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martedì, Set 08

L’Antitrust indaga sul cloud di Google, Apple e Dropbox



Da Wired.it :

L’Autorità per la concorrenza e il mercato avvia un’indagine sulle pratiche commerciali dei servizi cloud di Drive, iCloud e Dropbox

Il cloud (Getty Images)
Il cloud (Getty Images)

Apple, Google e Dropbox. Sono questi i nomi dei sei operatori del cloud nei confronti dei quali l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha avviato sei istruttorie. L’accusa per Google Drive, iCloud e Dropbox è di presunte pratiche commerciali scorrette e/o violazioni della direttiva sui diritti dei consumatori sia da uno per presunte clausole vessatorie incluse nelle condizioni contrattuali. Si tratta di tre dei principali servizi per l’archiviazione di informazioni in cloud e per lo scambio di dati.

In particolare, scrive l’Antitrust, “le istruttorie per pratiche scorrette nei confronti di Google e Apple riguardano la mancata o inadeguata indicazione, in sede di presentazione del servizio, dell’attività di raccolta e utilizzo a fini commerciali dei dati forniti dall’utente e il possibile indebito condizionamento nei confronti dei consumatori, che, per utilizzare il servizio di cloud storage, non sarebbero in condizione di esprimere all’operatore il consenso alla raccolta e all’utilizzo a fini commerciali delle informazioni che li riguardano”.

Le stesse contestazioni vengono mosse dall’autorità guidata dal presidente Roberto Rustichelli anche a Dropbox, “cui si imputa – in aggiunta – di aver omesso di fornire in maniera chiara e immediatamente accessibile le informazioni sulle condizioni, sui termini e sulle procedure per recedere dal contratto e per esercitare il diritto di ripensamento. Inoltre,  di non consentire all’utente l’agevole ricorso  a meccanismi extra-giudiziali di conciliazione delle controversie, cui il professionista sia soggetto, con le indicazioni necessarie per accedervi”.

I procedimenti per clausole vessatorie – prosegue la nota diramata dall’Antitrust – riguardano, invece, alcune condizioni contrattuali predisposte nei relativi modelli delle predette società , quali:  l’ampia facoltà – da parte dell’operatore – di sospendere e interrompere il servizio; l’esonero di responsabilità anche in caso di perdita dei documenti conservati sullo spazio cloud dell’utente; la possibilità di modifica unilaterale delle condizioni contrattuali; la prevalenza della versione in inglese del testo del contratto rispetto a quella in italiano”.

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[Fonte Wired.it]