Seleziona una pagina
giovedì, Gen 21

Le prime cose che farà il presidente degli Stati Uniti Joe Biden



Da Wired.it :

Lotta al Covid, immigrazione, Cina e tasse: ci sarà un cambio di passo rispetto a quello che abbiamo visto con Donald Trump, ma senza le esagerazioni che qualcuno potrebbe aspettarsi

Joe Biden è entrato in carica da presidente americano il 20 gennaio con molte promesse da mantenere. In una Washington che solitamente straripa di festanti in occasione dell’Inauguration Day, e invece in questo cupo gennaio si è mostrata pressoché deserta – quando non attraversata dalle centinaia di volanti della polizia, come in paese occupato – lo attende il compito di far dimenticare il prima possibile il quadriennio del suo predecessore.

Forse ci vorranno anni prima di poter studiare a mente fredda il lascito di Donald Trump, caratterizzato da atteggiamenti incomprensibili, masochistici e divisivi, ma anche da una certa continuità con il passato alternata a iniziative di indubbia rottura che non sarà facile cancellare. Biden ha condotto una campagna fortemente incentrata su proposte che in parte vorrebbero invertire le azioni dell’eroe della destra populista – soprattutto in materia ambientale – in parte aggiornarle (specie in materia di immigrazione e politica estera).

L’enorme mole dei piani di Biden potrebbe in diversi casi rendere difficile la loro realizzazione. In altri invece il bisogno di uno spartiacque simbolico prevarrà, e forzerà la mano. Wired ha dato un’occhiata ad alcune delle promesse e degli obiettivi di breve termine per la sua presidenza, esposti sul sito web del team di transizione o comunicati alla stampa.

Covid e sanità

Pronti, partenza, via: e via lo scetticismo anti-scientifico, con la competenza che torna al potere. Già a fine novembre, dopo essere diventato presidente eletto, Biden ha annunciato una nuova task force che guiderà la sua risposta al Covid-19 una volta entrato in carica. La squadra sarà guidata da David Kessler, un ex commissario della Food and Drug Administration; l’ex chirurgo generale Vivek Murthy; e la dottoressa Marcella Nunez-Smith, professore associato di medicina ed epidemiologia alla Yale School of Medicine.

Biden aveva irriso a lungo la promessa di Trump di rendere disponibile un vaccino anti-Covid entro la fine del 2020. Eppure, subito dopo la sconfitta del candidato repubblicano la Fda ha approvato il vaccino di Pfizer. A questo punto Biden si è concentrato sull’obiettivo di “un piano di distribuzione efficace” e sulla gratuità dell’intera operazione. Il neo presidente si è anche impegnato a fornire 100 milioni di dosi di vaccino durante i primi 100 giorni della sua amministrazione. “Questo sarà uno degli sforzi operativi più impegnativi che abbiamo mai intrapreso come nazione”, ha detto Biden.

Come parte della sua risposta alla pandemia, Biden ha detto che vuole iniziare a riaprire le scuole nei primi tre mesi del suo mandato, aiutandole con un pacchetto economico che ne garantisca la sicurezza. Ha anche asserito nei primi 100 giorni di amministrazione renderà le mascherine obbligatorie negli edifici federali, sugli aerei e sugli autobus. È uno dei punti di divergenza più lampanti con l’amministrazione Trump, che per tutta la primavera si è mostrata scettica – a dir poco – sull’uso della mascherina.

In qualità di presidente, Biden ha detto che riparerà le relazioni degli Stati Uniti con l’Organizzazione mondiale della sanità, rientrando a far parte dell’organismo nel suo primo giorno di mandato. Trump si è ritirato dall’Oms durante l’estate. Biden ha anche detto che ha intenzione di chiedere “immediatamente” al dottor Anthony Fauci, il più celebre esperto di malattie infettive del governo, di rimanere al suo posto di direttore dell’Istituto nazionale delle allergie e delle malattie infettive. Fauci era diventato uno dei principali antagonisti pubblici di Trump.

Ambiente e cambiamento climatico

Durante il suo mandato, Trump ha ritirato gli Stati Uniti dagli accordi di Parigi del 2015, che si concentra sugli obiettivi per contribuire a mitigare il cambiamento climatico. Biden ha detto che gli Stati Uniti rientreranno negli accordi fin dal primo giorno del suo insediamento. Annunciando, inoltre, che nei primi 100 giorni della sua amministrazione vuole ospitare un summit mondiale sul clima per “coinvolgere direttamente i leader delle principali nazioni del mondo che emettono gas serra per convincerli a unirsi agli Stati Uniti nell’assunzione di impegni nazionali più ambiziosi”.

Biden è più in generale impegnato a capovolgere tutte le politiche di Trump riguardo l’ambiente, partendo dall’annullamento del permesso per il gasdotto Keystone Xl – che dovrebbe passare attraverso territori sacri ai nativi in South Dakota – e finendo col rimuovere una serie di moratorie sullo sfruttamento delle risorse naturali in aree protette. Le grandi industrie del capitalismo estrattivo sono tra i finanziatori principali del Partito repubblicano, e i Dem possono permettersi di perdere il loro consenso.

Immigrazione

Qui le cose si complicano. Se è vero che la retorica sui confini di Trump è stata bollata in tutto il mondo come inutilmente aggressiva e stuzzicante l’etnonazionalismo bianco, è anche vero che Biden non può permettersi di passare per il presidente dell’open border. Il nuovo capo della Casa Bianca ha promesso che il suo primo giorno da presidente produrrà una legislazione completa sull’immigrazione che creerà un percorso verso la cittadinanza per 11 milioni di immigrati che vivono illegalmente negli Stati Uniti.

Nonostante le deportazioni di immigrati irregolari siano state una costante anche dei predecessori democratici di Trump, Biden si è impegnato a fermare la pratica di separare le famiglie di immigrati che cercano di entrare negli Stati Uniti dal Messico. Biden ha anche detto che ha intenzione di approvare un ordine esecutivo che istituirà una task force per riunire i bambini e i genitori separati alla frontiera.

Via il famigerato Muslim ban: Biden ha promesso che “annullerà immediatamente” le attuali restrizioni che impediscono alle persone in alcuni paesi a maggioranza musulmana di viaggiare o di immigrare negli Stati Uniti. Il presidente eletto si è impegnato anche a cancellare i finanziamenti per la costruzione di un nuovo muro lungo il confine meridionale degli Stati Uniti, ma lascerà intatte le parti del muro che sono già state costruite.

Economia e tasse

Biden spera di creare ben cinque milioni di posti di lavoro attraverso una serie di grandi investimenti a beneficio di diverse aree economiche. Il maxi-piano da lui proposto – si chiama Made in America – comprenderebbe una cascata da 400 miliardi di dollari in misure di approvvigionamento per incrementare la produzione nazionale e altri 300 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo. Ce n’è anche per il Green New Deal: il piano per l’energia pulita dei democratici include l’obiettivo di portare il paese a zero emissioni di carbonio entro il 2050. La proposta prevede un investimento di duemila miliardi di dollari, per tutto il suo mandato, per aumentare le pratiche sostenibili dal punto di vista climatico.

Biden ha promesso ai sindacati che sarebbe stato il “presidente più dalla vostra parte che abbiate mai avuto”. Da qui la possibilità ai 21 milioni di statunitensi che lavorano per il governo federale e i governi statali il diritto di sindacalizzarsi – un’opzione che attualmente esiste solo in alcuni stati. Poi c’è il raddoppio del salario minimo federale in fasi successive fino a toccare i 15 dollari l’ora entro il 2026, rispetto ai 7,25 dollari attuali, dove è stato fissato nel 2009. E c’è il piano infrastrutturale, una promessa mai mantenuta da Trump: Biden vuole 50 miliardi di dollari nel suo primo anno per riparare strade, autostrade e ponti.

Per finanziare la sua agenza nazionale, Biden prevede di innalzare l’aliquota massima dell’imposta federale sul reddito al 39,6 per cento, dove era prima che Trump e i repubblicani del Congresso la tagliassero al 37 per cento a partire dal 2018. Questa aliquota massima si applicherebbe ai redditi superiori a 400mila dollari (di più per le coppie sposate che presentano una domanda congiunta). Biden vuole inoltre aumentare l’aliquota sulle società al 28 per cento. I repubblicani di Trump e del Congresso l’avevano ridotta al 21 per cento dal 35 per cento dov’era. Per fare ciò è tuttavia consigliabile che i democratici vincano le elezioni di metà mandato del 2022, aumentando la loro maggioranza alla Camera e al Senato degli Stati Uniti.

Politica estera

Indipendentemente dal fatto che il protezionismo trumpiano si sia rivelato efficace oppure no, non aspettatevi una brusca inversione rispetto alla politica dell’America FirstBiden erediterà la guerra commerciale di Trump con la Cina, ma a dicembre ha detto che non abolirà le tariffe sull’import cineseBiden ha promesso che “non si può tornare a fare affari come al solito”, e che avrebbe lavorato con gli alleati statunitensi, con l’obiettivo di esercitare una “leva collettiva” per costringere il gigante asiatico a cambiare le sue pratiche economiche. Mentre Trump era preoccupato per il deficit commerciale, Biden ha parlato e scritto a lungo di una “politica estera per la classe media” che protegga i posti di lavoro e l’industria statunitense dai furti di proprietà intellettuale.

Non ci sarà alcun reset con la Russia. Nonostante le affinità di Trump con Putin, la sua amministrazione ha messo in atto una politica volta a isolare Mosca e ad espandere le sanzioni economiche. Ci si aspetta che Biden continui a mantenere una linea ferma con la superpotenza eurasiatica. Per contro, è probabile che Biden torni alla diplomazia con l’Iran. Ma con Teheran che si sta muovendo per rilanciare il suo programma di armamenti nucleari, riprendere da dove Obama aveva lasciato non sarà così semplice come riprendere l’accordo..

I piani di Biden in Iraq e Afghanistan si baseranno sugli sforzi di Trump per ritirare le truppe dalla regione. Come il suo predecessore, Biden si è impegnato a porre fine alle “guerre infinite”, un riferimento alla dispendiosa e fallimentare missione militare statunitense in Medio Oriente. Biden ha poi la possibilità di migliorare i rapporti con l’Europa dopo quattro anni di aggressioni da parte di Trump, ma il nuovo presidente dovrebbe continuare a spingere gli alleati della NATO a spendere di più per la difesa. C’è la questione Israele. Trump ha tagliato gli aiuti ai palestinesi, e ha spostato a Gerusalemme l’ambasciata Usa – l’amministrazione Biden adotterà probabilmente una posizione più imparziale.

Inutile dire che Biden si ritroverà ad affrontare un paese diviso come non mai. Il controllo del Senato da parte dei Dem, con la vittoria alle due elezioni di ballottaggio in Georgia a gennaio, garantiscono un certo respiro alla loro ambizione. I Democratici hanno anche una maggioranza più sottile alla Camera dei Rappresentanti, dove il Gop ha ottenuto vittorie che hanno smentito le previsioni della maggior parte degli analisti.

La dinamica politica in Campidoglio potrebbe costringere Biden a ritirare alcune proposte politiche che molti alla sinistra del suo partito hanno spinto sulla sanità e sull’ambiente. Per questo, è probabile che Biden si concentrerà più immediatamente su questioni che potrebbero attrarre un sostegno bipartisan, come la lotta al coronavirus. Che è stato forse uno dei suoi principali alleati nella sconfitta alle urne di Trump.

Potrebbe interessarti anche





[Fonte Wired.it]