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martedì, Mar 17

Le 5 migliori serie irlandesi da recuperare in occasione di San Patrizio



Da Wired.it :

Domani, martedì 17 marzo, si celebra il patrono d’Irlanda. Lo celebriamo anche noi, con alcuni titoli molto irish: dal “classico” Father Ted alle più recenti Derry Girls e The Fall

Buon San Patrizio! Domani, 17 marzo, si celebra, come tutti gli anni, la festa che onora la meravigliosa nazione irlandese. Per ovvie ragioni, però, non ci saranno consumi indecenti di birra, balli sfrenati sulle note della musica tradizionale celtica, sfoggio di buffi cappelli verdi da leprecauno e un tripudio di gioia. Visto che staremo tutti a casa rinunciando alle celebrazioni del santo patrono d’Irlanda, un’alternativa è fare binge watching con le migliori serie prodotte in questa terra dai meravigliosi panorami verdeggianti e dove si producono show perlopiù incentrati su preti o criminali dagli adorabili accenti.

1. Father Ted

La vita quotidiana di tre preti cattolici – padre Ted, padre Dougal e padre Jack – caduti in disgrazia agli occhi del Vaticano dopo vere o presunte malefatte ed esiliati dal vescovo in una sperduta isola irlandese. Il primo è stato accusato di essersi intascato i soldi delle donazioni alla chiesa, il secondo pare abbia disonorato numerose suore di un convento e l’ultimo è reo di bere troppo.

Father Ted – probabilmente lo show dove si beve più tè nella storia della televisione – è stato prodotto a metà degli anni ’90 ed è il più celebre e amato d’Irlanda: merito delle buffe situazioni in cui si caccia lo sfortunato protagonista Ted, perennemente impegnato a risolvere i piccoli problemi dei parrocchiani e a impelagarsi in agguerrite (si fa per dire) faide con il sacerdote rivale Padre Dick. Il tutto ideato dai geniali autori Graham Linehan e Arthur Matthews. Un vero classico.

2. Ballykissangel

Un sacerdote cattolico britannico, Padre Clifford, viene spedito in un microscopico e pittoresco villaggio irlandese “governato” da un rigido e antipatico prete. Però, con infinita pazienza e il supporto dei parrocchiani, riesci comunque a integrarsi con la comunità rurale locale. Tra i compaesani spiccano la tosta proprietaria del pub locale Assumpta, il riccone della cittadina Brian con la figlia Niamh e il fidanzato Ambrose, poliziotto. Con la terza stagione, il protagonista cambia e il cast viene un po’ rivoluzionato, mantenendo intatte le dinamiche che hanno reso lo show molto seguito per sei capitoli.
Pietra miliare della serialità locale prodotta a cavallo del millennio, Ballykissangel (il nome deriva dall’irlandese “Baile Coisc Aingeal” e cioè “il villaggio dell’angelo caduto”), nei suoi cinque anni di programmazione, ha lanciato future star come il bello e maledetto Colin Farrell (ai tempi appena ventenne, nelle ultime stagioni faceva il cattivo ragazzo del paese), la futura super villain Cersei Lannister di Game of Thrones Lena Headey e l’attore del Coleraine più famoso, accattivante e bravo di sempre, il James Nesbitt di Cold Feet e Jekyll.

3. Love/Hate

La mafia irlandese esiste. Love/Hate è una serie in cinque stagioni che ha debuttato nel 2010 sulla tv di stato Rté (la Bbc, o Rai, irlandese). John Boy è il boss spietato e furbo di una banda locale (una sorta di Peaky Blinders contemporanea) divisa tra rivalità interne e faide con altri criminali; Darren, invece, è un giovane membro della gang che fatica a venire a patti con la violenza quotidiana della sua attività. La prima stagione, cruda, imprevedibile e non adatta ai più sensibili, finisce con un cliffhanger che determina una forma di binge watching parecchio ansiosa. Man mano che ci si affeziona ai personaggi, più che dalla parte criminale si è coinvolti da quella che scava nella psiche dei protagonisti e nelle loro dinamiche famigliari. Love/Hate resta uno dei titoli criminal più visti in patria. Nelle prime due stagioni il protagonista è il mellifluo attore dublinese Aidan Gillan, noto ai più più come il diabolico Ditocorto di Game of Thrones e ai meno come l’iconico Stuart di Queer as Folk (nonché il machiavellico Tommy Carcetti in The Wire). In tempi non sospetti, ha lanciato anche il Robert Sheehan di The Umbrella Academy e la Ruth Negga di Preacher.

4. The Fall

La Scully di X-Files a caccia di serial killer. Stella Gibson (Gillian Anderson) è un ufficiale della polizia di Belfast disposta a tutto per catturare un omicida seriale che uccide giovani donne e continua a sfuggirle clamorosamente nonostante gli sforzi suoi e dell’unità di investigazione. Show super serio, algido e impenetrabile come la sua protagonista anafettiva, calcolatrice e intelligentissima, The Fall deve parte del suo successo al traino della fama di Jamie Dornan: lanciato da C’era una volta e reso strafamoso dalla saga erotica di 50 sfumature, qui fa la parte del serial killer belloccio, tormentato e disturbato, che nasconde la natura deviata dietro alla facciata di amorevole marito e padre.

A oggi The Fall, coproduzione tra Bbc e Rté del 2013 vista in Italia su Sky, è una delle serie a tema omicidi seriali più cupe, coinvolgenti e sottovalutate. Peccato solo si sia diluita in tre stagioni, ne sarebbero bastate due.

5. Derry Girls

Commedia incentrata su quattro ragazze di Derry (una città dell’Irlanda del Nord) che, negli anni ’90, affrontano i patemi tipici del passaggio all’età adulta. Le protagoniste, che frequentano tutte una scuola femminile cattolica, sono Erin, sua cugina Orla e le amiche Clare e Michelle. Il fulcro della narrazione è la loro quotidianità, fatta di relazioni famigliari più o meno complicate (e molto affollate). Il bello dello show è la facilità con cui ci si immedesima con le protagoniste, dall’ironica, vivace e desiderosa di affermazione Erin alla più introversa Orla passando per la ribelle Michelle e per Clare, gay, pragmatica e assertiva. Sitcom con una buona dose di humour nero prodotta dal canale britannico che non sbaglia una produzione seriale, Channel 4, Derry Girls è visibile su Netflix, ormai piattaforma prediletta dalle serie internazionali (in barba al dominio americano che ancora impera sulle televisioni in chiaro).

 

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[Fonte Wired.it]