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sabato, Ott 10

Lasciami andare, un thriller dell’anima sui sensi di colpa



Da Wired.it :

Un film imperfetto capace però di scuotere facili certezze e portare personaggi e spettatori a credere per un attimo nell’incredibile. Si può tornare dalla morte?

In principio era un romanzoSei tornato, firmato da Christopher Coake e pubblicato nel 2012 (in Italia da Guanda). In oltre quattrocento pagine l’autore raccontava le conseguenze di una tragedia enorme. Un bambino che cade dalle scale di casa e non si rialza più, le vite dei genitori distrutte, un padre alcolizzato che sette anni dopo riesce a rifarsi una vita altrove con una nuova compagna e l’arrivo di una sconosciuta che spezza l’incantesimo di una ritrovata normalità. Ha appena comprato la loro vecchia casa e sostiene che dentro ci sia ancora il fantasma di loro figlio.

Parte da queste inquietanti pagine il regista Stefano Mordini, per firmare un suo personale thriller paranormale tutto ambientato in o meglio nella città più nota per leggende e aneddoti fantasmatici, Venezia. Una location che è protagonista del film, con i riflessi di luce dell’acqua dei suoi canali che si riflettono sulle pareti delle case, e quel velo di malinconia romantica e decadente perfetta per il film. Un thriller sui sensi di colpa che schiacciano l’animo umano fino a portargli a credere all’incredibile. Capita tanto ai protagonisti quanto allo spettatore, che per un attimo si domanda con loro se possa esistere la possibilità, per quanto remota, che si possa tornare dall’Al di là sotto qualsiasi forma. Almeno per contattare i propri cari.

Non è un film perfetto, quello di Mordini, ma colpisce, incuriosisce, intriga, pertanto funziona. È notevole l’introspezione psicologica dei personaggi, a partire dal protagonista Marco, interpretato da un convincente Stefano Accorsi. Tormentato dai ricordi del passato, lo incontriamo quando sta per uscire dal tunnel, grazie a un percorso di riabilitazione per disintossicarsi dall’alcol con una nuova amica (Antonia Truppo, abbonata ai personaggi complicati) e ad un nuovo amore con la solare cantante Anita, interpretata da una Serena Rossi sempre più brava e credibile. Maya Sansa è perfetta nei panni della prima moglie, Clara, madre incapace di accettare l’inaccettabile e pronta ad aggrapparsi a qualsiasi speranza pur di rivedere, risentire, ripercepire il figlio perduto. Sarà continuamente teso fra queste due donne, Marco, a simboleggiare l’assoluta complessità dell’abbandonare il passato anche quando il presente è decisamente più spensierato e piacevole. Del resto da un dolore così immenso non ci si libera, non si fugge, l’unica soluzione è attraversarlo fino in fondo. E stare a vedere dove porterà.

A Valeria Golino è affidato il personaggio più detestabile e ambiguo, la misteriosa Perla, nuova inquilina della casa in cui accadde la tragedia. Sarà lei a mettersi in contatto con Marco e Clara e a insistere con sospettosa tenacia sulla strana presenza di un fantasma bambino che infesta la casa.
Lasciami andare è un film che ha il coraggio di esplorare territori poco battuti dal cinema italiano, non solo il thriller ma un thriller con forti tratti soprannaturali, un thriller dell’anima, che sprofonda nel drammatico per scuotere facili certezze e far vacillare la razionalità tanto dei suoi personaggi quanto dei suoi spettatori. Così, tra sedute spiritiche, pagine pseudoreligiose e professori di fisica quantistica, il film spinge a riconsiderare le proprie granitiche convinzioni e riconduce ad una delle funzioni primarie del cinema, sollevare domande che possano far riflettere.

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[Fonte Wired.it]