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mercoledì, Mar 18

Lavoriamo insieme: l’editoriale del nuovo numero di Wired



Da Wired.it :

Come cambia il mondo del lavoro, tra smart working, necessità di formazione continua e nuovi mestieri

Il digitale sta cambiando il mondo del lavoro. Per sempre. Ma tra i tanti aspetti che spesso vengono sottolineati nella discussione pubblica – su tutti la rivoluzione nell’ambito delle competenze e la conseguente necessità di una formazione continua dovuta alla velocità con cui si evolvono le tecnologie – ce ne sono alcuni che non sono evidenziati a sufficienza.

Il primo ha a che fare con le nuove modalità di lavoro portate da internet e dal digitale, come per esempio lo smart working, cioè la possibilità di lavorare da remoto (anche se si è dipendenti). Nello scorso secolo, infatti, le contrattazioni sindacali, oltre alle tutele dei diritti dei lavoratori, hanno considerato un’unica variabile nella definizione del salario: il tempo. Oggi – che per molti lavori non è necessario più recarsi in azienda – ha ancora senso continuare a parlare solo di tempo (ore settimanali, tariffe orarie e così via) per determinare lo stipendio minimo? Non è forse più ragionevole, in maniera graduale, a seconda dei lavori e mantenendo le tutele, iniziare a parlare di obiettivi e risultati?

Il secondo aspetto ha a che fare con la (re)distribuzione della ricchezza. Viviamo una fase, infatti, nella quale sta accadendo qualcosa che non si era mai visto nella storia degli ultimi secoli. Fino a tutto il 1900 avere un lavoro significava uscire dalla soglia di povertà. Oggi non è più così. La gig economy, l’economia dei lavoretti come per esempio quella dei rider dei servizi di food delivery, per molti è diventata sinonimo di primo lavoro e non è sufficiente per avere una vita dignitosa.

Nel frattempo sono nati nuovi mestieri, basati sulle capacità di maneggiare la tecnologia, di gestire e di interagire con le persone, di adattarsi al mondo che cambia (e con la necessità di avere una forte capacità di problem solving, perché molti problemi sono inattesi).

Insomma è un panorama totalmente nuovo rispetto a soli vent’anni fa. Per questo abbiamo deciso di dedicare un intero numero al Lavoro. Lo abbiamo fatto rappresentandolo come la Divina commedia di Dante Alighieri. Il digitale ha, infatti, creato tre fasce di professioni:

1. Inferno: quelle che con il digitale rischiano l’estinzione oppure non portano alla soddisfazione personale ed economica dell’individuo;

2. Purgatorio: quelle che vengono profondamente trasformate e che si trovano in una terra di mezzo;

3. Paradiso: i lavori più ambiti, cioè quelli che, grazie alla tecnologia, oggi sono i più ricercati e, in alcuni casi, i più pagati.

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[Fonte Wired.it]