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Le proteste in Serbia alzano l’asticella nella sfida contro il governo

da | Lug 1, 2025 | Tecnologia


Belgrado Stepojevac è un piccolo centro abitato a una cinquantina di chilometri da Belgrado, la capitale della Serbia. La mattina di domenica 29 giugno, la strada principale è stata bloccata da una protesta: un gruppo di persone — poche decine, ma più che determinate — alimentano la scia per l’entusiasmo della grande manifestazione di Belgrado di sabato 28 giugno.

La forza delle proteste in Serbia, che continuano dallo scorso novembre in lotta aperta contro il governo accusato di corruzione, si palesa così all’improvviso, anche fuori dalle grandi città e in tutta la sua energia. E non è che un intermezzo in un fine settimana in cui il dissenso ha di nuovo infiammato l’intero paese.

La manifestazione e gli scontri nel centro di Belgrado

Secondo osservatori indipendenti, sono oltre 140mila le persone che si sono radunate in piazza Slavija, nel cuore di Belgrado, per la manifestazione — caduta, a rigor di cronaca, nel giorno di Vidovdan, festività nazionale serba legata ai martiri della battaglia del Kosovo contro l’impero ottomano del 1389.

La protesta, iniziata nelle facoltà universitarie, ha abbracciato oggi ampi strati della società civile e ha visto come protagonisti, tra gli altri, i veterani delle guerre degli anni Novanta, i tassisti che offrono passaggi gratuiti a chi arrivava dalle zone più remote, gli agricoltori, impegnati con i loro trattori a proteggere i cortei, gli zbor, assemblee di cittadini nate sulla falsariga dei plenum, le assemblee universitarie.

Dal palco, una rappresentante degli studenti ha ribadito l’esigenza di elezioni parlamentari libere e trasparenti, nonché l’urgenza di “restituire lo Stato nelle mani del popolo”.

Le proteste davanti la Corte Superiore di Belgrado

Le proteste davanti la Corte Superiore di Belgrado

Per il corpo studentesco, che comprendeva anche numerosi insegnanti, è fondamentale riformare il paese in ogni suo aspetto: media liberi dal controllo statale e dalla propaganda, giustizia indipendente, autonomia per le università, rispetto dello stato di diritto e, non ultimo, fine del dominio delle élite. Questo implica non solo un cambio nella leadership, ma anche una rifondazione del sistema Serbia.

Il corteo è stato pacifico fino alle nove di sera, orario in cui studenti e studentesse hanno promesso non ci sarebbero stati disordini, dopodiché la tensione è salita fino a tracimare in numerosi scontri. Tutto è iniziato quando un gruppo di manifestanti si è diretto verso il Parco Pionirski, sede da mesi di un accampamento di fedelissimi sostenitori del presidente Aleksandar Vučić — ribattezzato in modo satirico Ćacilend (una sorta di parco giochi propagandistico).



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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