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lunedì, Lug 08

Lavazza, le cialde del caffè diventano fertilizzante


Capsule del caffè sostenibili e tazzine commestibili: il gruppo piemontese sperimenta nuove tecnologie per rendere i suoi prodotti più rispettosi dell’ambiente

Marco Lavazza vicepresidente Lavazza
Marco Lavazza vicepresidente Lavazza

Mentre sul campo centrale di Wimbledon lo svizzero Roger Federer batteva 3 set a 1 il sudafricano Lloyd Harris, i fratelli Giuseppe e Marco Lavazza annunciavano dalla sala stampa del prestigioso torneo inglese il lancio delle Eco Caps, le capsule Lavazza sostenibili. Una svolta importante, perché dal prossimo novembre, in Inghilterra, Francia e Germania, l’intera linea a scaffale delle capsule Lavazza A modo mio e delle compatibili  Nespresso sarà (industrialmente) compostabile.

Abbiamo scelto questi tre mercati perché con il loro livello di crescita rappresentano l’apice dell’internazionalità del nostro brand”, ha detto Marco Lavazza vicepresidente del gruppo torinese: “Questo sarà un primo test per capire come tre consumatori diversi reagiscono a questo tipo di stimoli.

Non è detto, però, che saranno lanciate anche in altri paesi come l’Italia”.

Bioplastica per le capsule

Le nuove capsule Lavazza sono di bioplastica, cioè biopolimeri di plastica prodotti tendenzialmente da fonti rinnovabili. Come la plastica, questo nuovo materiale garantisce l’isolamento del caffè dall’ossigeno e dalla luce del sole evitando il processo di ossidazione degli olii.

Sono questi due fattori a deteriorare la qualità del caffè. Semplificando, la bioplastica appartiene alla stessa famiglia dei materiali utilizzati per le (delicate) shopper dei supermercati. Solo che questo materiale resiste alla pressa di 120 chilogrammi per l’inserimento dei 7,5 grammi di caffè nella capsula, non si deforma sotto i 9 bar di pressione per l’estrazione e soprattutto non si scioglie al passaggio dell’acqua che varia dai 93 a 96 gradi.

Le Eco Caps, le capsule Lavazza sostenibili (a sinistra) e la tazzina edibile (a destra)
Le Eco Caps, le capsule Lavazza sostenibili (a sinistra) e la tazzina edibile (a destra)

Ma il reale cambiamento rappresentato dalle Eco Caps sta nella loro capacità di essere biodegradabili, cioè di essere compostate a livello industriale per diventare fertilizzante dopo 180 giorni. Le capsule, per intenderci, non potranno essere buttate nel sacchetto dell’umido. Lavazza sta studiando per ciascun mercato un’apposita filiera del compostabile. Saranno quindi indicati ai consumatori i centri più idonei per la raccolta. Una questione non da poco visto che ogni città opera secondo le proprie ordinanze.

La tazzina commestibile Lavazza
La tazzina commestibile Lavazza

Le altre innovazioni

Ma il torneo di Wimbledon, di cui Lavazza è sponsor, è stato l’occasione per mostrare altre due novità. Riprendendo il vecchio progetto del 2013 della cookie cup, il gruppo torinese ha riproposto la versione migliorata della tazzina edibile che si può quindi mangiare dopo aver sorseggiato il caffè. La tazzina commestibile è al 100% naturale, dato che viene prodotta con una miscela di cereali. Non altera il gusto del caffè e rimane croccante per lungo tempo. Attualmente è in fase di certificazione.

Inoltre Lavazza ha lanciato nel Regno Unito l’Iced Cappuccino. Si tratta di una nuova bevanda pronta da bere al caffè e latte realizzata in collaborazione con Pepsi. Al gruppo torinese il compito di fornire la materia prima e il know how. A Pepsi il marketing, la distribuzione e la vendita. Una bevanda che secondo le aspettative permetterà di avvicinare i millennial al caffè.

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