Seleziona una pagina
martedì, Ago 27

La trattativa tra Pd e M5s sembra essersi arenata


I due partiti non riescono a trovare un accordo sulle nomine e sull’eventuale riconferma di Giuseppe Conte come presidente del Consiglio. Che cosa succede adesso?

(foto: Marco Cantile/LightRocket via Getty Images)

Il Partito democratico e il Movimento 5 stelle stanno cercando da giorni di trovare un accordo per formare un nuovo governo dopo la caduta del precedente esecutivo, formalizzata dalle dimissioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Per ora, però, le due parti non sono arrivate a una sintesi efficace e, anzi, diversi segnali delle ultime ore parlano di un’intesa sempre più lontana.

Questa mattina, 27 agosto, fonti della presidenza del Consiglio hanno annunciato che l’incontro che doveva tenersi intorno alle 11 tra le due delegazioni è stato annullato e, almeno per ora, non ci sono nuovi vertici in programma. A quanto è trapelato sugli organi di stampa, il nuovo vertice è saltato perché i due partiti non riescono ad accordarsi su chi debba essere il prossimo presidente del Consiglio. Il M5s chiede che venga riconfermato Giuseppe Conte, e l’ha posto come condizione invalicabile e ultimatum. Il Pd, invece, vuole un governo di svolta all’insegna della “discontinuità”, con persone nuove. “Così non si può lavorare. O si cambia atteggiamento o è difficile. Rivedremo il Pd quando nei loro organi di partito avranno dato l’ok all’incarico a Conte”, si legge in una nota ufficiale diffusa dal movimento di Beppe Grillo poco fa.

I punti di disaccordo

Nella giornata di ieri, il segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti aveva detto ai giornalisti di essere fiducioso, e che il suo partito era vicino a un accordo col Movimento 5 stelle.

A distanza di poche ore, il quadro si è tuttavia ribaltato completamente. La situazione sarebbe peggiorata nella notte dopo un vertice notturno di quattro ore tra Zingaretti, il vicesegretario del Pd Andrea Orlando, il capo politico del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio e il presidente del Consiglio dimissionario Giuseppe Conte.

Secondo alcuni rumor (non sono state rilasciate dichiarazioni), i quattro non sarebbero riusciti ad accordarsi né sul programma politico né sulle nomine. Pare, infatti, che Luigi Di Maio reclami per sé il ministero dell’Interno in modo particolarmente testardo, mentre il Pd vorrebbe un suo esponente anche a capo di quello dell’Economia. Secondo altre voci non confermate, la stessa presenza del capo politico pentastellato nel nuovo esecutivo è motivo di disaccordo (l’ex tesoriere del Pd Francesco Bonifazi ha appena twittato: “Se devo accettare Di Maio al Viminale, per me si può andare a votare subito”), mentre la riforma sul taglio dei parlamentari che il Movimento 5 stelle aveva posto come conditio sine qua non alla nascita del governo all’inizio della trattativa, sembra essere stata accontonata.

Cosa succede ora

Il Corriere della Sera scrive che Giuseppe Conte questa mattina si è recato negli uffici della presidenza del Consiglio, mentre i vertici del Pd si sono riuniti al Nazareno e hanno deciso di rimandare la direzione del Pd, in programma per oggi alle 18, a mercoledì alle 10. Nella sede del partito ci sono, tra gli altri, Andrea Orlando, l’altra vice Paola de Micheli, l’ex ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e l’ex segretario nonché ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina.

Al momento non è ancora possibile escludere che Partito democratico e Movimento 5 stelle riescano a trovare un accordo: il secondo round di consultazioni, infatti, inizierà solo alle 16 di oggi pomeriggio, e i due partiti non incontreranno il presidente della Repubblica Sergio Mattarella prima di domani (28 agosto).

Se Pd e Movimento 5 stelle non riusciranno a trovare un accordo, il presidente della Repubblica darà vita molto probabilmente ad un governo di scopo e convocherà le nuove elezioni. Un’altra alternativa teoricamente sul tavolo è quella di una nuova alleanza Lega Movimento 5 stelle: Giuseppe Conte ha però detto che l’esperienza con la Lega è giunta al termine e e i pentastellati sembrano aver declinato l’offerta della Lega, arrivata per via del ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio, di creare un nuovo governo con Luigi Di Maio premier. Anche per questo motivo, Matteo Salvini ha diradato i rilanci di questa ipotesi, e in una conferenza stampa convocata nella serata di ieri al Senato ha ribadito la sua volontà di tornare alle urne.

Potrebbe interessarti anche





Source link