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La Silicon Valley è pronta ad andare in guerra

da | Giu 30, 2025 | Tecnologia


Il 16 giugno OpenAI ha inoltre annunciato di aver vinto un appalto da 200 milioni di dollari per sviluppare per conto del Pentagono “prototipi di intelligenza artificiale avanzata per affrontare sfide critiche alla sicurezza nazionale, sia nei domini del combattimento sia in quelli strategico-organizzativi”.

L’ultima Big Tech che si è affrettata a saltare sul ricchissimo carro del Pentagono è Meta, che in partnership con la solita Anduril sta lavorando allo sviluppo dei visori di realtà aumentata destinati all’esercito (nome in codice Eagle Eyes – Occhi d’aquila), nell’ambito di un contratto da 22 miliardi di dollari complessivi, a cui, come accennato, Microsoft aveva dovuto rinunciare a causa dello stop alla fabbricazione di Hololens. Curioso notare come Meta, un paio d’anni dopo aver acquistato Oculus da Palmer Luckey, avesse licenziato quest’ultimo per il suo supporto a Donald Trump durante la campagna elettorale del 2016. Adesso, invece, Luckey e Zuckerberg si fanno fotografare sorridenti mentre progettano visori per soldati americani hi-tech in stile Call of Duty. Un altro chiaro segnale di come sia cambiato il clima politico.

Chiude la nostra rassegna Anthropic, sviluppatore del large language model Claude che il 5 giugno 2025 ha annunciato il lancio di Claude Gov: una versione del suo modello d’intelligenza artificiale progettata specificamente per agenzie militari e d’intelligence degli Stati Uniti. Secondo quanto dichiarato dall’azienda, Claude Gov è già in uso presso le più alte istituzioni della sicurezza nazionale americana, anche se non è stato precisato da quanto tempo o con quali specifici incarichi.

Rispetto alla versione commerciale, Claude Gov presenta guardrail meno rigidi quando si tratta di elaborare informazioni classificate e offre una maggiore comprensione del linguaggio e del contesto operativo militare. Anthropic sottolinea che i modelli sono stati sottoposti agli stessi test di sicurezza delle versioni pubbliche, ma che sono stati adattati per funzioni come l’analisi delle minacce, l’elaborazione di intelligence e altre applicazioni sensibili. Anche se l’uso diretto per la progettazione di armi resta proibito nelle policy ufficiali dell’azienda, è previsto che queste linee guida possano essere modulate a seconda delle missioni e dell’autorità legale dell’ente governativo coinvolto.

Tutti i soldi dei contratti militari

Lo scenario Skynet non si è ancora verificato, ma le intelligenze artificiali sono davvero scese in guerra. Ed era forse inevitabile, considerando i bilanci in profondo rosso di tutte le realtà attive in questo settore e i profitti potenzialmente immensi dei contratti militari statunitensi. Il budget per il 2024 del Dipartimento della Difesa statunitense prevede infatti 315 miliardi di dollari per l’acquisizione di sistemi d’arma (contro i 276 del 2023), di cui circa 40, come spiegato in un recente paper pubblicato da accademici italiani, sono destinati alle tecnologie digitali: 21 miliardi per il cosiddetto C4I (comando, controllo, comunicazioni, computer e intelligence) e altri 18 per la ricerca in intelligenza artificiale, tecnologie spaziali, microelettronica, tecnologie quantistiche e altro ancora.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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