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sabato, Dic 07

Le 5 morti più sconvolgenti dal fumetto di The Walking Dead


La serie a fumetti che da sola ha rilanciato il genere “apocalisse zombie” arriva al termine. Ricordiamo con nostalgia le uccisioni che hanno lasciato a bocca aperta i lettori

Attenzione: la gallery contiene spoiler su The Walking Dead sino al volume 28 dell’edizione italiana

La lunga camminata dei morti è giunta al termine. Sulla loro scia, i walker hanno lasciato le rovine di un mondo perduto, la speranza di una nuova civiltà, e tante, tante vittime. Con il volume 32 dell’edizione italiana, edita da Saldapress, si chiude infine la saga di The Walking Dead firmata da Robert Kirkman. Un nuovo classico del fumetto horror che, da solo, è riuscito a rianimare un genere cadaverico come quello delle apocalissi zombie, e a lasciare un’impronta indelebile nella cultura pop, tra serie tv, film, spin-off e soprattutto un nuovo modo di raccontare storie mature che trascende i confini di genere.

La vera rivoluzione di The Walking Dead, e la chiave del suo successo, risiede nelle ormai celebri morti di tanti protagonisti e comprimari che in altri fumetti sarebbero stati al sicuro, protetti da una spessa corazza di trama e costruzione di un arco narrativo del personaggio. Non qui, non in questa serie, dove il pericolo è dietro ogni angolo, dove una banale passeggiata può finire in tragedia, dove le sparatorie non sono innocue scaramucce in cui al più qualcuno viene ferito di striscio. Sì, Kirkman ha dimostrato di essere, per il mondo dei comics, quel che G.R.R. Martin è stato nel fantasy contemporaneo.

Celebriamo allora la fine di The Walking Dead ricordando in ordine cronologico le 5 morti più shockanti, quelle che più hanno sconvolto e traumatizzato i lettori, lasciando tutti a bocca aperta.

Shane Walsh

Bene, Shane probabilmente non è il personaggio più amato della serie, e la sua morte non avrà fatto perdere il sonno a molti fan. Eppure, rappresenta anche uno dei primi indizi, per i lettori, del fatto che The Walking Dead non è un fumetto come gli altri – e che gli zombie forse non sono la cosa peggiore che si aggiri lì fuori. La morte giunge alla fine del primo volume e al culmine di un confronto drammatico con Rick, in cui le cose sembrano buttare male per l’ex-sceriffo, sinché un colpo di pistola non risuona tra gli alberi e un proiettile non attraversa il collo di Shane. A sparare è stato Carl, il figlio di Rick, all’epoca un bambino di sette anni, che apprende così la differenza tra sparare a un non-morto e uccidere un essere umano.

Lori e Judith Grimes

Ci sono dei limiti che non si possono superare neanche in un fumetto horror. Giusto? Come, ad esempio, uccidere una bimba neonata appena messa al mondo in condizioni difficilissime – e con lei sua madre. Sbagliato, se parliamo di The Walking Dead. Nessuno è al sicuro, neanche un infante in fasce. Le braccia della mamma non si fanno miracolosamente armatura, soprattutto contro il colpo di un fucile durante una sparatoria contro gli uomini del Governatore. Tutto ciò per cui Rick Grimes ha lottato, la sua miracolosa riunione con la famiglia, gli sforzi per trovare un luogo sicuro in cui crescere la figlia Judith, tutto sparisce nello spazio di una sola tavola sconvolgente nell’ottavo volume, insieme a qualsiasi certezza i lettori potessero ancora avere.

Abraham Ford

Abraham Ford è il leader del piccolo gruppo che comprende Eugene e Rosita. I tre si unicono a Rick; il muscoloso ex-militare, dapprima aggressivo e diffidente, diventa ben presto il braccio armato e muscoloso dello sceriffo Grimes, un uomo fidato e solido di cui c’è disperato bisogno nel nuovo mondo. Abraham riesce a superare le proprie difficoltà emotive, dovute al fatto di aver perso l’intera famiglia durante le prime fasi del contagio, anche grazie all’amore per Rosita prima, e per Holly dopo. Ma un giorno Rick e i suoi fanno arrabbiare i Salvatori di Negan (che ancora non si è visto). Abraham è di pattuglia e viene raggiunto da una freccia (scagliata dal braccio destro di Negan, Dwight), e muore così. Senza preavviso, a metà di un discorso, nel volume 17.

Glenn

Glenn è un giovane americano di origini asiatiche che prima dell’apocalisse zombie consegnava pizze in bici ad Atlanta. Lo incontriamo quasi subito, nel secondo numero del fumetto, e si rivela un ragazzo pieno di risorse, coraggioso, pronto a rischiare la vita per aiutare Rick e gli altri a raccogliere armi e provviste tra gli edifici infestati da non-morti. Si innamora di Maggie, la figlia del Pastore Hershel, riuscendo a vincere le simpatie del burbero patriarca. La sua morte (nel volume 17) è forse la più sconvolgente e rappresentativa dell’intera serie, per vari motivi: il primo è che riguarda un personaggio particolarmente amato dai lettori, il secondo è che è talmente splatter da indurre i più a distogliere lo sguardo, e il terzo è che introduce in modo indimenticabile il temibile Negan, uno degli avversari più temibili e carismatici dell’intera serie.

Andrea

Andrea ha 25 anni. Lavora in uno studio legale. Poi, il mondo finisce. E Andrea diventa una sopravvissuta, al fianco di Rick, sin dall’inizio, sin da quando deve piantare una pallottola in testa alla sorella minore Amy per assicurarsi che non si trasformi in uno zombie. Sopravvive per anni, aiutando Grimes a ricostruire un nuovo mondo dalle macerie del precedente, diventando la sua confidente e la sua compagna. Proprio quando pensavamo che gli zombie non fossero più un pericolo, Andrea viene circondata e morsa al collo. È il personaggio principale della serie a cui Kirkman concede la morte migliore, più dolce, per quanto possibile: l’infezione infatti le lascia il tempo di salutare tutti, di consolare Rick e di morire nel proprio letto, nel volume 28 della serie

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