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Le colonnine per le auto elettriche sono ancora troppo poche, ed è un grosso problema

da | Giu 2, 2025 | Tecnologia


Si tratta di un’esigenza per accompagnare, peraltro, la diffusione delle auto elettriche, che ha vissuto fino al 2024 una fase di stallo: in base ai dati forniti dal think-tank Transport&Environment, nel 2024 le immatricolazioni nell’Unione Europea hanno raggiunto 1,4 milioni di unità (in calo rispetto agli 1,5 milioni dell’anno precedente), mentre il parco circolante complessivo dei mezzi Bev (battery electric vehicles) è composto da 4,4 milioni di autovetture (su un totale di 256 milioni, secondo i dati del 2023). Un’accelerazione importante è stata tuttavia registrata in molti paesi europei – compresa l’Italia – nei primi mesi del 2025.

Colonnine ancora troppo assenti nei luoghi strategici

Secondo la sesta edizione del rapporto “Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico di Motus-E”, quasi sette colonnine su dieci (67,8%) si trovano su suolo pubblico, spesso in aree urbane non sempre strategiche in termini di mobilità. Le strutture commerciali ne ospitano il 26%, mentre percentuali marginali si registrano presso le stazioni di servizio tradizionali (2,3%), le aree autostradali (1,1%) e le zone di interscambio come porti, aeroporti e hub ferroviari (0,9%).

Ancora più ristretta è la diffusione nelle aree a uso limitato: appena il 2,2% è installato presso alberghi, b&b o strutture ricettive, lo 0,3% nei parcheggi aziendali e lo 0,01% in aree riservate a utenti professionali come taxi o flotte condivise. “I proprietari di veicoli elettrici raramente lamentano l’assenza di stazioni di ricarica”, spiega Fiumara. “L’Italia ha in realtà più stazioni di ricarica in rapporto al numero di veicoli elettrici circolanti rispetto a paesi come la Francia o la Germania. Chi decide di scegliere mezzi elettrici trova probabilmente come unico ostacolo reale la poca convenienza economica dovuta ai prezzi elevati del nuovo, l’assenza di un mercato dell’usato collaudato e tariffe di ricarica pubblica elevate”.

È una fotografia che evidenzia un margine di crescita enorme, a patto di intervenire con politiche più mirate e investimenti nei nodi davvero critici per la mobilità. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha assegnato uno stanziamento di 713 milioni di euro per installare oltre 21.000 punti di ricarica ad alta potenza entro il 2026, con priorità proprio alle superstrade e ai centri urbani. Non tutte le ricariche, però, hanno lo stesso ruolo. E ciò vale anche per il tipo di corrente elettrica utilizzata. “La nostra strategia – prosegue il manager – punta su Fast e Ultra-fast charging. In quest’ottica, trasformare le infrastrutture esistenti a corrente alternata (Ac) in colonnine a corrente continua (Dc) o, preferibilmente, installare direttamente punti di ricarica in corrente continua nei luoghi strategici consente di ridurre drasticamente i tempi di rifornimento. Questo approccio supporta una mobilità elettrica più fluida, adattandosi a diverse tipologie di veicoli e a esigenze di ricarica sempre più rapide”.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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