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sabato, Ott 26

Le 10 commedie horror più memorabili di sempre


I film che hanno contribuito alla storia della fusione di due generi che sembrano opposti e invece vanno d’amore e d’accordo

Unire risata e paura è un principio molto vecchio, ma fino a qualche decennio fa l’unica modalità conosciuta per farlo era quella della parodia. O si poteva inserire personaggi macchietta all’interno di film che sembrano andare in altre direzioni, come accadeva a Stanlio e Ollio, oppure proprio girare una parodia in senso classico. Solo in tempi più recenti si è cominciato a mescolare davvero i generi.

Questa settimana è uscito in sala Finché morte non ci separi, fulgido esempio di come si possa essere molto seri con la tensione e poi con l’horror ma anche adottare toni da commedia, senza venire meno alla serietà del film. Anzi. La storia di una sposa che viene braccata dalla famiglia del suo sposo come forma di gioco mortale è una metafora efficace del senso di estraneità che si prova all’ingresso di un altro nucleo familiare. È quello che fanno le commedie horror, che a fronte del loro umorismo sono molto spesso film più seri con i propri temi, più coerenti e più efficaci degli altri.

A partire da Finché morte non ci separi abbiamo ripercorso all’indietro il periodo d’oro delle commedie d’orrore, dalla fine degli anni ‘70 ad oggi, trovando gli esempi migliori, i più memorabili e più influenti.

10. Bad Taste (1987)

L’esordio con il botto di Peter Jackson, autoprodotto a budget minuscolo, girato con amici ma fondato su un’idea di puro orrore che viene trattata (anche visti i mezzi) con un atteggiamento fortemente ironico.

9. La piccola bottega degli orrori (1986)

È il remake dell’omonimo film del 1960, ma l’ha superato nell’immaginario collettivo grazie all’iniezione del meglio degli attori di commedia e dei comici degli anni ‘80. Quasi tutti quelli che contano sono nel film, anche solo per una particina.

8. Gremlins (1984)

La passione di Joe Dante sono i mostriciattoli e gli esserini, per i quali prova sia repulsione che attrazione. I Gremlinscon la loro doppia natura rappresentano esattamente il lato chiaro e oscuro dei mostri. In fondo è una favola nera dedicata a qualcuno che ha violato una regola per incuria e cerca di rimediare.

7. Quella casa nel bosco (2012)

Passata l’ubriacatura del postmoderno, questo film arriva a sugellare il nuovo horror consapevole e citazionista, rilanciandolo molto più in là di come era stato fatto. Negli anni del cinema ingegneristico che spiega sempre tutto, che ha una backstory e una mitologia precisa anche questo film di Drew Goddard non manca di averla e crea un’intera struttura dietro il cinema dell’orrore.

6. Drag Me To Hell (2009)

Quando scoppia la grandissima crisi bancaria del 2008 Sam Raimi scrive e gira un film che ne racconta proprio una metafora. Una ragazza che lavora in banca è costretta a negare un prestito ad un’anziana signora che si rivela essere una strega. Le lancerà contro una maledizione, dopo tre giorni finirà all’inferno.

5. L’armata delle tenebre (1992)

Ancora Sam Raimi, ma più di un decennio prima. Arrivato al terzo capitolo di La casa esagera e cambia tutto, viaggia nel tempo e spinge moltissimo sull’acceleratore del comico. Ne esce un film simbolo, una vera opera demenziale d’orrore, punto di riferimento per tutto quello che è venuto dopo e alla base di una serie revival (Ash vs The Evil Dead).

4. Frankenstein Junior (1974)

Ponte tra l’horror e la parodia. Nasce come tale, una delle molte di Mel Brooks che negli anni ‘70 ha completamente riscritto il genere e infatti della parodia ha il referente noto (Frankenstein). Tuttavia, per la maniera in cui si è imposto nell’immaginario Frankenstein Junior è diventato anche un punto di riferimento per chi ha fatto horror comedy da lì in poi.

3. Un lupo mannaro americano a Londra (1981)

Se negli anni ‘80 c’è stato un fiorire di commedie horror è merito di questo film. John Landis aveva girato opere di ottimo incasso (Animal House, The Blues Brothers) e decide di tentare un esperimento complicatissimo: un film che sia di puro orrore ma che riesca anche ad avere parti di commedia. Non lo vuole produrre nessuno e dovrà farlo da solo. Sarà la sua fortuna e lancerà definitivamente un nuovo linguaggio. Si può essere tecnici e non sciatti, usando la vera grammatica dell’orrore senza venire meno alla risata.

2. Scream (1996)

Quello che Almodovar faceva in Spagna con il melodramma e la commedia, quello che Tarantino faceva per il poliziesco con Pulp Fiction e Rodriguez con lo sparatutto, Scream lo faceva con l’horror. Il film pieno di film che parla di film ed espone le regole che lo compongono fu un vero evento, un successo che ha figliato tantissimi sequel ma che solo nella sua forma base ha saputo spaventare e intrattenere.

1. L’alba dei morti dementi (2004)

Tutto quello che è stato sperimentato, tentato, evoluto e cambiato dal 1981 in poi arriva a compimento qui, nel film di Edgar Wright che porta tutto alle estreme conseguenze. L’alba dei morti dementi ha un montaggio unico, complicatissimo e sofisticatissimo che tuttavia non serve la paura, ma la commedia. Dall’altro lato ha un impianto di messa in scena (costumi, trucco, scenografia, fotografia) che serve l’orrore. E così facendo genera il miglior ibrido di sempre.

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