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sabato, Giu 13

Le 5 versioni più inquietanti del Joker



Da Wired.it :

La nemesi di Batman spegne 80 candeline. Ecco come è cambiato il pagliaccio assassino di Gotham City dagli anni ’40 a oggi

Compleanno da brividi nel mondo dei comics. Uno dei villain più inquietanti nella storia dei fumetti, tra i pochissimi ad essersi meritati un Oscar cinematografico, compie 80 anni. Parliamo del Joker: nemesi eterna di Batman, agente del caos, psicopatico dal sorriso letale e dalla pelle eternamente imbiancata. Ne ha fatta di strada, il Joker, in queste otto decadi, rivelandosi un personaggio sorprendentemente mutevole anche nei confini del suo archetipo così saldamente definito e rigido.

Anche gli autori, recentemente, ne hanno riconosciuto l’evoluzione del ventilando una teoria dei tre Joker. Quando un Batman temporaneamente onniscente si è interrogato sull’identità dell’avversario di sempre, la risposta è stata sibillina: non sarebbe infatti un solo pagliaccio assassino a tormentare Gotham e il suo protettore, ma tre. Che cosa significhi questa premessa lo scopriremo soltanto tra qualche mese: a giugno uscirà infatti negli States la Saga dei tre Joker (di Geoff Johns e Jason Fabok) che si promette di gettare nuova luce su questo pluriennale mistero. Saranno tre aspetti della psiche frammentata del folle assassino, o tre personaggi autonomi e indipendenti che si sono avvicendati negli anni all’insaputa del Cavaliere oscuro (e dei lettori)?

In attesa di scoprire la risposta, festeggiamo (si fa per dire) gli 80 del Joker con una retrospettiva sulle sue 5 incarnazioni, una più inquietante dell’altra.

1. Il Joker della Golden Age

Alle origini, Joker era diverso dallo psicopatico al servizo del caos che conosciamo e (?) amiamo. Gli autori Bill Finger, Bob Kane e Jerry Robinson lo introdussero negli anni ’40, agli albori della cosiddetta Golden Age dei fumetti, per ricreare quello che Moriarty fu per Sherlock Holmes: un avversario temibile, geniale e non necessariamente folle. I suoi piani avevano obiettivi ben precisi, e il diabolico senso dell’umorismo serviva come contrappunto alla serietà di Batman più che come forma di approfondimento psicologico o critica sociale. Gli elementi caratteristici, però, erano già tutti lì, e avrebbero decretato il successo del personaggio consacrandolo per sempre nell’Olimpo dei comic book americani: il completo viola, i capelli verdi e la pelle bianca; il rictus perenne; il veleno letale che uccide le vittime marchiandole con una smorfia a forma di sorriso. Fu l’introduzione della censura nei fumetti nel 1954 tramite la Comics Code Authority a cambiare per la prima volta il carattere del Joker, trasformandolo in un innocuo burlone privo di tendenze o potenzialità omicide.

2. Il Joker della Bronze Age

Come per lo stesso Batman, anche nella storia del Joker c’è uno spartiacque importante: la serie tv degli anni ’60 che per un decennio donò enorme popolarità ai personaggi di Gotham, ma affibbiò loro una natura kitsch e colorata ben distante dallo spirito delle origini. Stessa sorte subì il Joker, che tornò ad essere minimamente minaccioso soltanto negli anni ’70, dopo la chiusura del telefilm e il rilancio grazie alle storie di Danny O’Neill e Neal Adams. Furono loro a certificare la follia del pagliaccio assassino, spedendolo all’Arkham Asylum anziché in galera e alterandone l’aspetto per renderlo più alto, snello, con il volto grottescamente allungato. Il Joker degli anni ’70, la Bronze Age dei fumetti, recuperava le caratteristiche migliori delle origini, ereditando dalla serie tv il tocco di follia e introducendo il vizietto di elaborare piani sadici per divertirsi uccidendo gli avversari, compiendo così un passo in avanti verso il personaggio dell’era moderna.

3. Il Joker senza volto

Dopo una serie di graphic novel fondamentali come The Killing Joke di Alan MooreArkham Asylum di Grant Morrison e Joker di Brian Azzarello, che accompagnano l’evoluzione del personaggio, ne consolidano la mitologia e aggiungono nuovi tasselli alla sua storia, nella saga Death of the family l’autore Scott Snyder (nessuna parentela con Zack Snyder, il regista di Batman v Superman) torna a discostarsi dalla visione canonica del Joker, rilanciandolo in una nuova, letale versione. Più folle che mai, il clown di Gotham si lascia strappare la pelle dal volto, la reindossa come maschera e si lancia in una crociata personale, oscura e ossessiva contro Batman e contro tutta la su’ a famiglia di alleati, siano essi poliziotti, supereroi o altre persone care e vicine. Questa è una versione del Joker la cui follia ha ben poco di giocoso, la cui oscurità è macchiata di sangue e decomposizione, e i cui enigmi e indovinelli sono più simili a quelli di Saw – L’enigmista che non alle battute di un clown triste.

4. Il Joker che non ride

Batman ha appena chiesto a Catwoman di sposarlo. In un momento così importante nella loro relazione, il Cavaliere oscuro sente l’urgenza di raccontare all’amata una storia del suo passato, dal suo secondo anno di attività quale vigilante di Gotham City.

In questa saga di Tom King, scopriamo così che c’è stato un periodo in cui il Joker era depresso, clinicamente incapace di ridere o sorridere, e per questa stessa ragione ancora più folle e omicida che mai. Avvertendo la debolezza del rivale, l’Enigmista sfida il Joker a un duello all’ultimo sangue (altrui…) per stabilire chi sia l’unico criminale degno di uccidere Batman. Nasce così una sfida a tre, o forse a quattro, perché il vigilante di Gotham dovrà usare tutte le risorse a disposizione anche di Bruce Wayne per porre fine a una guerra tra folli assassini destinata a lasciarsi dietro una scia di cadaveri. Una visione inedita del Joker, breve ma potente, in un duello diabolicamente avvincente.

5. Il Batman che ride

Se Batman e Joker sono due facce della stessa medaglia, perché non ridurre ulteriormente la distanza e unirli in un unico personaggio? Il risultato non è solo la versione probabilmente più inquietante e letale del Joker che si sia mai vista, ma anche il Batman più pericoloso per l’intero multiverso Dc Comics, come conferma la miniserie Batman: Dark Knights Metal di Scott Snyder e Greg Capullo. In una terra alternativa, il Joker è riuscito a scoprire la vera identità di Batman e a mettere a punto una tossina tale da influenzare e corrompere la mente di chiunque vi venga in contatto, trasmettendo la stessa follia che infetta il clown assassino.

Durante uno scontro letale, Batman riesce a eliminare il Joker, ma viene in contatto con la tossina e ben presto si tramuta in un mostruoso ibrido con la forza e le conoscenze del Cavaliere Oscuro e la follia assassina del suo avversario. Il Batman che ride conquista ben presto il suo mondo e si prepara a estendere la propria presa su tutto il multiverso. Una delle versioni più inquietanti non solo di Joker, ma anche di Batman.

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[Fonte Wired.it]