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venerdì, Ago 02

La Siberia sta bruciando come mai prima di oggi


Si stima che siano andati distrutti circa 3 milioni di ettari di foreste, e il fenomeno interessa anche altre zone dell’Artico. Alcuni scienziati e attivisti danno la colpa al cambiamento climatico

(foto: Svetlana PavlovaTASS via Getty Images)

La Siberia sta combattendo da circa due settimane con incendi di dimensioni mai viste prima. Negli ultimi giorni la situazione è diventata talmente grave che è stato dichiarato lo stato di emergenza, il presidente della Russia Vladimir Putin ha mandato l’esercito e persino l’omologo americano Donald Trump si è offerto di fornire assistenza per domare le fiamme. Secondo le autorità, siamo di fronte a una “catastrofe ecologica”.

Le prime stime evidenziano che sono andati distrutti più di tre ettari di foresta ma i danni aumenteranno se non si troverà al più presto una soluzione. Gli esperti sono preoccupati anche perché questo problema oramai non riguarda più solo la Russia: come si può vedere dai satelliti del Nooa, l’agenzia federale americana che si occupa di oceanografia, meteorologia e climatologia, il fumo di questi incendi si è spostato ed è arrivato anche in Canada, in Alaska e in alcune regioni degli Stati Uniti come lo Utah. Il dato è stato confermato anche dalla Nasa.

Una risposta tardiva?

Gli abitanti della Siberia accusano il governo di essere intervenuto troppo tardi, e più di 800mila persone hanno firmato una petizione per chiedere interventi più rapidi ed efficaci.

In un primo momento, gli incendi erano stati sottovalutati e le autorità locali avevano detto che non c’era nessuna emergenza:d’altronde si erano sviluppati in un’area semi disabitata, e non è la prima volta che nella regione, soprattutto d’estate, si verificano eventi del genere.

In poco tempo, però, la situazione è peggiorata e i cittadini di Novosibirsk – la terza città della Russia, che si trova nel sud della Siberia – hanno iniziato a sentirsi male a causa del fumo che si era propagato fino alle loro abitazioni.

Al momento ci sono più di 20 mezzi a lavoro tra elicotteri e aerei ma secondo l’agenzia forestale federale russa, in alcune aree non è ancora intervenuto nessuno. Si sta solo monitorando lo sviluppo delle fiamme.

Qual è la causa degli incendi?

Non si sa ancora cosa abbia causato gli incendi. Il primo ministro russo Dmitry Medvedev giovedì primo agosto ha chiesto alla polizia russa di indagare per verificare se l’incendio sia di natura dolosa e, in particolare, se sia stato appiccato per nascondere qualche attività di disboscamento illegale. Le autorità locali hanno invece dichiarato che la causa di questa tragedia è un fulmine, caduto nella foresta dopo un lungo periodo di siccità.

Gli attivisti di Greenpeace e alcuni scienziati come Mark Parrington dell’Agenzia spaziale europea pensano invece che gli incendi siano almeno in parte dovuti al cambiamento climatico e al fallimento del governo, locale e nazionale, di proteggere le aree verdi.

Come ha sottolineato Claudia Volosciuk, una scienziata dell’Organizzazione meteorologica mondiale, il giugno di quest’anno è stato uno dei mesi più caldi mai registrati, e la temperatura media in Siberia è stata di 10 gradi più alta rispetto alla media.

La Siberia non è l’unico territorio a dover fare i conti con incendi devastanti e senza precedenti. Come si diceva, in questi giorni stanno bruciando anche la Groenlandia, l’Alaska e il Canada. Questi eventi non hanno soltanto spazzato via ettari di foreste, ma hanno anche aumentato le emissioni di CO2. Si stima che tra il primo giugno e il 21 luglio, proprio a causa di questi eventi, siano state diffusi nell’atmosfera circa 100 milioni di tonnellate di anidride carbonica: poco meno di quelle che il Belgio ha emesso in tutto il 2017.

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