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lunedì, Ago 10

Le manifestazioni in Bielorussia contro la vittoria di Lukashenko



Da Wired.it :

Le proteste sono nate dopo la pubblicazione dei risultati delle elezioni che hanno confermato la sesta vittoria consecutiva del presidente uscente. I manifestanti denunciano brogli

(Foto: Valery Sharifulin/Tass/Getty Images)

Le elezioni del 9 luglio in Bielorussia hanno decretato la vittoria schiacciante di Alexander Lukashenko che, con l’80% dei consensi, ha conquistato il sesto mandato consecutivo da presidente. Un risultato scontato in un paese definito da molti lultima dittatura d’Europa che, però, non ha impedito a migliaia di cittadini di scendere in piazza a Minsk e protestare, denunciando brogli e manipolazioni del voto. La polizia ha represso duramente le manifestazioni che sono andate avanti tutta la notte: sono stati usati lacrimogeni e granate stordenti per disperdere la folla e si contano decine di feriti, colpiti dai manganelli delle forze dell’ordine. Alcuni manifestanti – anche se non si sa il numero preciso – sono stati arrestati. I cortei di protesta, come sottolineato da alcuni corrispondenti della stampa estera presenti in loco, avevano una connotazione assolutamente pacifica che si è dispersa con l’intervento della polizia.

A differenza delle precedenti, queste elezioni avevano suscitato grande interesse da parte dei bielorussi che, per la prima volta, potevano contare su un valido candidato dell’opposizione: Svetlana Tikhanovskaya, moglie del blogger e youtuber Sergei Tikhanovsky, noto oppositore politico di Lukashenko, arrestato a inizio maggio. Tikhanovskaya durante la campagna elettorale era riuscita a destare entusiasmo e partecipazione arrivando a radunare 60mila persone durante una comizio a Minsk. I risultati degli scrutini le assegnano, però, solo il 10% delle preferenze.

La repressione di Lukashenko

Il presidente Lukashenko ha da subito minimizzato la popolarità di Tikhanovskaya definendola “un’opposizione che non vale la pena di reprimere” ma nei giorni dedicati alle elezioni, come già accaduto in campagna elettorale, ha cercato di contenere ogni voce di dissenso. Sono state bloccate le vie di accesso alla capitale, disposti veicoli militari nelle strade della città e persino bloccato l’accesso a internet per alcune ore.

Inoltre, la candidata è stata costretta a nascondersi per evitare che venisse arrestata. Sorte che, invece, è toccata a un’altra leader dell’opposizione, Maria Kolesnikova. Sembrano non esserci state ripercussioni, invece, per un’altra figura chiave di queste elezioni: Veronika Tsepkalo. Le tre donne, infatti, hanno rappresentato il fronte contrapposto a Lukashenko dopo l’arresto e l’esclusione alle elezioni di alcuni politici molto popolari in Bielorussia. Kolesnikova è la moglie di un imprenditore costretto a scappare dal paese per evitare l’arresto, mentre Tsepkalo ha coordinato la campagna elettorale del banchiere Viktor Babaryko, molto popolare in Bielorussia. Guidate da Tikhanovskaya, chiedevano di essere elette per approvare un’amnistia politica e convocare nuove elezioni democratiche entro sei mesi.

Quello dei brogli, quindi, non è solo un sospetto ma una realtà confermata da diverse circostanze. Sui social network sono stati riportati vari episodi, come una scrutinatrice che abbandona un seggio con una sacca piena di schede o i risultati di alcuni città che danno il presidente bielorusso nettamente in svantaggio. A ciò si aggiunge il mancato controllo dell’Ocse a cui, per cinque giorni, è stato vietato di raggiungere il paese per verificare la correttezza dell’intero procedimento elettorale.

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[Fonte Wired.it]