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giovedì, Nov 05

Le più pittoresche fake news sui presunti brogli elettorali di Joe Biden



Da Wired.it :

Dopo le denunce di irregolarità nel voto di Trump, un’ondata di disinformazione e fake news sta colpendo gli Stati Uniti: ci sono quella dei pennarelli per invalidare il voto, quella dei camion dell’immondizia che fanno sparire le urne e tante altre fantasie complottiste

(foto: Drew Angerer/Getty Images)

Nella notte del 4 novembre, numerose proteste sono divampate un po’ ovunque negli Stati Uniti, mentre negli ultimi stati rimasti in bilico continuano gli scrutini delle schede elettorali che potrebbero designare il candidato democratico Joe Biden come prossimo presidente della federazione (a Collegio elettorale piacendo). L’ex vicepresidente di Barack Obama, infatti, è tornato in vantaggio rispetto a Donald Trump, nonostante le incertezze delle prime ore dopo la conclusione dell’Election Day del 3 novembre. Il malcontento che si è successivamente diffuso attraverso tutta la società civile statunitense, tuttavia, è stato fomentato d disinformazione e propaganda che hanno iniziato a circolare su internet e media negli ultimi giorni, anche a causa dello stesso Trump.

Incapace di accettare la probabile sconfitta, il tycoon ha iniziato a pubblicare sui suoi account dei social network dei post che mettono in dubbio il regolare svolgimento del conteggio dei voti, accusando i democratici di “rubare le elezioni” e quindi di impedire illecitamente la rielezione di Trump. Quest’ultimo, infatti, ha iniziato a proclamarsi vincitore già nella tarda serata americana del 3 novembre, prima che la maggior parte degli stati terminasse lo spoglio dei voti e smentisse la grande rimonta del presidente su Biden. Sia ieri che oggi, Trump ha persino annunciato l’intenzione di procedere con delle azioni legali negli stati chiave in cui le consultazioni si sono rivelate decisive in favoe di Biden, e ha chiesto agli election centre di smettere di scrutinare. E, per aiutarsi nell’intento, ha iniziato a insinuare dubbi sulla legittimità del procedimento democratico americano.

Le notizie false sui social

Facebook, Twitter e Google hanno provato a smorzare i post di Trump attraverso procedure di labeling (ossia etichettando i messaggi del presidente con annunci tesi a contestualizzare le dichiarazioni false del presidente). Tuttavia, su questi stessi social network e su internet si sono diffuse comunque fake news e teorie della cospirazione. Secondo un’analisi di CrowdTangle, i post sui social che utilizzano gli hashtag #StealTheVote e #VoterFraud (rispettivamente, #RubareIlVoto e #FrodiElettorali) hanno raccolto più di 300mila interazioni nelle ore successive alla falsa attestazione di vittoria di Trump. All’indomani del 3 novembre, Google ha annunciato la sospensione e l’oscuramento di 10 account privati su YouTube che diffondevano fake news sulle elezioni a oltre 1 milione di follower

Fra le fake news più assurde ancora in circolazione sui social, si trova quella del falso scandalo degli elettori morti del Michigan (smontato anche da Associated Press), secondo cui “persone decedute hanno votato alle elezioni primarie in tutto lo stato il 4 agosto, e l’8% di tutti i voti espressi è stato respinto perché l’elettore era morto”. Un’utente di Twitter ha pubblicato una storia simile, diventata virale: “William Bradley, un uomo morto di 118 anni, a quanto pare ha votato da assente nella contea di Wayne nel Michigan. Bradley è morto nel 1984. Da quanto tempo va avanti questa truffa?”, con tanto di video che mostrerebbe la conferma della ricezione del voto del fantomatico uomo morto. Un altro tweet molto diffuso racconta di un problema del genere anche in Wisconsin: “Il Wisconsin ha 3.684.726 elettori registrati attivi. Hanno contato 3.288.771 voti. È, uhm, un po’ incredibile. 89% di affluenza alle urne? Ok, sicuro”.

Un filone di fake news molto popolare è anche quello di condividere video di presunti camion dell’immondizia che prelevano urne elettorali o di impiegati elettorali (o persone non identificate a volte) che – nell’ottica degli autori dei tweet – sarebbero impegnati in strani maneggi che coinvolgono le schede dei votanti. “Guardate che bellezza! Pensavo che la California avesse già contato tutte le schede, immagino di no…” si legge su Twitter, anche qui allegando un video della presunta stranezza. In Arizona, dove Joe Biden si trova in testa, è scoppiato il cosiddetto Sharpiegate, dopo che una donna ha dichiarato in un video virale di aver visto i funzionari del seggio distribuire deliberatamente dei pennarelli Sharpie nei seggi elettorali per invalidare i voti. Un’affermazione del tutto smentita dal Dipartimento elettorale dello stato, che ha affermato pubblicamente che gli Sharpie si possono usare per votare e quindi non invalidano niente.

Le conseguenze della disinformazione

La marea di messaggi a tema che ha invaso i principali social network stanno rendendo difficile per le piattaforme arginare le fake news, e il timore che la tensione sociale aumenti conseguentemente è reale. Su YouTube, ad esempio, i filmati in cui i repubblicani accusano gli avversari di barare a danno di Trump non possono essere bloccati – come nel caso del video che vede protagonista lo stesso figlio del presidente, Eric Trump. Questo genere di dichiarazioni, unite all’annuncio di contestazioni legali dei risultati da parte di Donald Trump, stanno creando confusione e paura tra i cittadini

Lo hanno rilevato anche gli osservatori internazionali dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce), invitati a osservare le elezioni presidenziali dal governo statunitense. Nel loro rapporto preliminare, gli esperti dell’Osce dichiarano che gli attacchi di Trump al processo elettorale hanno danneggiato la fiducia degli elettori nelle istituzioni democratiche: “Tali dichiarazioni da parte di un presidente in carica indeboliscono la fiducia del pubblico nelle istituzioni statali e sono state percepite da molti come una possibile causa di aumento della violenza politicamente motivata dopo le elezioni”. Inoltre, ci sono state 400 cause legali in 55 stati federali nei mesi precedenti alle elezioni, un numero senza precedenti. Nel paese “c’era la percezione diffusa che i giudici federali spesso sentenziassero su questioni relative alle elezioni in base a dei principi di parte”, afferma l’Osce nel proprio rapporto.

E intanto il Cremlino…

Le fake news non vengono diffuse solo dal fronte interno agli Stati Uniti, ma anche dall’esterno del paese. Il 4 novembre la task force anti disinformazione della Commissione europea EuVsDisinfo ha pubblicato la propria analisi della campagna di disinformazione messa strategicamente in atto dai media di stato russi per manipolare l’opinione pubblica statunitense ed estremizzare il dibattito politico sui social (e conseguentemente nella vita reale). 

L’obiettivo di questo genere di interferenza elettorale straniera non è tanto quello di sostenere un candidato in particolare, quanto piuttosto quello di destabilizzare una nazione considerata rivale e gettarla nel caos. Gli Stati Uniti non sono affatto nuovi alle interferenzae da parte della Russia: già nel 2016, nei mesi precedenti alle presidenziali dell’8 novembre, diverse compagnie russe legate al Cremlino avevano acquistato spazi pubblicitari su Facebook e creato innumerevoli account Twitter falsi a sostegno di Donald Trump (che allora fronteggiava la democratica Hillary Clinton). La questione dei presunti contatti tra i funzionari della campagna elettorale di Trump e l’intelligence russa, emersa con il cosiddetto Russiagate del 2019, ha quindi notoriamente infuocato il discorso politico statunitense.

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[Fonte Wired.it]