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sabato, Dic 26

la terza ondata come stress test

Da Punto-Informatico.it :

La prima ondata è stata una brutta sorpresa; la seconda ondata è stata una sorpresa ben poco sorprendente; la terza ondata sarà una sorpresa estremamente dolorosa poiché ampiamente prevedibile, ma contro la quale scaglieremo tutto l’entusiasmo delle prossime festività. In tutto ciò si innesta uno strumento su cui molto si è parlato, ma che troppo poco (per colpa o per dolo, ma è ormai inutile tornare sull’argomento) è stato utilizzato: si tratta di Immuni, l’app per il tracciamento dei contagi che potenzialmente molto avrebbe potuto fare per isolare le persone a rischio e limitare l’incedere della pandemia.

Terza ondata come stress test

Concediamo una nuova possibilità a Immuni (l’ultima)? Come più volte ribadito, è ormai inutile tornare su un tema che ha polarizzato fin da subito l’opinione pubblica e arroccato giorno dopo giorno le opinioni su poli divergenti e ormai inconciliabili. Quel che resta da chiedersi, per chi ha conservato un credito di fiducia nei confronti di Immuni, è se ci siano margini per fare un ultimo tentativo prima che la parentesi pandemica (come tutti speriamo) si esaurisca. Valga come laboratorio, se non altro: provare a capire se la logica di Immuni possa funzionare, se possa diventare uno strumento fruibile, dove vada corretto.

Non lo diciamo solo noi: si è posto medesimo dubbio anche Confindustria Digitale che – proprio quando in tanti scrivono l’epitaffio ad Immuni – propone di rilanciare per tentare di risolvere le magagne di sistema e capire se si possa ricavarne qualcosa di più di quanto ottenuto fino ad oggi.

Lo si consideri come uno stress test: chi vuole ancora partecipare scarichi l’app; chi ce l’ha già installata controlli di averla attiva; si provi a trasformare l’orrore di una terza ondata in un mattoncino per capire se le app di contact tracing possano avere un futuro nella lotta contro le pandemie. Da poche ore è attiva peraltro una novità importante, ossia il call center: una spallata al sistema di segnalazione delle positività tramite le ASL (quasi del tutto fallimentare) e un tentativo di rilancio in vista dell’ultima vera chance di Immuni di poter guadagnare un minimo di credito nel novero di questa pandemia.

Tra pochi mesi, anche sulla base dei dati raccolti in quest’ultima fase, si potranno tirare le fila del discorso e capire (al di là di meriti e demeriti) se possiamo disporre di strumenti utili in futuro. Per costruire, invece di gettare i cocci sotto il tappeto.



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