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venerdì, Mar 06

La storia infinita e gli altri cult in grande spolvero



Da Wired.it :

Da qualche giorno il super classico della cinematografia anni ’80 è disponibile su Netflix. Per fortuna non è l’unico. Qui gli altri 9 capolavori (da Beetlejuice – Spiritello porcello a Blade Runner), in rigoroso ordine sparso

Dal 1° marzo, sul catalogo di Netflix, è disponibile La storia infinita, uno dei più grandi classici della cinematografia anni ’80. Nonostante esistano (chi scrive è testimone) Millennials che, vedendo la terza stagione di Stranger Things non hanno colto il riferimento al film, il resto del mondo è in grado di riconoscere i cult entrati nella cultura pop(olare). I Goonies, le pellicole di Natale che da decenni infestano la programmazione delle reti Mediaset a ridosso del 25 dicembre (Una poltrona per due o S.O.S. fantasmi), i teen drama di John Hughes come Breakfast Club, i capolavori fantascientifici di James Cameron tipo Terminator e Aliens oppure pietre miliari della comicità quali L’aereo più pazzo del mondo e i geniali Frankenstein jr, Mezzogiorno e mezzo di fuoco o Balle spaziali di Mel Brooks sono ormai patrimonio culturale di tutti. Purtroppo, però, nessuno di questi è reperibile nell’aggiornata libreria di Netflix (o almeno noi non li abbiamo trovati, in caso fateci sapere), mentre lo sono questi altri super mitici che vi elenchiamo, in rigoroso ordine sparso.

1. La storia infinita

Bastian è un ragazzino solitario che si rifugia nel mondo fantastico dell’intrepido Atreiu – il protagonista di un romanzo – e si rende conto, man mano che legge, di fare parte del racconto e di poter cambiare le sorti della narrazione. L’eterea Infanta imperatrice, sovrana del regno di Fantàsia, è la principessa da salvare minacciata dal Nulla. In questa quest pericolosa, l’indomito Atreiu si imbatte in numerose creature che ancora oggi, a più di 35 anni dall’uscita del film, sono riconoscibili dai più, come il saggio e pacato FortunaDrago Falkor. Se non vi bastano due note della colonna sonora del film e in particolare di Neverending Story, la canzone che nel 1984 scalò le classifiche musicali, probabilmente vivete in una grotta (senza wi-fi).

2. Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato

Umpa, Lumpa, dum-pa-di-do”: spesso quando riaffiora un ricordo, questo è accompagnato da un odore o un suono. Nel caso si rammenti un film, non di rado quel ricordo è associato a un brano della colonna sonora o una canzone, come qui. In questo classico degli anni ’70, per un sacco di tempo inamovibile dai palinsesti natalizi di Italia 1, il miliardario Willy Wonka, geniale e recluso creatore di dolci, va in cerca di un ragazzino degno di ereditare la sua fabbrica di cioccolato e lo fa ideando un concorso – per partecipare bisogna trovare l’ambito biglietto dorato nascosto nelle tavolette di cioccolato Wonka – il cui premio è un tour nei segretissimi laboratori dell’imprenditore. L’entrata in scena del misterioso Wonka che si finge claudicante e poi si produce in una capriola, l’introduzione dei minuscoli Umpa lumpa (gli operai della fabbrica che commentano cantando le lezioni impartite da Wonka), gli egoisti e viziati ragazzini vincitori, le scenografie coloratissime tra cascate di cioccolato e colline di marshmellow, il viaggio psichedelico in traghetto (citatissimo, anche da Marilyn Manson): tutto di questo film è memorabile. Buona parte del marito va anche a Gene Wilder, svitato, nostalgico, poetico (“Noi siamo i creatori della musica, noi siamo i creatori dei nostri sogni”) e discretamente sadico protagonista. A nulla sono valsi i tentativi di remake, anche quello dell’accoppiata Tim Burton/Johnny Depp (no, purtroppo Edward mani di forbice non c’è su Netflix).

3. Beetlejuice – Spiritello porcello 

Beetlejuice, beetlejuice, beetlejuice. Invocare tre volte il nome di questo spirito (il cui nome è, in realtà, quello della stella Betelgeuse) vuol dire farlo a proprio rischio e pericolo. Lo scoprono rapidamente due deliziosi sposi fantasma che si ritrovano la casa “infestata” da una famiglia di vivi nevrotici, chiassosi e deprecabili e cercano in tutti i modi di farli sloggiare. Poco esperti della vita dell’oltretomba – un castello kafkiano di burocrazia fatto di file infinite e moduli da compilare – si affidano proprio a Beetlejuice, sboccata, folle e diabolica creatura in gessato che esorcizza i vivi liberando i morti. Quest’ultimo si produce in ogni genere di dispetto sotto gli occhi prima divertiti e poi atterriti delle vittime, inclusa la diafana figlia goth dei Deetz che vede i fantasmi e parteggia per i Maitland. Memorabili l’esilarante ballo sulle note del calypso Day-O di Harry Belafonte e la prova attoriale di uno scatenato Michael Keatonpartner in crime del regista Tim Burton prima dell’avvento di Depp.

4. Dirty Dancing – Balli proibiti

Nessuno può mettere Baby in un angolo. Se non è una canzone, è una citazione, a saltare alla mente di chi riconosce un film indimenticabile. O entrambi, come nel caso di Dirty Dancing (e della canzone premio Oscar I’ve Had The Time of My Life), innocuo romance a basso budget che fece però breccia nei cuori del pubblico a metà degli anni ’80 e continua a mietere reazioni commosse. Baby è una teenager in vacanza con la famiglia benestante in un villaggio turistico: lei è quella timida e meno bella (la sorella è più disinibita e appariscente) e viene quasi ignorata dal mondo. Ben presto si invaghisce del bellissimo e super sexy (ovviamente, Patrick Schwayze) maestro di ballo della struttura Johnny Castle, il quale oltre a muoversi divinamente, è anche un bravo ragazzo che aiuta la partner e amica incinta. Johnny e Baby finiranno per innamorarsi follemente tra una lezione di mambo e l’altra, e verranno puniti per la frequentazione nonostante il divario sociale, riscattandosi tuttavia con un duetto finale (e relativa coreografia) entrato nella Storia del cinema.

5. Blade Runner

Ok, niente citazione in apertura, tanto l’avete già pensata. Su Netflix c’è il Director’s Cut, una delle numerose versioni di questo film di culto neon noir ispirato a Cacciatore di androidi di Philip K. Dick. In una Los Angeles futuristica (nel 1982, il 2019 lo si immaginava così), dove la pioggia batte incessantemente e le tenebre sono screziate solo da una miriade di luci artificiali, il detective Deckard dà la caccia a quattro “lavori in pelle”, quattro replicanti (ovvero androidi del tutto indistinguibili dagli umani) fuggiti alla schiavitù, per ordine del raccapricciante genio della biogenetica che li ha creati, Tyrell. Deckard li scoverà tutti, dal rude Leon, incastrato dal sibillino test Voight-Kampff, alla tosta spogliarellista Zhora a Pris, l’amante di Roy Batty, l’invincibile e dolente leader dei fuggitivi interpretato dallo strepitoso attore olandese Rutger Hauer. Le riprese del film di Ridley Scott furono perseguitate dalla sfortuna, tra divorzi, malori e incidenti, e i risultati al botteghino fallimentari. Con gli anni, però, Blade Runner diventò un cult, lodato anche per il look ideato da Syd Mead e per le musiche di Vangelis. Di Blade Runner esiste un seguito, Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve, imperdibile sequel che riesce a essere fedele all’originale.

6. Per vincere domani – The Karate Kid

Dai la cera, togli la cera”. Il mito che per diventare grandi atleti, sportivi vincenti e imbattibili esperti di arti marziali passi per la ripetizione all’infinito di esercizi, che apparentemente non hanno nulla a che fare con la disciplina di studio, vanta le sue declinazioni più bizzarre in questo film nel quale Daniel, un adolescente magretto e bullizzato sfida un aggressivo coetaneo esperto di karate dopo aver ricevuto gli insegnamenti del mite maestro Miyagi. Pellicola piena di buoni propositi che insegna la gentilezza e stigmatizza la violenza – specialmente quella insegnata dall’aggressivo istruttore del dojo Cobra Kai , dove si allena l’antagonista Johnny – divenne un cult anche grazie alla parte centrale dedicata ai curiosi allenamenti a cui viene sottoposto il protagonista e allo scontro finale con il calcio della gru. Altro film prodotto con due lire che si attestò come fenomenale successo commerciale e spinse un sacco di ragazzini a darsi alle arti marziali.

7. Una pallottola spuntata 2 e ½ – L’odore della paura

Il primo capitolo in catalogo non c’è ma, per fortuna, il secondo è altrettanto bello. Questo classicone della comicità demenziale realizzato da Zaz, il trio formato di registi e sceneggiatori Jim Abrahams, David e Jerry Zucker, incentrato sull’imbranatissimo e attempato poliziotto Frank Drebin, questa volta indaga le malefatte dei potenti del mondo che basano il loro impero sul petrolio decisi a ostacolare le riforme a favore dell’energia pulita promosse da uno scienziato. Questi, già vittima di attentati, finirà alla mercé di Drebin, che provoca in continuazione incidenti a chiunque lo circondi e che in questo sequel è anche emotivamente prostrato per la fine della sua storia d’amore con l’amata (e gnocchissima) Jane. Ecco la saga che ha consegnato alla memoria dei posteri gag come quella che vedete sopra (anche se è del primo capitolo). Perché non ne fanno più così?

8. Staying Alive

Mentre canticchiate sulle note dei Bee Gees, ricordatevi che questo film, seguito de La febbre del sabato sera, fu diretto da Sylvester Stallone, sei anni dopo il cult che immortalò John Travolta e il suo alter ego danzerino Tony Manero. Qui il re italoamericano della pista da ballo porta il suo fondoschiena di marmo e la sua amabile personalità (si fa per dire) a Broadway, dove tenta la fortuna come ballerino di moderna assieme all’amica/fidanzata Jackie (la divina Cynthia Rhodes, anche in Dirty Dancing) in uno spettacolo ispirato al Paradiso perduto di Milton. Tra ore di prove durissime, l’attrazione/repulsione per la prima ballerina (la ricca e arrogante Laura), i rapporti traballanti con Jackie e un’ambizione che lo divora, Tony impara a controllare il carattere impulsivo e attaccabrighe e alla fine si produce in un’esibizione che, se appena ci capite qualcosa di danza, lascia ancora oggi a bocca aperta per la preparazione fisica sfoggiata da Travolta.

9. Scuola di polizia

Che cosa succederebbe se chiunque potesse arruolarsi nelle forze di polizia, a prescindere dalla preparazione fisica e psicologica? Lo scapestrato Mahoney, la timidissima Laverne, il gigantesco Hightower, il maniaco delle armi da fuoco Tackleberry, la snob Karen sono alcuni dei mitici, strani e simpatici protagonisti di questa serie di film (vanta una mezza dozzina di seguiti) ridicoli e maliziosi, che segue gli sforzi delle reclute di un’accademia di polizia sgangherata guidata dal comandante Lassard e continuamente sabotata dal rigido Harris. La saga lanciò anche Steve Guttenberg (Cocoon) e il modello del comico di bell’aspetto.

10. Arancia meccanica

Dallo smilzo romanzo di Anthony Burgess, grottesca parabola sociale incentrata sugli exploit vandalici del giovanissimo e disturbato Alex e dei suoi drughi (“amici”, il libro è zeppo di neologismi ispirati alla lingua russa che il film adottò), è stato adattato uno dei lavori più celebri di Stanley Kubrick, a oggi annoverato tra i cento seminali della Storia del cinema. L’ultraviolenza perpetrata dagli allegri ragazzotti della periferia di Londra, il celebre look con bombetta, bretelle e anfibi, la cura Ludovico, il Korova Milk Bar, la colonna sonora a base di musica classica ed elettronica di Wendy (ai tempi Walter) Carlos, il tuffo nella pastasciutta, la destabilizzante morale e l’ancor più destabilizzante epilogo sono quanto di più iconico abbia prodotto il grande schermo a oggi e quanto di più indelebile nelle menti degli spettatori.

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[Fonte Wired.it]