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sabato, Giu 06

Le leggende metropolitane sulla Casa bianca



Da Wired.it :

La Casa bianca è da sempre una calamita per leggende metropolitane e dicerie, dai tunnel segreti agli alligatori, dai fantasmi alle fake news vintage

(foto: Susan Biddle/White House/The LIFE Picture Collection via Getty Images)

Lunedì la Casa bianca ha spento le luci mentre infuriavano le proteste a Washington DC. Le foto hanno fatto il giro del mondo: ovviamente un simbolo della fallimentare presidenza Trump. Anche Hillary Clinton ha ben pensato di cogliere l’attimo.

In seguito molti scriveranno che la Casa bianca non spegneva le luci di quella facciata dal 1889, per altri invece succede solo con la morte del presidente. Viene da chiedersi perché nel 1889 le luci sarebbero state spente ma, sorpresa, non sembra esistere alcuna fonte sull’episodio. Oltre a questo, quelle luci si spengono quasi ogni sera.

Ma, probabilmente, quando questo è accaduto durante la storica protesta di Black Lives Matter, le luci spente hanno assunto un significato. Contemporaneamente, sui social andava in tendenza l’hashtag #dcblackout, secondo il quale nella zona era stato spento anche internet.

La Casa bianca, però, è da sempre una calamita per leggende metropolitane.

Alligatori alla Casa bianca

Sembra il titolo di un B-movie, ma le storie su questi insoliti inquilini al 1600 Pennsylvania Avenue sono piuttosto note. Più complicato è stabilire se siano vere, visto che riguardano presidenti diversi. Quella più famosa è su John Quincy Adams, che nel 1825 avrebbe ricevuto in regalo un alligatore dal Generale Lafayette, che a sua volta lo aveva ricevuto in dono. Secondo altre versioni, l’alligatore soggiornò alla Casa bianca solo temporaneamente, in attesa di essere restituito al suo proprietario, o di una sistemazione più idonea.

Il problema è che non esistono documenti contemporanei a questi traffici di rettili presidenziali. Il più vecchio è del 1888.

Anche per il presidente Hoover, che entrerà alla Casa bianca nel 1929, si parlerà di una coppia di alligatori. Erano del figlio, appassionatissimo di animali, ma i due rettili furono donati allo Smithsonian anni prima che il padre si trasferisse alla Casa bianca, dove per altro il figlio non abitò mai. Poi ci sono un paio di trafiletti su presunti alligatori di Harding e Harrison. In generale, per l’assenza di fonti storiche e visto che gli standard giornalistici di un secolo fa non erano poi molto diversi da quelli odierni, Snopes assegna alla leggenda degli alligatori presidenziali lo status non provato. 

Il bunker e i tunnel segreti

Un’altra notizia della notte delle proteste è quella che il servizio segreto avrebbe portato Trump nel bunker, per ragioni di sicurezza. Questo potrebbe far tornare in mente il leggendario sistema di tunnel e camere segrete con cui sarebbe accessoriata la dimora presidenziale. Non è così che Jfk portava avanti una relazione clandestina con Marilyn Monroe proprio alla Casa bianca?

Anche qui c’è un po’ di verità e tanta leggenda. Ma partiamo dalla confusione sui nostri giornali, che descrivono il bunker dove è stato Trump mischiando le caratteristiche di due spazi distinti. Uno è il Presidential Emergency Operations Center (Peoc), l’altro sarebbe un bunker multilivello, autosufficiente, che è stato fatto costruire dopo l’11 settembre. Trump è stato portato nel primo, costruito durante la Seconda guerra mondiale, sull’esistenza del secondo ci sono solo indiscrezioni.

Anche i tunnel esistono, almeno due, ma non sono poi così segreti e fumettistici. Durante la presidenza di Roosevelt, e soprattutto quella di Truman la Casa bianca venne molto modificata. In particolare furono ricavati nuovi spazi sotterranei (oltre a un rifugio anti-bomba). Tra gli uffici e le piste da bowling, complice Pearl Harbor, ci si è posti anche il problema di proteggere meglio il presidente.

La cosa interessante è che le storie sui tunnel precedono anche di un secolo la loro effettiva costruzione. In The Hidden White House lo scrittore e storico Robert Klara racconta per esempio della fuga di Dolley Madison dalla Casa bianca in fiamme fino alla residenza privata di Octagon House, secondo le voci proprio grazie a un favoleggiato passaggio segreto.

Truman e i fantasmi della Casa bianca

Che cosa convinse Truman ristrutturare così radicalmente la Casa bianca? Forse c’entra un po’ anche il paranormale. Come tutte le vecchie case, vanta una lunga tradizione di fantasmi. Lincoln e altre personalità infesterebbero il 1600 di Pennsylvania Avenue, spaventando animali e persone. Ma è possibile che un presidente si faccia spaventare? A quanto pare sì, almeno nel privato. Nelle lettere alla moglie il presidente Harry Truman racconterà delle sua esperienze paranormali nella casa. Il 12 giugno 1945 le scrive:

“Sono seduto in questa vecchia casa e lavoro agli affari esteri, leggo rapporti e lavoro su discorsi – il tutto mentre sento i fantasmi camminare su e giù nel corridoio anche qui davanti allo studio. I pavimenti scricchiolano e le tende si muovono avanti e indietro – posso immaginarmi il vecchio Andy [Jackson] e Teddy [Roosevelt] litigare su Franklin [Roosevelt]”

Ma in una lettera del 9 settembre 1946 il presidente sembra davvero spaventato:

“Questo posto è infestato, sicuro come l’oro [sure as a shootin’]. Il servizio segreto ha detto che nemmeno un guardiano era qui su a quell’ora.”

Un errore comune è credere che avere un’esperienza apparentemente inspiegabile, e raccontarla, certifichi l’irrazionalità o ignoranza del relatore. Le cose non sono così semplici. Nel caso dei Truman sappiamo che dopo queste esperienze gli ingegneri gli confermarono che la Casa bianca stava praticamente cadendo a pezzi. Pavimenti scricchiolanti e spifferi possono spiegare adeguatamente questo tipo di aneddoti. E alla fine il presidente non si affidò a dei medium per il problema.

La vasca da bagno di Millard Fillmore

Forse non tutti sanno che la moderna vasca da bagno è nata a Cincinnati, nel 1842. L’inventore, Adam Thompson, l’aveva migliorata rispetto ai modelli inglesi. Ma non fu subito bene accetta in America. Per qualcuno promuoveva l’ozio, altri dicevano che fosse dannosa per i reumatismi. Alcune città ne vietarono l’installazione. Ma non si può fermare il progresso. I medici, e persino gli omeopati (!), alla fine raggiunsero un consenso scientifico: fare il bagno nella vasca non era dannoso, era addirittura consigliabile. Ma anche col bollino della scienza la popolazione continuava a guardare con sospetto la vasca da bagno. Ci pensò il presidente Millard Fillmore a cambiare le cose: nel 1850 la fece installare alla Casa bianca, dando il buon esempio.

Questa storia è stata raccontata nel 1917 dal giornalista Henry L. Mencken sullo New York Evening Mail. Intitolata A Neglected Anniversary, sembrava celebrare i 75 anni dall’invenzione della vasca da bagno. C’è solo un problema: il lungo e dettagliatissimo articolo era inventato di sana pianta, come confesserà 8 anni dopo l’autore. L’ingenuo Mencken non si aspettava che qualcuno lo prendesse seriamente. Ma la bufala cominciò a viaggiare, ovvero a essere ricopiata dai colleghi di Mencken, e la storiella diventò per molti un fatto.

La confessione del giornalista ovviamente non bastò a fermarne l’avanzata. Museum of Hoaxes racconta che la fantastoria della vasca da bagno, e del provvidenziale interessamento presidenziale, continuò a circolare per decenni sulla carta stampata. Era così famosa che il presidente Truman la raccontò come vera in un discorso del 1952 sul progresso della salute pubblica. Dal 1974 a Moravia, nello stato di New York, c’è anche la tradizione (da poco recuperata) di una gara di veicoli costruiti con vasche da bagno (bathtub race). Non è casuale che la competizione avvenga durante i Fillmore days, un weekend dedicato al presidente.

Anche nel nuovo millennio la bufala di Mencken è stata avvistata sui giornali: nel 2004 è apparsa persino sul venerato Washington Post. Forse la differenza tra le differenza tra le fake news di un tempo e quelle di oggi è che una volta erano scritte meglio.

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[Fonte Wired.it]