcuni giornali che hanno soffiato sul vento della paura, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che in meno di ventiquattrore è passata dal biasimare un “ingiustificato allarme” all’annunciare senza altre spiegazioni la sospensione del vaccino, fino all’imbarazzante silenzio del governo, che ci ha lasciato senza informazioni affidabili e coerenti, finendo così per amplificare l’incertezza. In una parola, l’ennesimo disastro nel disastro, dovuto a una comunicazione istituzionale inadeguata.

Tanto che per capire cos’è successo ieri siamo costretti a rifarci alle ricostruzioni giornalistiche, secondo cui la decisione congiunta di sospendere le vaccinazioni con AstraZeneca in attesa di un verdetto dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema), atteso per giovedì, sarebbe arrivata dopo le pressioni esercitate dalla cancelliera Angela Merkel sugli altri governi europei. A lanciare l’allarme era stato il Paul-Ehrlich-Institut, l’ente regolatorio tedesco, segnalando sette casi di una rara forma di trombosi venosa, tre dei quali purtroppo con esito fatale, osservati in donne di giovane età a cui era stato inoculato il vaccino di AstraZeneca.

Al momento non c’è alcuna evidenza che questi e altri episodi analoghi segnalati alcuni giorni dopo la somministrazione siano stati causati dal vaccino: il numero di casi emersi finora – una trentina in tutta Europa su circa 5 milioni di vaccinazioni – non sembra infatti discostarsi da quello che si osserva normalmente nella popolazione. Ma per fugare ogni dubbio si è invocato ugualmente il principio di precauzione, come è giusto che sia. Del resto, la possibilità che distribuendo il vaccino a milioni di persone potessero emergere eventi avversi rari non era affatto da escludere, ed è per questo che esiste la farmacovigilanza. Insomma, il monitoraggio a garanzia della nostra sicurezza funziona.

Qual che invece non ha funzionato, ancora una volta, è stata la reazione delle istituzioni che, anziché informare i cittadini in modo trasparente, tempestivo e coerente, si sono rifugiate dietro un atteggiamento paternalistico, limitandosi a chiedere ai cittadini di fidarsi dell’autorità dell’Aifa, senza offrire alcuna spiegazione che potesse dare risposta alle legittime preoccupazioni di tante persone.

Peccato che l’Aifa, che fino al giorno prima aveva sminuito il rischio e stigmatizzato ogni dubbio come allarmismo irrazionale, il giorno dopo ha dilapidato ogni capitale di fiducia contraddicendo se stessa e sospendendo le vaccinazioni con AstraZeneca senza addurre ragioni o evidenze scientifiche che potessero giustificare l’improvviso dietrofront. Ma la fiducia non si può esigerla né imporla, bisogna guadagnarsela. E stare bene attenti a non perderla durante un’emergenza, perché se le istituzioni non sono percepite come una guida affidabile, le persone restano in balia degli eventi, alimentando il risentimento, le paranoie e la riluttanza a collaborare per uscire dalla crisi.

Adesso, persino se l’Ema dovesse chiarire che le trombosi non sono imputabili alla vaccinazione, il clima di sospetto e sfiducia che si è generato potrebbe indurre migliaia di persone – anche tra coloro che si erano prenotati per ricevere la prima dose o erano in attesa della seconda – a rinunciare al vaccino, con il rischio di aggravare il già tragico bilancio della Covid-19.

Purtroppo non sorprende che la comunicazione istituzionale sia incappata nell’ennesima disfatta. Nel nuovo piano vaccinale appena presentato dal generale Francesco Paolo Figliuolo è sparito ogni riferimento sull’importanza di informare i cittadini. Come si può pensare di raggiungere l’immunità di gregge senza tenere conto di quel 14% di italiani che, ancor prima di questa sciagurata vicenda, non aveva intenzione di vaccinarsi, e di un ulteriore 24% che preferirebbe rimandare la vaccinazione? Sono i risultati di un’indagine di Observa in cui emerge anche che l’esitazione di molte persone dipende dall’insufficienza di informazioni sui vaccini contro il coronavirus, giudicate “poco chiare e incomplete” da tre quarti degli italiani.

L’unico modo per convincere almeno una parte degli indecisi è offrire loro le informazioni di cui hanno bisogno. La più grande campagna di vaccinazione della storia avrebbe dovuto essere accompagnata dalla più grande campagna di comunicazione della storia. Invece non ce n’è traccia. È il momento di rimediare perché ne va della vita di tante persone.

Potrebbe interessarti anche





[Fonte Wired.it]