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giovedì, Apr 06

La storia del grande salto: Ben Affleck e Matt Damon ritrovano se stessi e il cinema migliore Wired Italia



Da Wired.it :

Come nei film migliori ognuno può muoversi dentro questi dialoghi e prendere le parti che preferisce. Air – La storia del grande salto è innanzitutto un film scritto benissimo. La sua storia in teoria è molto breve, basterebbero pochi minuti per raccontarla, non ha un intreccio elaborato e non necessita di chissà quanto tempo, ma il film allunga perfettamente tutto con dialoghi che si ascoltano volentieri ad oltranza. Tutti parlano per convincere gli altri, convincere i capi della Nike a puntare su Jordan, convincere l’agente di Jordan, convincere la madre ad ascoltare la proposta della Nike e poi convincere lui. Infine a sorpresa sarà la signora Jordan a dover convincere di qualcosa la Nike. Un film di parola scritto magistralmente e chiaramente anche recitato alla grande. Perché è esattamente lì, in quella recitazione, che Air si gioca la sua complessità e non essere solo l’esaltazione dell’impresa della Nike, negli occhi determinati, nei grandi discorsi e nell’ossessione del venditore da cui sembra dipendere una vita intera.

Lungo il film i personaggi si urlano addosso, litigano, poi scherzano, si vogliono un po’ bene e si stimano ma anche si detestano come in qualsiasi clima teso di lavoro, tutto intorno all’idea di uno di loro che Michael Jordan sarà un grandissimo atleta, uno come non ce ne sono mai stati. Bisogna accettare il fatto che in Air tutti sembrano essere certi del futuro che verrà in una maniera anche troppo precisa, ma una volta passati sopra a questo ci si trova davanti ad uno dei film più seri e ponderati sul capitalismo nella sua versione più esaltata, quello degli anni ‘80, dentro una delle aziende più importanti e (all’epoca) in crescita d’America. Il simbolo di una certa idea di successo raccontato attraverso la vera arte di queste compagnie: la capacità di convincere.

Courtesy of Prime Video



[Fonte Wired.it]