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sabato, Gen 18

Le 10 migliori rappresentazioni di Hitler viste al cinema


Dai più seri ai più metaforici, dai più comici ai più affidabili

I nazisti sono senza dubbio la forza militare più rappresentata al cinema e il loro leader di conseguenza lo è. Diventati nella seconda metà del Novecento il simbolo stesso del male, i cattivi per eccellenza, hanno avuto diverse incarnazioni e così il loro leader Hitler, versioni ironiche, serie, drammatiche, grottesche e metaforiche.

Jojo Rabbit, uscito questa settimana, fa un’operazione intelligente: decostruisce le mitologie naziste raccontando di un bambino che le sposa senza remore. Indottrinato come tutti i suoi coetanei, Jojo è talmente obnubilato dalla propaganda da avere come amico immaginario Hitler stesso. Il fuhrer è interpretato da Taika Waititi, sceneggiatore e regista del film, con un gusto per l’anacronismo che fa la differenza. Si muove e parla cioè come il sogno di un bambino di oggi ma in costume.

E non è raro che per disinnescare la potenza dell’ideologia nazista si sia scelto di prenderla in giro, di ridicolizzarla e lavorare per contrasti. Ma i migliori 10 Hitler visti al cinema sono quasi sempre interpretati da grandi attori e nei casi migliori diventano emblematici con poco.

10. David Bamber – Operazione: Valchiria (2008)

Lontano, distante, un obiettivo da distruggere nella ricostruzione dell’operazione che tentò di portare a termine un attentato al fuhrer. L’Hitler di Bamber è fatto di pochissimi tratti, che poi è la cosa più difficile. È funzionale al film ma non spicca né per somiglianza, né per resa.

9. Oliver Masucci – Lui è tornato (2015)

La somiglianza non interessa al film, gli interessa semmai avere un attore in grado di rendere l’acume e la capacità accattivante di un leader di “ricominciare dal basso”. Il film usa uno spunto di fantasia per rappresentare come e dove si annidi l’intolleranza e la descrizione di Hitler nella modernità, è una maniera di mostrare la mentalità intollerante tramite il suo vate.

8. Robert Carlyle – Hitler, The Rise of Evil (2003)

Fin dal titolo c’è l’idea di rappresentare il maligno che si fa strada e l’Hitler di Carlyle è giovane e inesperto, un affaticato pittore che muove i primi passi. Lo vediamo crescere in abilità, meschinità e in tutte quelle doti politiche che hanno consentito di comunicare, diffondere e puntare sulle paure e l’intolleranza del popolo.

7. Noah Taylor – Max (2002)

L’idea di Max è forte. C’è un lato di Hitler molto noto ma poco raccontato, il fatto che prima di darsi alla politica fosse uno studente d’arte. Qui John Cusack è un mercante di quadri ebreo che conosce e frequenta l’aspirante pittore Adolf Hitler. È un film di parola questo (anche prodotto da Cusack) al cui centro c’è più il mercante che Adolf, ancora giovane. Anche per questo è un’interpretazione non facile ma Noah Taylor è convincente nel creare l’embrione di quello che conosciamo di Hitler.

6. Martin Wuttke – Bastardi senza gloria (2009)

Hitler da operetta, anzi da B movie, addirittura con il mantello! Tarantino ha un’immaginazione incredibile e una mano così sicura e ferma da riuscire a non rendere esagerato un Hitler che nasce per essere esagerato, espressionista, grandiosamente fastidioso e odioso. Martin Wuttke è perfetto anche se non gli somiglia.

5. Alec Guinness – Hitler – The Last Ten Days (1973)

Guinness non riesce a non essere affascinante, a non calamitare la visione e l’attenzione. Un film del genere che punta su di lui nel ruolo di Hitler vuole mettere in scena proprio questo, il fascino del capo, cosa attiri in qualcuno che la storia ha condannato come il peggiore dei tiranni.

4. Anthony Hopkins – The Bunker (1981)

Qualsiasi cosa faccia Anthony Hopkins è teatrale. Il suo Hitler è un gigante shakespeariano, ha la gravitas del potere e il destino manifesto del fallimento. Non è l’ideologia l’obiettivo della sua interpretazione ma la grande figura storica, destinata ad essere spazzata via con l’arroganza che lo ha caratterizzato. L’uomo che ha aspirato alla grandezza nella maniera peggiore ed è stato punito.

3. Leonid Mozgovoy – Moloch (1999)

La versione di Sokurov è parte di una quadrilogia sul potere e le grandi figure politiche. Ma non siamo nella zona dell’accurata ricostruzione storica, assieme con il suo attore protagonista immagina una giornata nella vita di Hitler, una giornata di vacanza. Lo fa ispirandosi ai filmini amatoriali che esistono e che lo ritraggono in momenti di relax. È l’Hitler privato ma è anche una versione grottesca e caricaturale, è il leader nei momenti in cui non fa il leader perché proprio lì si può cogliere il desiderio di grandezza e Leonid Mozgovoy è una specie di gigantesca statua.

2. Michael Sheard – Indiana Jones e l’ultima crociata (1989)

Gli bastano pochissimi secondi, un attimo, per incarnare rischio, pericolo, potere, terrore e poi stupidità. Tutti cercano Indiana Jones, tutti vogliono il libretto che ha con sé, i nazisti su ordine di Hitler sono pronti a fare follie e lui, Indiana, si va a cacciare proprio nel nido del nemico, in una manifestazione nazista travestito da SS. Per errore si imbatterà in lui, il fuhrer, e il fuhrer dopo averlo squadrato guarderà il libretto e invece di riconoscerlo e requisirlo glielo firmerà. Solo Spielberg.

1. Bruno Ganz – La caduta (2004)

Così pregnante, perfetto, eccessivo per molti versi, ma in fondo umano da diventare meme. La massima aspirazione di un’interpretazione: essere così universale ed emblematica da essere riutilizzata in mille maniere diverse per dire cose diverse. Volente o nolente grazie ad internet è Bruno Ganz l’Hitler che tutti immaginano.

BONUS

Charlie Chaplin – Il grande dittatore (1940)

Non è Hitler ma in realtà è Hitler. Adolf Hinkel è il dittatore immaginario di Chaplin apertamente e dichiaratamente ispirato a quello tedesco, nel film che per primo li prendeva direttamente in giro. Il balletto con il mappamondo (tra le molte trovate) è un esempio incredibile di allegoria e commento sulla vanità del desiderio di possesso.

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