Le cimici dei letti, gli insetti che nell’autunno del 2023 hanno occupato le prime pagine dei giornali francesi (e non solo) per aver infestato Parigi, potrebbero essere i primi parassiti “urbani” degli esseri umani. Ossia i primi ad aver seguito la nostra specie nello spostarsi verso le prime città. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Biology Letters, i cui risultati suggeriscono che le cimici dei letti abbiano a che fare con la società umana da almeno 50mila anni, e che la loro storia demografica sia strettamente collegata con la nostra.
Lo studio
Gli autori e le autrici hanno comparato i genomi di due ceppi geneticamente distinti di cimici dei letti: quello che migliaia di anni fa ha iniziato a nutrirsi del sangue degli esseri umani e quello che invece ha continuato a sfamarsi a discapito del suo ospite originario, ossia i pipistrelli. Il materiale genetico è stato estratto da 19 animali in totale, di cui nove considerati appartenenti al ceppo “umano” e dieci invece associati ai pipistrelli.
Inoltre, i ricercatori hanno utilizzato dei modelli computazionali per ricostruire la possibile storia demografica dei due ceppi, sfruttando come parametri di riferimento alcune conoscenze ottenute attraverso precedenti studi. Una di queste è il fatto che entrambe le popolazioni di cimici dei letti avrebbero subito un drastico declino più o meno in corrispondenza dell’Ultimo massimo glaciale, circa 20mila anni fa.
La storia delle cimici dei letti
“Il ceppo associato ai pipistrelli non si è mai ripreso e sta ancora diminuendo”, spiega Lindsay Miles, prima autrice e ricercatrice presso il Dipartimento di entomologia del Virginia Tech (Stati Uniti). “Ma la parte davvero entusiasmante è che quello associato all’essere umano si è ripreso e la sua popolazione effettiva è aumentata”.
Più nello specifico, stando ai risultati della ricerca, la storia demografica delle cimici dei letti associate agli esseri umani sembrerebbe rispecchiare l’andamento demografico umano: a differenza di quelle associate ai pipistrelli, circa 13mila anni fa la loro popolazione avrebbe di nuovo iniziato ad aumentare, mostrando un picco esponenziale in concomitanza con la comparsa dei primi insediamenti urbani.
I prossimi passi
“Gli esseri umani moderni sono usciti dalle caverne circa 60mila anni fa”, commenta Warren Booth, che ha coordinato lo studio ed è docente di entomologia urbana presso il Virginia Tech. “Le cimici dei letti vivevano nelle caverne insieme agli esseri umani e quando si sono trasferiti hanno portato con sé un sottoinsieme della popolazione”.
Dato che il ceppo associato alla nostra specie e quello associato ai pipistrelli non si sono ancora differenziati a sufficienza da poter essere considerati come due specie distinte, il prossimo passo sarà quello di studiare più approfonditamente le alterazioni genetiche che hanno sviluppato nel corso della loro storia evolutiva recente, spiegano gli autori.
“Sarà interessante osservare cosa è successo negli ultimi 100-120 anni”, conclude Booth. “Le cimici dei letti erano piuttosto comuni prima, ma una volta introdotto il Ddt, le popolazioni sono crollate. Si pensava che fossero state sostanzialmente debellate, ma nel giro di cinque anni hanno iniziato a ricomparire e a resistere al pesticida”.



