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martedì, Giu 25

Le bandiere dell’orgoglio lgbt+, spiegate


A 50 anni dai moti di Stonewall, le bandiere sono un vessillo di rappresentanza per tutte le sfumature della comunità lgbt+

Negli ultimi anni, all’interno della comunità lgbt+, si è aperto un dibattito sul tema dell’inclusione, la cui finalità è sensibilizzare maggiormente chi vi fa parte (e chi no) sulle diverse sfumature di genere e sessualità intorno alle quali un individuo può definire la propria persona.

L’allargamento di questo ombrello, sotto cui  si riconosce l’intera comunità lgbt+, ha portato, per esempio, al rifiuto del termine gay pride – etichetta che non rappresentava una larghissima fetta di individui tra cui transessuali, bisessuali ecc – a favore del più generico pride con cui si definiscono oggi le manifestazioni di orgoglio della comunità durante il mese di giugno.

La rappresentazione di una minoranza, va da sé, passa anche attraverso i simboli nei quali si riconosce: le bandiere, a partire dalla conosciutissima bandiera arcobaleno, sono, proprio per questa ragione, un vessillo di orgoglio. Oggi ne esistono diverse, come diverse sono le autodefinizioni e le autocoscienze di ciascun individuo e, in quest’ottica, la lista può e deve essere continuamente aggiornata.

Nella nostra gallery qui in alto abbiamo raccolto le principali e più rappresentative, ciascuna con la propria spiegazione.

 

 

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