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Le innovazioni in medicina potranno superare i confini geopolitici arrivando a tutti, grazie all’intelligenza artificiale?

by | Nov 8, 2025 | Tecnologia


Innovazioni in medicina o medicina tradizionale: di quale fidarsi? Grazie alle nuove tecnologie, non bisognerà più scegliere e nemmeno dare per scontato che la prima è quella che arriva dall’occidente e la seconda da “altrove”. “L’unica differenza è che le tecniche sviluppate in America o in Europa hanno basi più strutturate, ma i rimedi regolarmente usati dalla popolazione africana, per esempio, non hanno per forza un’efficacia minore” spiega il biologo Abdou M. Diouf. Nato in Benin da genitori senegalesi, cresciuto ad Arezzo, laureato a Firenze e attualmente impegnato in un progetto a Roma, pochi meglio di lui possono spiegare perché i confini geografici e geopolitici in medicina sono lacci emostatici che ne impediscono l’evoluzione.

Efficacia mai scritta

Come esempio, Diouf porta Covid-19, per mostrare come ciò che è scritto e brevettato funziona più di ciò che viene utilizzato e tramandato di generazione in generazione oralmente. “Molte erbe come l’artemisia, comunemente usata in Africa, anche in quel contesto sono risultate molto efficaci. È un continente abituato ad affrontare pandemie da sempre e ha tanto da insegnare” spiega.

Parlandone in una piazza di Trieste, gremita di appassionati di scienze “occidentali” e protocollate in occasione del TriesteNext 2025, Diouf chiarisce bene la sua idea de-centralizzata di medicina del futuro. Nessuno vuole “bypassare i controlli” ma anzi realizzarli anche nella medicina africana per “nobilitarla” al pari di quella sviluppata in Europa w America. “Questo ci permetterebbe di confermare l’efficacia di alcuni trattamenti, ma anche di comprendere più a fondo come funzionano – spiega Diouf – se iniziassimo a studiare una per una tutte le piante già usate nelle varie aree, chissà quante nuove scoperte potremmo fare”. Con il suo team di ricerca, Diouf ha già iniziato a farlo in Senegal, focalizzandosi sulla pianta di baobab e sulla moringa, la pianta detta “never die”, un nome, una speranza. Il suo obiettivo è quello di approfondirne scientificamente le caratteristiche e i benefici che se ne possono trarre a livello globale, anche contro l’antibiotico resistenza.

Ai e saperi umani

Per far sì che il dialogo nel mondo della scienza smetta di essere un “monologo occidentale”, un ruolo importante lo possono giocare le nuove tecnologie. Il loro contributo secondo Diouf è fondamentale “per staccare l’etichetta di ‘tradizionale’ alla medicina africana e provarne il suo valore innovativo”. L’intelligenza artificiale, per esempio, se combinata con il dna barcoding, può diventare uno strumento potente per certificare l’efficacia di molte pratiche finora tramandate oralmente, “perché in Africa se una cosa funziona la si usa, senza per forza farci un protocollo attorno”.

Comprensibile, ma limitante, e quello che Diouf e altri esperti stanno iniziando a fare è usare tecnologie come il dna barcoding per scoprire e sprigionarne il valore dei rimedi considerati tradizionali, e l’ai per analizzare velocemente tutti i dati e le conoscenze disponibili in ogni parte del mondo, traendone conclusioni utili per qualsiasi parte del mondo.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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