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venerdì, Set 18

Law & Order, 5 cose da sapere sul franchise crime più imponente di sempre



Da Wired.it :

A 30 anni esatti dal debutto della serie originale, la creazione di Dick Wolf continua a dominare il genere con nuovi spin-off e riferimenti a veri casi di cronaca

Sono passati 30 anni da quando, il 13 settembre 1990, sulla tv americana faceva il suo debutto una serie crime destinata a passare alla storia: Law & Order metteva insieme, come nel binomio del titolo, due generi amatissimi dal pubblico, cioè il poliziesco e il legal drama. L’inedito mix di indagini guidate dai poliziotti che davano poi spazio anche alle conseguenze legali in tribunale conquistò immediatamente i telespettatori, dando vita a un mastodontico franchise crime che conta a oggi svariati spin-off e quasi 1200 episodi andati in onda. Ma andiamo più in profondità, per capire meglio uno dei fenomeni che hanno segnato la televisione degli ultimi decenni.

1. Merito di Dick Wolf

La mente dietro all’universo di Law & Order è Dick Wolf, suo creatore e oggi uno dei produttori più affermati della tv statunitense. Dopo un inizio di carriera come copywriter pubblicitario, Wolf iniziò a scrivere sceneggiature alla fine degli anni ’80, lavorando in film come Masquerade e poi in serial come Hill Street Blues e Miami Vice. Nel 1988 gli venne l’idea di dare una rappresentazione realistica ma anche ottimistica del sistema giudiziario americano, mettendo insieme le due facce della lotta al crimine (la polizia e gli avvocati, in particolare i pubblici ministeri): nonostante ci fosse stato uno sfortunato precedente del 1963 molto simile, Arrest and Trial, e il network Fox avesse inizialmente ordinato gli episodi per poi cambiare idea, Law & Order divenne finalmente realtà (e subito un successo) sulla Cbs nel 1990. Oltre a moltiplicare il franchise, Wolf creò poi numerose altre serie, come New York Undercover, il reality Crime and Punishment, Fbi e più di recente un altro fortunato franchise che racchiude Chicago Med, Chicago Pd e Chicago Fire.

2. Tutte (ma proprio tutte) le serie “attorno”

Law & Order iniziò, appunto, nel 1990 e durò per 12 stagioni, concludendosi nel maggio 2010. Numerosi protagonisti si sono succeduti nel cast (i più memorabili sono stati interpretati da Jerry Orbach e Chris Noth), ma certi elementi sono rimasti sempre gli stessi, come l’alternanza fra indagini e aula e soprattutto il profondo radicamento al colore locale di New York. Nel frattempo sono stati creati numerosi spin-off che si sono succeduti nel tempo: Criminal Intent (con un magnifico Vincent D’Onofrio fra i protagonisti) si occupava di crimini di alto profilo e durò per 10 stagioni dal 2001 al 2011; Trial by Jury era focalizzato sulla preparazione legale dei casi e andò in onda per una sola stagione nel 2005; Law & Order: LA spostò l’azione a Los Angeles, ma anch’essa fu cancellata dopo una stagione nel 2011; nel 2016 è invece iniziata Law & Order: True Crime, serie antologica su fatti di cronaca reali e particolarmente clamorosi (il primo ciclo, The Menendez Murders aveva come protagonista Edie Falco). In arrivo, secondo i piani annunciati da Cbs, Law & Order: Hate Crimes, dedicata ai crimini d’odio e che sarà con tutta probabilità destinata allo streaming Peacock. Il franchise ha anche originato un film, Exiled del 1998, cinque videogiochi e diversi crossover con serie sia interne che esterne alla saga stessa, senza considerare gli adattamenti esteri in Francia, Russia e Regno Unito.

3. Special Victims Unit (SVU)

Il primo spin-off della saga, però, in realtà è stato Law & Order: Special Victims Unit, l’unica derivazione ancora attualmente in onda e rivelatosi, arrivando quest’anno alla 22esima stagione, il titolo più longevo di tutto il franchise (nonché la serie drama più longeva del primetime americano). La produzione, che ha fatto il suo debutto nel 1999, segue le vicende dell’unità speciale della polizia di Manhattan, specializzata in crimini a sfondo sessuale, in particolare a quelli rivolti a bambini, anziani e giovani. Nonostante le trame spesso davvero molto crude, la serie ha avuto un immediato e duraturo successo, anche grazie alla chimica fra i due protagonisti, gli investigatori della polizia di New York Olivia Benson (Mariska Hargitay) e Elliot Stabler (Christopher Meloni). Dopo la dodicesima stagione, Meloni lasciò il cast per dedicarsi ad altri progetti, favorendo così la promozione nella storia di Benson a capitano e dando centralità maggiore al personaggi di Hargitay. Nel marzo 2020, però, è stato annunciato che Meloni riprenderà il ruolo di Stabler in uno spin-off di SVU, intitolato Law & Order: Organized Crimes, nel quale lo si seguirà proprio nella sua nuova parte di capo di una task force contro il crimine organizzato.

4. Dun dun (o chung chung)

Una delle caratteristiche che unisce il franchise di Law & Order è un elemento davvero distintivo e riconoscibile, qualcosa che rende immediatamente chiaro agli spettatori che cosa stanno guardano. È un suono di pochi secondi, una specie di dun dun o chung chung rielaborato digitalmente e sovrapposto ad altri suoni per ottenere qualcosa di metallico e altamente simbolico: utilizzato come raccordo nei cambi di scena dei vari episodi, evocare un’atmosfera ben precisa. L’effetto sonoro, divenuto letteralmente iconico, è opera di Mike Post, celeberrimo compositore delle colonne sonore di numerose serie tv (A-Team, Magnum, P.I. e Renegade, per esempio) e che per il suo lavoro ha vinto svariati Grammy ed Emmy. Alcuni ci sentono il martelletto di un giudice, altri delle catene che sbattono; a risolvere il mistero è lo stesso Post in un’intervista a Entertainment Weekly: “Lo penso come il suono stilizzato delle serrature di una cella che scattano. Volevo qualcosa che fosse distintivo, ma non troppo letterale, ovvio”, ha dichiarato aggiungendo di aver sovrapposto sei o sette suoni diversi per ottenere il risultato che ricordiamo.

5. I casi reali

Una delle caratteristiche salienti di queste serie, e in particolare l’originale Law & Order e lo spin-off Special Victims Unit, è quello di basare diversi episodi su veri casi di cronaca di cui magari si è parlato molto sui giornali. Sono i cosiddetti episodi “ripped from the headlines”, ovvero strappati ai titoli dei quotidiani. Sebbene un disclaimer all’inizio delle puntate sottolinei che tutti i fatti e i personaggi narrati siano oggetto di fantasia, sono innegabili i riferimenti alla cronaca reale. Fra i casi più eclatanti un episodio che ricorda il caso di Bernhard Goetz, che aveva sparato nel 1984 a dei ragazzi che avevano tentato di rapinarlo; oppure quello di Tawana Brawley, una quindicenne afroamericana che nel 1987 aveva inscenato una violenza sessuale. Una delle vittime che ha visto la propria storia riprodotta nella serie, Ravi Batra, ha anche fatto causa nel 2004 alla produzione. Uno dei casi più recenti è un episodio di SVU della 21esima stagione in cui Benson indaga su un megaproduttore che ha approfittato della sua posizione per violentare diverse aspiranti attrici, un chiaro riferimento allo scandalo di Harvey Weinstein.

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[Fonte Wired.it]