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lunedì, Ott 16

Lancio razzo spaziale Vega VV23: due satelliti non si sono separati correttamente

da Hardware Upgrade :

Come abbiamo avuto modo di scrivere in precedenza, ESA e i suoi partner si trovano attualmente in difficoltà quando si tratta di lanciare satelliti (o capsule) nello Spazio. Il razzo spaziale Ariane 6 inizierà la sua fase operativa solo nel 2024, accumulando un ritardo di circa quattro anni rispetto a quanto preventivato e, forse, non diventando una soluzione più economica di Ariane 5. Anche per i vettori leggeri la situazione non è delle migliori se si considera che Vega-C potrà tornare a volare per la fine del 2024 a causa di un cambio di design necessario dopo il problema della missione VV22.

Per evitare di perdere ulteriore tempo e non rispettare gli impegni con i clienti, è stato deciso che la missione VV23 sarebbe stata lanciata con un razzo spaziale Vega della precedente generazione, più “vecchio” ma che non utilizza il motore Zefiro 40 che è la parte coinvolta nel fallimento della missione VV22. Il lancio avvenuto all’inizio di ottobre sembrava essere stato completato con successo, ma ora si scopre che due Cubesat del carico utile secondario non si sono separati correttamente e sono bruciati insieme all’adattatore rientrando nell’atmosfera.

Lancio Vega VV23: due Cubesat non si sono separati correttamente

Quando il lancio si è concluso sembrava che tutto fosse andato come previsto con il rilascio dei due carichi utili principali (THEOS-2 e FORMOSAT-7R TRITON) e dei dieci Cubesat che costituivano il carico utile secondario. Poco dopo la fine delle operazioni di lancio principali erano già emersi alcuni dubbi sul mancato rilascio di tutti e dieci i satelliti più piccoli in quanto non erano stati rilevati dai radar e dai sistemi di terra.

Anche se attualmente non c’è una conferma ufficiale, il sito European Spaceflight ha riportato di aver visto una comunicazione di Arianespace nella quale veniva riportato che ESTCube-2 e ANSER-Leader non si erano separati correttamente dal supporto Small Spacecraft Mission Service (SSMS) per iniziare le operazioni in orbita. Non venendo neanche rilevati da terra è probabile che questi due elementi, come scritto sopra, siano rientrati insieme al supporto bruciando completamente nell’atmosfera.

Arianespace ha scritto nella sua comunicazione che ci sono tre elementi che indicano questa possibilità. La prima è che non c’è stato il segnale telemetrico di avvenuto rilascio. La seconda che il NORAD ha rilevato dieci oggetti e non dodici rilasciati dalla missione Vega VV23 e che i team coinvolti non sono riusciti a stabilire la comunicazione con i satelliti.

ESTCube-2 era un Cubesat delle dimensioni di una scatola di scarpe che avrebbe dovuto monitorare il livello della vegetazione dell’Estonia. Ancora più interessante è il concetto di vela solare (e-sail) applicato a questo piccolo satellite che non prevede la presenza di una superficie vera e propria per la sua propulsione ma di una serie di filamenti di alluminio, lunghi alcuni metri, che percorsi da corrente elettrica interagiscono con il campo magnetico terrestre facendo rallentare il satellite e permettendone il rientro sicuro. Lo scopo ultimo è quello di realizzare vere e proprie vele solari che funzionerebbero interagendo con il vento solare.

ANSER-Leader (Advanced Nanosatellite Systems for Earth-observation Research) era invece un Cubesat di una formazione complessiva di tre unità che avrebbero dovuto funzionare come un unico satellite più grande in una formazione a 10 km di distanza l’uno dall’altro. Due unità sono state correttamente posizionate in orbita, la terza invece no. Sembra però che, nonostante la mancanza di un Cubesat, l’esperimento possa proseguire. Tra le caratteristiche di questo genere di satelliti c’è la mancanza di propellenti o motori per controllarne i movimenti ma piuttosto dei flap che interagiscono con le molecole d’aria (poche) presenti a circa 500 km di quota. Il loro scopo è quello di ottenere immagini della Terra nel visibile e vicino infrarosso e in particolare sulla qualità dell’acqua (presenza di inquinanti o alghe) della regione iberica.

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