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venerdì, Ago 04

L’aggressività russa è un male per l’Artico | Wired Italia



Da Wired.it :

Il porto di Severomorsk, nel Mare di Barents, è la base della Flotta del Nord della Marina russa e dal 2014 – quando la Russia ha attaccato per la prima volta l’Ucraina, invadendo la Crimea – è diventato il principale centro amministrativo per tutte le attività militari russe nell’Artico. Mentre la guerra in Ucraina va avanti, la Russia sta espandendo con grande assertività le sue attività militari anche nel profondo nord. Negli ultimi sei anni, Mosca ha costruito 475 siti militari lungo il suo confine settentrionale. La penisola di Kola e gli arcipelaghi del Mare di Barents hanno visto sorgere decine di nuove piste d’atterraggio, bunker e basi.

Barents e Kola, un’ecosistema a parte

Ci troviamo nel Nord Europa, con le acque di Barents che bagnano Norvegia e Russia: un’area in cui si estende anche la Penisola di Kola, situata nella parte nord-occidentale del paese. La penisola è molto importante per la Russia, nota per la sua ricchezza di risorse naturali e la sua importanza strategica nella regione artica.

Ma se da un lato la regione è stata a lungo uno dei più importanti hub commerciali e militari della Russia, dall’altro le acque profonde del Mare di Barents sono la culla della biodiversità nell’Artico: ospitano pulcinelle di mare, delfini, foche e rare balenottere, oltre ad alcune delle più grandi popolazioni ittiche del mondo. Sul lato meridionale, nella penisola di Kola, si trovano ancora branchi di renne selvatiche e i suoi fiumi orientali, liberi da dighe idroelettriche, sono tra le poche zone di riproduzione del salmone atlantico rimaste.

Il nuovo piano militare russo fa temere agli esperti risultati devastanti per questi delicati ecosistemi artici. È già uno dei luoghi più inquinati della Terra: le correnti che trasportano le acque dell’Oceano Atlantico nel Mare di Barents ne fanno una delle grandi chiazze di rifiuti marini del mondo, mentre decenni di esperimenti nucleari sovietici, lo scarico di rifiuti radioattivi e l’inquinamento industriale hanno reso molti corsi d’acqua altamente tossici.

L’alleanza con la Cina

Ma questa non è l’unica minaccia per l’ecosistema del Mare di Barents. Trovandosi sempre più estranea all’economia occidentale, la Russia ha accelerato i suoi sforzi per aprire la regione alle attività commerciali. Ad aprile, dopo che i paesi occidentali hanno sospeso la loro partecipazione al Forum della Guardia Costiera Artica, presieduto dalla Russia, Mosca ha firmato un accordo di cooperazione con la Guardia Costiera cinese per condurre esercitazioni congiunte e sorvegliare la sua costa settentrionale. La mossa è stata ampiamente considerata come un tentativo di soddisfare le ambizioni cinesi nell’Artico, ottenendo un maggiore accesso alle attività commerciali e alle risorse minerarie della regione. Pechino sarebbe pronta ad approfittare dell’isolamento russo, offrendo una delle poche sponde diplomatiche a disposizione di Mosca.



[Fonte Wired.it]