
Ma ciò che rese L’aereo più pazzo del mondo così irresistibile, fu la capacità da parte di Zucker-Abrahams-Zucker di andare oltre, di spingersi verso una parodia che abbracciasse anche la demenzialità più assurda ed estrema. L’aereo più pazzo del mondo in realtà proponeva un perfetto bilanciamento tra le due componenti, andando quindi verso un azzeramento della realtà, con una fantasia sfrenata. Quegli anni ‘70 erano stati il decennio dei Disaster Movies, tra cui Airport, Airport ’77 e tanti altri dove l’aereo, ormai mezzo di spostamento principale del globo, era spesso protagonista. Ma ecco che questo film la paura di una morte in cielo, la fa diventa una risata, esorcismo e assieme a negazione della sacralità del terrore. A parte Robert Hays, nei panni dello sfigatissimo pilota Ted Striker e di Julie Hagerty (la sua ormai ex moglie Elaine), il resto del cast era formato da attori senza esperienza nel filone comedy.
Una particolarità che riguardava in particolare interpreti come Robert Stack, Peter Graves, Lloyd Bridges e lui, Leslie Nielsen, faccia squadrata e cipiglio fiero, che infatti palesò la propria sfiducia per il progetto. Non avevano capito la geniale intuizione del trio di autori, in virtù della quale la loro scarsa familiarità col genere, avrebbe reso i personaggi anche più credibili ed efficaci. L’aereo più pazzo del mondo passo dopo passo, ad ogni sequenza, ad ogni colpo di scena, avvolge il pubblico in un dedalo di gag, dialoghi improbabili, parodie, assurdità. Ogni possibile sfumatura della comicità confluisce dentro un gigantesco fiume narrativo che ancora oggi stupisce per fertilità, per ritmo e fantasia. C’è la slapstick comedy di Charlie Chaplin, Buster Keaton, Stanlio e Ollio, c’è anche la fertile creatività della stand up comedy, del Saturday Night Live, della sitcom televisiva che allora già impazzava.
Una nuova idea di comicità, più folle e liberatoria che mai
Non pochi noteranno poi il connettersi ai Monthy Python, il già citato Mel Brooks, ma ciò che L’aereo più pazzo del mondo ci aggiunge, è anche lo sbeffeggiare il blockbuster e action movies dell’epoca, tutti a base di testosteronici uomini duri, quasi sempre con il volto granitico di Charles Bronson. Qui invece la mascolinità tutta di un pezzo va a farsi friggere, qui non c’è un ordine logico, non c’è normalità. Questo riguarda ogni possibile passeggero su quell’aereo, messo in ginocchio da un’intossicazione alimentare, i cui esiti saranno a dir poco pecorecci ed esilaranti. Non solo il film del 1957, qui il trio si prende la briga di parodiare una quantità incredibile di film, protagonisti e tendenze di quegli anni ’70 ormai finiti. Ecco ora che ci parodizza il John Travolta de La febbre del sabato sera, poi ecco Kareem Abdul-Jabbar, asso dei Lakers della NBA ormai lanciata verso il mito globale.