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giovedì, Gen 28

Lavoro, scuola forma i rifugiati nelle professioni del digitale



Da Wired.it :

A febbraio inizieranno i corsi di formazione informatica del progetto Powercoders dedicato ai rifugiati. Nuove lezioni a Milano dopo il primo test a Torino

Powercoders

Powercoders, l’accademia di programmazione informatica per rifugiati che offre corsi opportunità di inserimento in aziende operanti nel settore informatico, riparte da Milano a febbraio. Il progetto ha iniziato a muovere i primi passi in Svizzera nel 2017, ma dopo il consolidamento a Torino ha preso il volo.

In questi anni ha coinvolto più di duecento studenti; da sottolineare che al termine dei corsi il 60% ha trovato uno stage e l’80% è entrato produttivamente nel mondo del lavoro. Come ha sottolineato Chiara Cardoletti, rappresentante dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr) per l’ la Santa Sede e San Marino, “permette ai rifugiati di esprimere il loro talento rispondendo allo stesso tempo alle esigenze di un settore in forte crescita“. In Italia in verità non solo in crescita, ma anche soggetto a una fortissima domanda.

Stella Gianfreda, social lead di Powercoders vede in questo progetto un’opportunità per “facilitare l’integrazione dei rifugiati nel mondo lavorativo delle information technologies“. In fondo si tratta di un vero e proprio contributo al “ribaltamento della narrazione dominante sull’immigrazione“, aggiunge.

Formazione e inclusione socio-lavorativa

Unhcr Italia ha citato Powercoders come un “un esempio virtuoso di formazione e inclusione socio-lavorativa” riconoscendo al principale sostenitore, Reale Mutua, il logo Welcome. Working for Refugee Integration. Tutto ciò però è stato possibile grazie anche al sostegno di Fondazione Italiana Accenture, Lenovo, Le Wagon, il Comune di Milano e lo stesso Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Cristina Tajani, assessora alle politiche per il lavoro, attività produttive e commercio del Comune di Milano, ha ribadito che l’integrazione dei giovani rifugiati passa non solo attraverso la condivisione di linguaggi e valori comuni “ma soprattutto tramite la messa in comune di conoscenze e competenze“. L’investimento in formazione e abilità tecnologiche “significa renderli autonomi e artefici del proprio futuro, capaci di essere vere e proprie risorse per la società in cui vivono e le imprese in cui lavoreranno“, ha aggiunto.

powercoders

I corsi

Tra poche settimane venti studenti (tra i 18 e i 40 anni) inizieranno i corsi della durata di tre mesi. Di questi, in possesso di regolare permesso di soggiorno, che consente lo svolgimento dell’attività lavorativa, il 90% è rappresentato da richiedenti asilo, rifugiati o titolari di protezione internazionale. Mentre il restante 10% ha il permesso di soggiorno per studio o per attesa occupazione.

Nella prima parte verranno insegnati i principali linguaggi della programmazione web (Html, Css, Javascript Javascript Frameworks) e verrà intrapreso un percorso di formazione sulle competenze trasversali. A metà corso verrà organizzato un career day, occasione di incontro tra studenti e aziende. Sulla base delle richieste di queste ultime, l’ultima parte del corso verterà sull’approfondimento delle competenze richieste al successivo tirocinio. La qualifica finale è di junior web developer.

La selezione è stata basata soprattutto sulla valutazione della motivazione, interesse e passione, più che una preparazione pregressa. La procedura ha previsto candidature spontanee, test e interviste.

Ovviamente nel rispetto delle attuali limitazioni legate alla pandemia il programma si terrà in modalità remota. In tal senso sarà impiegata la piattaforma digitale ideatre60 fornita da Fondazione Italiana Accenture. Professionisti e docenti collaboreranno per favorire l’acquisizione di “competenze tecniche tramite lo studio dei principali linguaggi di programmazione web, e competenze trasversali per sviluppare soft skill e abilità sociali e comunicative“.

Simona Torre, segretaria generale della Fondazione Italiana Accenture, ha spiegato che questo programma esprime appieno la missione della fondazione, ovvero “sostenere e favorire la formazione e l’inclusione lavorativa delle categorie più fragili”.

L’esperienza di Torino

Virginia Antonini, direttrice comunicazione istituzionale e sostenibilità Reale Group, ha ricordato che l’esperienza torinese dello scorso anno è stata fondamentale per costruire le basi dell’attuale espansione. “Siamo orgogliosi di essere main donors del progetto Powercoders e di averlo portato in Italia già l’anno scorso su Torino. Il programma è in linea con gli obiettivi di Reale Foundation ed in particolare con l’obiettivo numero 8 (Lavoro dignitoso e crescita economica) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite“, ha commentato.

La replica milanese è un assaggio delle potenzialità del progetto, poiché Reale Seguros Generales sta già lavorando a una versione spagnola. “Siamo infatti convinti che l’inclusività e l’apertura alla diversità siano ingredienti essenziali non soltanto per il successo dei processi di integrazione economica dei rifugiati, ma anche per tutte le imprese che, come noi, vogliono che la sostenibilità sia fattore fondamentale del loro modello di business“, ha concluso Antonini.

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[Fonte Wired.it]