Immaginate di votare alle elezioni parlamentari in Argentina per un candidato nella vostra circoscrizione, fare una croce sulla lista prescelta e inserire la scheda all’interno di un grande contenitore bianco. Fin qui tutto normale, se non fosse che quel candidato non esiste.
È ciò che è accaduto nella provincia di Santa Fe, dove uno dei candidati, Luciano “Chano” Rossi del partito Republicanos Unidos, si è presentato come leader di una lista chiamata Inteligencia Argentina, il cui programma politico è stato in gran parte elaborato e promosso da un sistema di intelligenza artificiale che ha ideato la figura di un diputado AI – un deputato artificiale – con tanto di simbolo e componente virtuale del partito.
Nel corso della campagna, la lista Inteligencia Argentina ha diffuso un video in cui una voce sintetica annunciava che “l’AI votará por vos” (l’AI voterà per te), e piccoli spot animati mostravano un algoritmo che prendeva decisioni legislative basate sul pensiero di 57 personalità storiche argentine, da Mariano Moreno ad Alfonsina Storni.
Secondo il candidato Luciano “Chano” Rossi, l’intelligenza artificiale non sarebbe né di destra né di sinistra, bensì “una forma neutra, trasparente, non corrompibile”. Tuttavia, il modello di base è stato programmato con una matrice che cerca “equilibrio tra progressismo e conservatorismo”.
Partecipazione minima e primo posto per Milei
Questo episodio è solo uno dei molti momenti pirotecnici di una campagna elettorale segnata da fake news, disinformazione e un diffuso senso di caos. È in questo contesto che si è votato il 26 ottobre 2025 per il rinnovo del parlamento. Dei circa 36 milioni di argentini chiamati alle urne per rinnovare metà della Camera dei deputati e un terzo del Senato, solo il 67,8 % ha effettivamente espresso il proprio voto – la più bassa partecipazione dal ritorno della democrazia nel 1983.
Secondo i risultati provvisori pubblicati sul portale ufficiale governativo, il partito del presidente Javier Milei, La Libertad Avanza, ha ottenuto circa il 40,8% dei voti (nda, dato da aggiornare alla pubblicazione), imponendosi come prima forza politica del paese e consolidando il proprio peso parlamentare, anche se il conteggio definitivo non è ancora concluso.
Le elezioni parlamentari argentine – equivalenti a un voto di midterm, cioè a metà mandato presidenziale – si tengono ogni due anni e sono state un test decisivo per il governo Milei: la prima occasione in cui il presidente ha affrontato il giudizio diretto degli elettori dopo il suo insediamento nel 2023.
Il candidato alle elezioni in Argentina Javier MileiManuel Cortina/SOPA Images/LightRocket via Getty Images
2025: l’annus horribilis di Milei
Già allora, il ruolo dell’intelligenza artificiale e della tecnologia come strumenti elettorali si era rivelato cruciale nell’ascesa di Milei che, con una retorica antisistema e populista, era riuscito a conquistare il 55,65% dei voti nel ballottaggio del 2023, contro il 44,35% del rivale peronista Sergio Massa. Proprio in un articolo di Wired quelle elezioni erano state definite “le prime realmente condizionate dall’intelligenza artificiale”, sottolineando come entrambi i principali candidati — Milei e Sergio Massa — avessero fatto ricorso massicciamente a strumenti di generazione automatica di contenuti.



