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giovedì, Gen 16

Le baggianate sulla nave Ss Cotopaxi, “scomparsa” nel Triangolo delle Bermuda


Anzitutto, la nave non è stata mai ritrovata, né in mare (come invece sostiene una bufala satirica diventata virale), né tantomeno nel deserto del Gobi. E il drammatico incidente del 1925 non ha granché di misterioso o soprannaturale

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L’immagine (fotoritoccata) che accompagna la bufala (fonte: World News Daily Report)

Poche imbarcazioni nella storia della navigazione sono protagoniste di bufale, leggende metropolitane e fraintendimenti quanto la Ss Cotopaxi, il piroscafo mercantile scomparso in mare tra il novembre e il dicembre del 1925 mentre era in viaggio da Charleston, negli Stati Uniti, verso la capitale di Cubal’Avana. E l’ultima novità, almeno in termini cronologici, è un picco di viralità della falsa notizia relativa al suo fantomatico ritrovamento al largo di Cuba: una storia di fatto in circolazione da quasi 5 anni, ma che poche ore fa ha richiesto un intervento ad hoc da parte del più autorevole portale statunitense di allerta-bufale.

La fake news della nave misteriosamente riapparsa

Per farla breve: secondo il sito World News Daily Report, il 16 maggio (non si sa di quale anno, ma l’articolo è online dal 2015) le autorità marittime cubane avrebbero avvistato un’imbarcazione sconosciuta nelle acque a Ovest della capitale e, dopo una serie di tentativi fallimentari di mettersi in contatto con l’equipaggio, avrebbero deciso di salire a bordo. Solo una volta giunti nei pressi del natante si sarebbero resi conto che non c’era traccia di presenza umana, e che la nave era vecchia di quasi un secolo.

Le successive indagini avrebbero portato all’identificazione della nave come la Ss Cotopaxi, misteriosamente sparita nell’area corrispondente al Triangolo delle Bermuda 90 anni prima. Il diario di bordo ritrovato sottocoperta sarebbe risultato autentico, e avrebbe fatto luce su quanto accaduto all’imbarcazione fino al giorno della scomparsa, senza però dare risposta alle domande più importanti.

Come sappiamo che è una bufala?

Basta un minimo di attenzione. Anzitutto, nessuna altra fonte ha fornito conferme indipendenti della notizia, e gli unici altri siti e giornali che hanno riportato la storia come veritiera si sono limitati a un sostanziale e distratto copia-incolla della versione del World News Daily Report. Quest’ultimo tuttavia è un sito che senza mezzi termini si auto-definisce “di natura satirica” e “dedito alla fiction”, dunque tutte le informazioni e tutti i fatti raccontati sono frutto della fantasia. Pure la foto che accompagna il testo, se osservata attentamente, appare palesemente artefatta.

Va detto però che, nonostante il sito sia stato equiparato al nostro Lercio, si tratta di un portale che fa molto più gioco sull’ambiguità e sulla distrazione dei lettori di quando possa essere ritenuto eticamente corretto. Piuttosto che Lercio, quindi, il World News Daily Report potrebbe essere considerato come il corrispondente di Rebubblica (con 3 b) o de Il Fatto quotidaino (con la a prima della i), spesso considerati al limite del clickbaiting.

Fino ai primi mesi del 2019, infatti, il disclaimer relativo all’attività satirica era sostanzialmente nascosto a fondo pagina, e il titolo del sito non faceva certo intuire la natura poco seria dei contenuti. E in più i nomi delle persone citate negli articoli (in questo caso Abelardo Colomé Ibarra, ex vicepresidente del Consiglio di Stato di Cuba) sono spesso quelli veri, contribuendo ad alimentare la confusione. Ora, almeno, è stato inserito lo slogan Where facts don’t matter, rendendo più palese la poca aderenza dei contenuti alla verità sostanziale dei fatti.

Quando la realtà si mescola con la fantascienza

A preparare terreno fertile a questa bufala è stato, involontariamente, il film di Steven Spielberg del 1977 Incontri ravvicinati del terzo tipo. Nel lungometraggio fantascientifico, infatti, la Ss Cotopaxi viene ritrovata nel deserto del Gobi, dove sarebbe arrivata grazie a qualche forza soprannaturale o di origine aliena. Anche se in questo caso è ovvio che si tratta di puro intrattenimento, l’aver citato il caso storico di un’imbarcazione realmente sparita ha contribuito ad accrescerne la fama. Fino ad allora, infatti, quella della Ss Cotopaxi era una storia di fatto sconosciuta, mentre oggi è tra le imbarcazioni più chiacchierate quando si parla della leggenda del Triangolo delle Bermuda.

La verità è molto più semplice (e noiosa)

Purtroppo per gli amanti del mistero, la storia autentica della Ss Cotopaxi è assai meno intrigante e affascinante di quanto leggende metropolitane e bufale vogliano far credere. Lunga 77 metri e larga 13, la nave varata nel 1918 era salpata il 29 novembre 1925 dal già citato porto di Charleston, diretta verso Cuba con 32 uomini a bordo e un carico di carbone. Due giorni dopo la partenza, dall’imbarcazione partì una richiesta di soccorso a causa di alcune falle nello scafo: secondo quanto detto nella comunicazione radio, la Ss Cotopaxi stava imbarcando acqua da quando era stata investita da una violenta tempesta tropicale.

Anche se effettivamente non sono mai più state trovate tracce della nave e delle persone a bordo, con tutta probabilità le cause del disastro sono da ricercare proprio nel maltempo, oppure nei danni irreparabili all’imbarcazione provocati dalla tempesta stessa. Del resto l’intero mito del Triangolo delle Bermuda, come abbiamo raccontato anche qui su Wired, è nato sulla base di una serie di vicende di per sé ben poco misteriose, ma selezionate, raccontate e distorte in modo da far emergere una componente paranormale o inquietante che di fatto non esiste né è mai esistita. Una leggenda metropolitana su cui si fonda anche l’ondata di assurde ricondivisioni sui social a cui stiamo assistendo in questi giorni.

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