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giovedì, Gen 14

L’app walkie talkie Zello e gli assalitori di Capitol Hill

Da Punto-Informatico.it :

A quanto sembra Parler non è stato l’unico canale di comunicazione impiegato dagli assalitori di Capitol Hill per coordinare la loro azione: ce n’è almeno un altro, Zello. Ai più sconosciuto, si tratta di un’app che funge da walkie talkie per lo scambio rapido di brevi messaggi vocali. Sono finite online sulle pagine del Guardian alcune delle conversazioni di chi il 6 gennaio ha fatto irruzione nel cuore politico dell’America.

Siamo nella cupola principale … Stanno lanciando granate, stanno sparando all’impazzata alle persone con proiettili di vernice, ma siamo dentro.

L’app walkie talkie: Zello e l’attacco di Washington

In allegato a questo articolo la traduzione di alcuni dei messaggi inviati nei minuti più concitati su un canale chiamato “STOP THE STEAL J6”. Il nome è un chiaro riferimento ai presunti brogli elettorali che secondo Donald Trump e una parte dei suoi sostenitori avrebbero permesso al candidato democratico Joe Biden di vincere le Presidenziali USA e guadagnare così l’accesso alla Casa Bianca.

Jess, fa quello che devi. È ciò per cui abbiamo vissuto. Tutto ciò per cui ci siamo preparati.

Screenshot per l'applicazione Android di Zello

Disponibile su smartphone e computer, Zello afferma di poter contare su una community composta da 150 milioni di utenti. Offre una formula gratuita e un’altra premium a pagamento. Adotta una policy contro gli abusi, ma a quanto pare non del tutto efficace.

Dopo i fatti di Capitol Hill il suo team ha eliminato oltre 2.000 canali ritenuti legati a movimenti militarizzati o realtà responsabili di attività violente. Di seguito un estratto dal comunicato ufficiale in seguito alla pubblicazione del report da parte del Guardian.

Con profonda tristezza e rabbia abbiamo scoperto prove di abusi di Zello da parte di individui che hanno assaltato Capito Hill la scorsa settimana … Andando avanti, siamo preoccupati che Zello possa essere utilizzato in modo non consentito dai gruppi che hanno minacciato di organizzare altre proteste potenzialmente violente e di impedire la cerimonia per l’inaugurazione del mandato presidenziale del 20 gennaio.



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