La violenza di genere riguarda il 31,9% delle donne italiane tra i 16 e i 75 anni. Si tratta di 6 milioni e 400mila donne, più o meno come la popolazione del Lazio e dell’Umbria messe insieme. A dirlo è l’Istat, che pochi giorni fa ha rilasciato i primi dati relativi all’edizione 2025 dell’indagine Sicurezza delle donne, dedicata appunto al tema della violenza di genere. Dati che, uniti a quelli del ministero dell’Interno e dell’Osservatorio sui femminicidi, transicidi e lesbicidi di Non una di meno consentono di inquadrare il fenomeno nel nostro paese in occasione del 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere.
I numeri delle violenze
In attesa del rilascio, previsto per il 2026, dei risultati dell’indagine, la terza dopo quelle condotte nel 2006 e nel 2014, per avere un quadro della situazione è possibile utilizzare i dati relativi alle chiamate al 1522, il numero anti-violenza e stalking, forniti dallo stesso Istituto nazionale di statistica. Il quale nel 2024 ha ricevuto 13.495 chiamate da parte di vittime di violenza, cui si aggiungono 2.115 richieste di aiuto da parte di vittime di stalking e poco meno di 2mila segnalazioni di un caso di violenza. Il 91,4% delle vittime era di genere femminile.
Da sottolineare come il 79,4% degli episodi di violenza sono avvenuti all’interno di un contesto domestico. Delle 16mila violenze segnalate al 1522 nel corso del 2024 per le quali questa informazione è nota, ben 12.730 si sono svolte all’interno della casa della vittima. Sono solo 806 quelle avvenute per la strada.
I femminicidi
Secondo dati del ministero dell’Interno, nei primi nove mesi del 2025 sono state 44 le donne uccise dal partner o dall’ex partner, su un totale di 53 persone uccise da una persona con cui avevano o avevano avuto una relazione. Si tratta dell’83% del totale, una percentuale sostanzialmente costante nel corso degli ultimi anni.
Ma sono stati davvero 44 i femminicidi nel corso del 2025? Secondo l’Osservatorio sui femminicidi, transicidi e lesbicidi di Non una di meno, sono stati 77. Ora, è vero che il movimento femminista e transfemminista ha aggiornato i dati al 21 novembre e non al 30 settembre come il Viminale, ma anche guardando agli ultimi tre anni, il conteggio di Nudm supera sempre quello ministeriale.
Nel 2024, giusto per citare l’ultimo anno, il ministero parla di 62 donne uccise dal partner o dall’ex partner e Non una di meno censisce 99 femminicidi. Ma come è possibile questa discrepanza? Il punto, spiega Donata Columbro, giornalista e autrice di Contare i femminicidi è un atto politico, è che “la definizione di femminicidio è culturale e politica, può cambiare nel tempo e a seconda di chi decide cosa censire come femminicidio. Lo stesso ministero dell’Interno non si prende la responsabilità di fornire una definizione e spiega di non usare la parola femminicidio perché si presta a interpretazione”.
Non si tratta solo di un uomo che uccide la donna che ha interrotto la relazione. “Non una di meno parla di femminicidio anche quando il figlio disabile uccide la madre, che solitamente è quella persona che si prende più cura di lui”. E poi ci sono le sex worker, “uccise in un contesto di potere e di controllo, magari perché si rifiutano di fare qualcosa per cui possono provare dolore, ma sempre in un contesto di sopraffazione”. Ma nel computo potrebbero rientrare anche gli uomini: “in Spagna vengono censiti anche i femminicidi vicari, in cui l’ex compagno uccide i figli comuni o il nuovo compagno”, sempre con l’idea di fare del male alla donna che ha interrotto la loro relazione.
Non si tratta solo di puntualizzazioni statistiche. Una raccolta di dati “simile a quella che si fa nel Regno Unito con la Domestic homicide review”, che unisce centinaia di casi di femminicidio fraccogliendo anche dati sul contesto in cui sono maturati, potrebbe aiutare ad identificare dei pattern. E a cogliere i segnali di allarme che permettano di intervenire a tutela della donna prima che sia troppo tardi.
Il numero unico 1522 e il nostro calcolatore per cercare le strutture
In questo senso, un ruolo importante lo gioca anche il numero anti violenza e stalking 1522. Per quanto solo 2mila delle oltre 17mila vittime di violenza che hanno preso contatto con il servizio nel corso del 2024 hanno poi dato seguito ad una denuncia. In ogni caso, si tratta di un servizio gratuito, attivo 24 ore su 24, raggiungibile sia da rete fissa che mobile che risponde in diverse lingue straniere oltre all’italiano. Per favorire l’accesso al servizio, Wired ha realizzato questo calcolatore, che consente di cercare la struttura più vicina a casa propria:
Per estrarre i dati relativi ai centri antiviolenza è stato utilizzato Claude Opus 4.1. Per costruire il calcolatore è stato impiegato ChatGPT 5.1 Thinking.



