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venerdì, Ago 02

La visita di Scalfarotto a Regina Coeli è una scelta da politico responsabile


Garantire i diritti di tutti è il minimo per una democrazia che voglia dirsi tale, soprattutto quando ci sono precedenti gravi che gettano l’ombra del sospetto sulle forze dell’ordine. Ma per il Pd di Zingaretti, in crisi di identità, evidentemente è troppo

Da qualche giorno il deputato del Pd Ivan Scalfarotto è al centro di una bufera politica. Che ha fatto di così grave? Ha rubato 49 milioni? Ha chiesto soldi a una potenza straniera per la campagna elettorale tramite un collaboratore? Si è servito di mezzi delle forze dell’ordine per far divertire il figlio in un caldo pomeriggio romagnolo? Ha minacciato un giornalista dandogli del pedofilo?

No, niente di tutto questo. Scalfarotto ha solo fatto quello che dovrebbe fare ogni parlamentare. Si è recato al carcere di Regina Coeli per un’ispezione, volta a verificare che i due teenager arrestati per l’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega venissero trattati in un modo consono alla Costituzione italiana. Un atto forse impopolare ma dovuto, dopo la diffusione dell’immagine di uno dei ragazzi ammanettato alla sedia e bendato. Uno scatto che ha fatto il giro del mondo e che ha sollevato diversi malumori sui metodi violenti e intimidatori dell’Arma, di cui si era avuta prova già in passato.

Noi stiamo con i Carabinieri, qualcun altro va a trovare delinquenti” ha scritto Matteo Salvini. Non si può nemmeno dire che il Ministro abbia strumentalizzato la vicenda: per chi negli ultimi giorni ha invocato i lavori forzati e ha fatto allusioni alla pena di morte, i diritti dei carcerati devono essere l’ultimo dei pensieri. Ma le polemiche nei confronti di Scalfarotto sono arrivate anche dal Pd. “Tra Gozi ieri e Scalfarotto oggi vi giuro che stiamo raggiungendo vette di stupidità mai prima conquistate nella politica contemporanea” ha twittato l’onnipresente Carlo Calenda. Il segretario del partito Nicola Zingaretti si è dissociato dall’ispezione in carcere del deputato, così come la parlamentare Alessia Morani, che ha scritto di non essere “proprio” d’accordo con l’iniziativa. Insomma, il Pd ha trovato un nuovo terreno su cui discutere, ovviamente pubblicamente via Twitter, per ricordare all’elettorato come il principale partito italiano di centro-sinistra sia un pentolone di figure con ideali tra loro diversi e incompatibili.

Ivan Scalfarotto
Foto Getty)

Eppure, Scalfarotto ha fatto quello che un parlamentare dovrebbe fare. Adoperarsi perché vengano garantiti i diritti di tutti, siano essi carcerati, stranieri, fascisti o chi per loro. La vita di un carcerato non vale meno della vita di una persona libera, accettare che venga violata la sua dignità come è stato per il teenager bendato non è degno di una democrazia europea del 2019. “La differenza tra la barbarie e la civiltà sta in un principio che risale al 1200. Si chiama ‘habeas corpus’ e indica che nessuna persona che si trova nella custodia dello Stato può essere punita in alcun modo se non in forza di un giudizio legale”, ha sottolineato Scalfarotto. Pietro Grasso ha detto qualcosa di simile nei giorni scorsi: “A Provenzano, catturato dopo 43 anni di latitanza, la prima cosa che chiesi fu: ‘ha bisogno di qualcosa?’; rispose che aveva bisogno di un’iniezione per curare la sua malattia, e rapidamente trovammo il modo di fargliela. Gli dimostrammo la differenza tra noi e loro: non ci si abbassa mai al livello dei criminali che si combattono, non ci sono e non devono esserci eccezioni”. È questo che deve fare uno stato democratico ed è giusto che i parlamentari si mobilitino perché ciò accada.

Eppure a parte del Pd non sta bene. Come già fatto su altri temi, gli accordi con la Libia su tutti, c’è sempre più una tendenza a scimmiottare il linguaggio e gli ideali salviniani, sulla base di un preciso calcolo elettorale. La tutela dei diritti civili, intrinseco alla natura di un partito di centro-sinistra, viene meno in un momento in cui l’odio, la rabbia e i sentimenti vendicativi sembrano pagare di più. Ecco perché Calenda se la prende tanto con Scalfarotto: in una fase di tale difficoltà per il Pd, come può fare un gesto così impopolare, vale a dire assicurarsi del rispetto dei diritti dei due detenuti più odiati ?

La deriva attuale che sta vivendo l’ il paese delle “zingaracce”, della gente che brinda per i naufragi nel Mediterraneo e che non si scandalizza per i continui attacchi allo stato di diritto, è frutto di tutto questo. Di un governo che alza sempre più l’asticella dell’odio e di un’opposizione che rinnega la sua natura, intimorita dall’impopolarità di certe iniziative.

L’iniziativa di Scalfarotto, così come la visita a bordo della Sea Watch di qualche tempo fa di alcuni parlamentari Pd, restano allora gli ultimi bagliori di speranza, in un partito che sembra aver perso la sua dignità.

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