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La Striscia di Gaza è finita quasi tutta sotto il controllo di Israele

da | Giu 27, 2025 | Tecnologia


Israele ha chiuso giovedì 26 giugno l’ultimo valico ancora attivo nel nord della Striscia di Gaza, interrompendo l’unica via diretta per far arrivare aiuti umanitari a circa un milione di palestinesi rimasti intrappolati nella parte settentrionale del territorio. La decisione rafforza il controllo israeliano sui flussi umanitari verso un’area in cui, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, l’82% della superficie è già sottoposta a occupazione militare o ordini di evacuazione.

La chiusura del valico di Zikim è stata motivata dalla diffusione di un video in cui si vedono uomini armati a bordo dei camion degli aiuti. Secondo le autorità israeliane, si tratterebbe di miliziani di Hamas intenti a infiltrarsi nella distribuzione. Ma fonti tribali locali smentiscono questa ricostruzione, sostenendo che si tratti di membri di clan gazawi incaricati di difendere i convogli dai saccheggi.

La strategia di controllo dei flussi umanitari

Nella serata di mercoledì 25 giugno il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in una dichiarazione congiunta con il ministro della Difesa Israel Katz, ha ordinato all’esercito di presentare un piano entro due giorni per impedire ad Hamas di prendere il controllo degli aiuti, citando nuove informazioni non specificate che indicavano come Hamas stesse sequestrando aiuti destinati ai civili nel nord di Gaza.

Secondo le ricostruzioni del canale israeliano Channel 12 e del quotidiano Haaretz, la decisione sarebbe arrivata dopo le pressioni del ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, che avrebbe minacciato di abbandonare il governo dopo aver visto il video degli uomini armati sui camion. La Commissione superiore per gli Affari tribali, organismo che rappresenta che rappresenta i clan influenti nel territorio di Gaza, ha dichiarato che le guardie erano state organizzate esclusivamente attraverso l’iniziativa dei clan e che nessuna fazione palestinese o gruppi militanti era coinvolta. Abu Salman Al Moghani, rappresentante della Commissione, ha spiegato al Guardian che i” clan sono arrivati per formare una posizione per impedire agli aggressori e ai ladri di rubare il cibo che appartiene al nostro popolo”.

La Gaza Humanitarian Foundation ha confermato ieri di essere stata l’unica organizzazione autorizzata a distribuire aiuti nella Striscia dopo la sospensione parziale decisa da Israele. Il direttore esecutivo ad interim John Acree ha dichiarato in un comunicato che l’organizzazione ha distribuito 38.880 scatole di cibo in tre dei suoi siti giovedì, contenenti ciascuna cibo secco per 5,5 persone per 3,5 giorni. La fondazione, che ha iniziato le operazioni il 26 maggio, sostiene di aver fornito oltre 40 milioni di pasti e ha ricevuto ieri 30 milioni di dollari di finanziamenti dal Dipartimento di Stato americano. Ma secondo Al Jazeera, almeno 549 palestinesi sono stati uccisi vicino ai siti di aiuti gestiti dalla fondazione dal 26 maggio, con 4.066 feriti e 39 dispersi. Ieri le forze israeliane hanno ucciso 92 persone nella Striscia, di cui 16 che aspettavano aiuti al corridoio di Netzarim che separa il nord dal sud di Gaza.

Il blocco europeo sull’Accordo di Associazione con Israele

La decisione di Israele di chiudere ulteriormente i flussi umanitari verso Gaza ha contribuito ad aumentare la pressione diplomatica sull’Europa, proprio mentre a Bruxelles si svolgeva il Consiglio europeo. Durante l’incontro, il premier spagnolo Pedro Sánchez ha chiesto la sospensione immediata dell’Accordo di Associazione tra l’Ue e Israele. La richiesta si basa su un rapporto dei servizi diplomatici dell’Uepresentato lunedì 23 giugno ai ministri esteri che ha trovato indicazioni di violazioni israeliane dell’Articolo 2 dell’accordo, che stabilisce il rispetto dei diritti umani come elemento essenziale del patto.

Le profonde divisioni europee hanno portato al rinvio di qualsiasi decisione a luglio 2025. Nelle conclusioni ufficiali del Consiglio europeo, i leader si sono limitati a prendere atto del rapporto e hanno invitato il Consiglio a continuare le discussioni nel luglio 2025. La sospensione totale dell’accordo richiederebbe l’unanimità di tutti i 27 stati membri, mentre quella parziale del solo pilastro commerciale necessiterebbe di una maggioranza qualificata. Secondo Euronews, il conflitto Israele-Iran ha rallentato la pressione su Israele, con la Germania che ora appoggia fermamente Israele dopo aver inizialmente sostenuto la proposta di revisione approvata il 20 maggio da 17 ministri esteri su 27.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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