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giovedì, Feb 09

Lazio, le proposte sull’energia alle elezioni regionali



Da Wired.it :

Le politiche regionali sull’energia influiscono molto sulla vita dei cittadini, specialmente in regioni popolose come il Lazio, che si appresta al voto del 12 e 13 febbraio. Alessio D’Amato per Pd e Terzo Polo punta tutto sulla transizione ecologica, più tiepido il programma del centrodestra guidato da Francesco Rocca, che strizza l’occhio alle imprese che sperano in tempi più lunghi; quasi inesistente la proposta della candidata del Movimento 5 Stelle, Donatella Bianchi.

Vediamo nello specifico le proposte sull’energia dei candidati alle regionali del Lazio: 

  1. Il centrosinistra e il terzo polo con Alessio D’Amato
  2. La coalizione di centrodestra con Francesco Rocca
  3. Il Movimento 5 stelle con Donatella Bianchi 
Da sinistra: Francesco Rocca, Alessio D'Amato e Donatella Bianchi

Finita l’era Zingaretti, a contendersi la presidenza saranno Alessio D’Amato, assessore alla Sanità, Francesco Rocca, presidente della Croce rossa italiana, e la giornalista Rai Donatella Bianchi. Ecco chi li sostiene

Il centrosinistra e il terzo polo con Alessio D’Amato

Come prevedibile, nel programma del candidato del centrosinistra si punta tutto sulla transizione ecologica e sulle energie rinnovabili. Per Alessio D’Amatoil Lazio deve diventare la regione leader nello sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer)”e per farlo il programma promette di proseguire sul solco del progetto “100 Comunità in 100 comuni” (già inaugurato dalla giunta Zingaretti) e di attingere a tutti gli 88 milioni di euro di risorse dedicate del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) 

Il modello ipotizzato è basato sulla condivisione ed incentrato su un sistema di scambio locale, favorendo la gestione congiunta e la riduzione della dipendenza energetica dal sistema elettrico nazionale: una condivisione che metterebbe in rete pmi, amministrazioni, persone ed enti. L’obiettivo dichiarato è quello di garantire almeno una comunità energetica in ciascuno dei 378 comuni laziali, attraverso “la realizzazione di impianti pilota di energia condivisa, realizzabili da pubbliche amministrazioni, associazioni di cittadini o imprese che producono e condividono energia elettrica da fonti rinnovabili”. Per la realizzazione delle opere, verrebbe creato un fondo di garanzia per le Cer nei confronti delle banche, che prenderebbero in carico la cessione del credito da chi è sprovvisto di reddito fisico avendo un’opzione sull’incentivo ventennale dello Stato dato annualmente alla comunità.

Nel programma si fa menzione anche del progetto Divertor Tokamak Test (Dtt), un’iniziativa dell’Enea che nei prossimi anni vedrà impegnati oltre 1.500 ricercatori e un investimento di 500 milioni di euro nel territorio della Regione. Un altro obiettivo che la coalizione di centrosinistra intende perseguire, è quello di favorire la produzione di energia rinnovabile nel mondo dell’agricoltura, attraverso l’utilizzo di prodotti o superfici idonee, a partire dai tetti degli edifici e l’utilizzo del suolo agricolo.

La coalizione di centrodestra con Francesco Rocca

Decisamente meno “green” la parte del programma dedicata all’energia di Francesco Rocca, che fedele alla linea del Governo nazionale, inserisce la questione delle rinnovabili (imprescindibile, visti gli impegni sottoscritti dall’Italia) cercando di mediare con le esigenze di quel tessuto economico che vede nella coalizione di centrodestra un’alleata per rimandare il più possibile la transizione ecologica. “Tali processi – si legge sul programma – vanno governati, immaginati, indirizzati, gestiti per il benessere dei cittadini e il diritto a uno sviluppo sostenibile. Ciò soprattutto a fronte degli scenari aperti dall’attuale gravissima crisi energetica che impone, alla luce di temi di durata della crisi indefiniti, un’attenta riflessione sulla compatibilità di talune scelte di sviluppo con i costi energetici delle stesse”. Tradotto: non saranno messe in campo iniziative che aggraveranno i costi per le aziende a costo di continuare a inquinare. Si prevede quindi la creazione di un “ufficio di scopo” per gestire il funzionamento del territorio a 360 gradi, dalla sicurezza alla tutela della salute, dall’ambiente alla produttività, dai trasporti alla finanza.



[Fonte Wired.it]