Laser scanner e droni. Così, le indagini nella villa di Via Pascoli a Garlasco, dove ad agosto 2007 fu ritrovato il corpo esanime di Chiara Poggi, proseguono. Come riportano i social del Tg1, infatti, il Ris dei carabinieri sta usando strumenti tecnici per effettuare nuovi rilievi, e più precisamente ottenere in 3D gli spazi della casa e ricostruire la dinamica dell’omicidio, esaminando le traiettorie delle tracce di sangue. Bisogna “accertare le tracce e gli effetti materiali del reato”, scrive nel provvedimento di ispezione la Procura di Pavia e occorre “procedere a ispezione, effettuando misurazioni con l’utilizzo di apposita strumentazione tecnica”. Ma cos’è esattamente un laser scanner e come funziona?
Laser scanner
Per migliorare la qualità delle indagini, la Polizia scientifica può usare un laser scanner, una tecnologia che si basa appunto sull’utilizzo di un raggio laser che permette di raggiungere una maggior precisione. Questo strumento, infatti, emette un raggio laser che colpisce gli oggetti che si trovano in un determinato luogo. Riuscendo a calcolare in modo dettagliato la distanza e la posizione, quindi, questi dati vengono poi elaborati per ottenere un modello tridimensionale del luogo. Come riporta AgendaDigitale, la principale caratteristica del laser scanner risiede, infatti, in uno speciale software in grado di acquisire immagini e dati del luogo iniziale della scena del crimine senza che gli operatori entrino in contatto con quest’ultima. “La tridimensionalità – si legge sul sito – assicura, appunto, che le immagini catturate, nel software, vadano a ricreare l’ambiente che hanno esaminato”.
A cosa serve
L’utilizzo del laser scanner, quindi, permette di ottenere una documentazione tridimensionale della scena, in modo da migliorare la comprensione dei movimenti e dinamiche del crimine. In altre parole, la possibilità data dal laser scanner di poter creare nuovamente lo stato iniziale del luogo del crimine offre due vantaggi, ossia la riproducibilità e la ripetibilità. “Infatti, a mezzo di tale tecnologia, la scena del crimine e i reperti su di essa, potrebbero essere ri-analizzati anche in momenti successivi”, aggiunge Agenda Digitale.



