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martedì, Nov 05

L’ape robot dell’università di Harvard ora vola grazie a dei muscoli artificiali


Questo piccolo drone può urtare pareti e altri oggetti senza riportare danni. Il suo segreto è la soft robotics: attuatori morbidi al posto delle solite componenti prive di elasticità

È il drone più simile a un insetto volante mai realizzato, tanto che neppure le sue versioni più rudimentali ci hanno lasciati indifferenti (ve ne avevamo parlato qui). Ma l’ultima evoluzione di RoboBee, il drone a immagine e somiglianza di ape, è davvero una chicca: ha dimostrato di poter urtare le pareti o schiantarsi al suolo senza alcun segno di danno alla carrozzeria, e di potersi rimettere in volo senza problemi.

Il segreto è nelle strutture morbide (soft, in termini di robotica) che ne regolano l’attività: un set di veri e propri muscoli artificiali al posto dei classici (e rigidi) motori, capaci di attutire il colpo senza uscirne perturbati. Il progetto in tutti i suoi dettagli è appena stato pubblicato su Nature dal team di Harvard che ha messo al mondo il prototipo, ma già da questo video – una manciata di secondi – ci dice molto sul potenziale di questa nuova generazione di robot.

(Credit video: Harvard Seas / Credit immagine: Harvard Microrobotics Lab)

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