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giovedì, Mar 05

Le ragazze stanno bene racconta il femminismo che vince ogni giorno di più



Da Wired.it :

Ci voleva proprio, il nuovo libro di Giulia Cuter e Giulia Perona, già autrici del podcast Senza Rossetto. Perché denuncia le discriminazioni di genere con realismo, ma senza mai sottovalutare i passi avanti che sono stati fatti in questi anni. E che ancora bisogna fare

femminismo
Giulia Perona e Giulia Cuter (foto: Alma Vassallo)

Ciao, siamo Giulia e Giulia e siamo femministe”. Così si presentano Giulia Cuter e Giulia Perona, rispettivamente esperta di marketing editoriale e social media editor di Vanity Fair, quando vanno nelle scuole a presentare Senza Rossetto, il podcast su femminismo, società e letteratura che hanno lanciato nel giugno 2016, a 70 anni dal primo voto in Italia alle donne. Volendo riflettere su come fosse cambiata la concezione del sesso femminile a distanza di tutto questo tempo, Cuter e Perona ora hanno anche scritto Le ragazze stanno bene, edito da HarperCollins e in vendita da oggiin cui hanno ben ricostruito il filo che porta dalle donne di allora a “noi giovani italiane del XXI secolo, che ancora veniamo pagate meno dei nostri colleghi uomini, che a volte abbiamo paura a uscire da sole la sera, che ogni giorno siamo vittime di stereotipi e pregiudizi”.

Fondendo le loro esperienze in un unico io narrante, le autrici immaginano gli ostacoli che devono oggi affrontare nella quotidianità, “un viaggio semplice, perché spesso non è semplice essere una giovane donna”: dalle mestruazioni al matrimonio, dalla maternità all’ossessione per l’estetica, dal consenso nei rapporti sessuali alla maternità passando per l’accesso ai ruoli di potere. Sono molti i temi e altrettante le complessità, soprattutto quando si tratta di trovare un equilibrio che tratteggi un nuovo modello di donna, equidistante dalle moglie e madri sottomesse degli anni Cinquanta, ma anche dalle femministe furenti dei Settanta. Non mancano, però, gli esempi dei passi avanti in fatto di parità di genere, passi avanti concreti, più o meno consapevoli, nonostante tanti altri manchino ancora all’appello.

La pillola anticoncezionale

Un caso significativo a riguardo è quello della pillola anticoncezionale, messa a punto grazie al contributo determinante dell’infermiera e attivista Margaret Salinger, che aiutò un gruppo di medici a ottenere i fondi necessari per il progetto. Alla fine, è stata approvata dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti nel 1957, solo perché fatta passare come rimedio per regolarizzare il ciclo: impedire le gravidanze era indicato tra gli spiacevoli effetti collaterali. Sotto le vesti, dunque, di una terapia conservativa, si permise l’introduzione di uno strumento necessario per l’autodeterminazione sessuale delle donne.

Le parlamentari del Ruanda

Che sia per le piccole vittorie nascoste o per gli strappi violenti della storia, il femminismo ottiene i suoi risultati nei modi più vari e spesso impensabili. È l’esempio calzante del Ruanda, uno degli stati africani più poveri e travagliati del continente, martoriato da decenni di guerre civili. Oggi questa nazione apparentemente arretrata vanta il 61% di parlamentari donne (nel mondo il 23%). Il risultato eclatante è in realtà la conseguenza di una triste pagina: dopo i terribili genocidi del 1994 era sopravvissuto soloil 30% degli uomini. Eppure, ciò permise l’ingresso delle donne nella vita pubblica, l’acquisizione di diritti fondamentali e la sostanziale  equiparazione del loro ruolo nella società.

Processo per stupro in tv

I modelli che ci vengono proposti dai media sono indubbiamente importanti. Come raccontano Cuter e Perona, per esempio, capitò che il 26 aprile 1979 Rai2 trasmettesse un documentario in prima serata intitolato Processo per stupro: si ricostruiva il processo, appunto, a quattro uomini accusati di aver usato violenza su una diciottenne. Il programma sconvolse l’opinione pubblica, in quanto emerse evidente il tentativo degli avvocati difensori degli uomini di far passare la giovane più come imputata che come vittima. Memorabile la denuncia dell’avvocato Tina Lagostena Bassi: “La vera imputata è la donna. E scusatemi la franchezza, se si fa così, è solidarietà maschilista”.

Effetto mighty girl 

Se è vero che certi luoghi comuni sono duri a morire, ci sono dei modi che li fanno crollare quasi automaticamente. Ne Le ragazze stanno bene si parla, per esempio, del cosiddetto mighty girl effect: secondo uno studio di fine 2018 pubblicato dall’Oxford Economic Papers, infatti, i padri che hanno figlie in età scolare, e dunque fanno esperienza diretta delle problematiche che affrontano quotidianamente, sono portati a essere meno tradizionalisti e maschilisti. Questo in fondo è vero sempre: quando si guarda la realtà oggettiva al di là degli schemi preconcetti, la discriminazione appare lampante e ingiustificata.

Clitoride, questa sconosciuta

Non c’è dubbio che il perpetuarsi di schemi patriarcali è legato anche a una sottomissione di tipo sessuale della donna nei confronti dell’uomo. Canoni estetici, stereotipi sul piacere femminile, oggettificazione del corpo sono tutti temi correlati e sui quali c’è ancora poca chiarezza. Basti pensare che, come si ricorda nel libro, una rappresentazione anatomicamente accurata della clitoride è arrivata solo nel 1998 a opere dell’urologa australiana Helen O’Connor. La sua complessità è ben lontana dall’inutilità con cui i medici fin dall’Ottocento avevano bollato questo organo che, invece, è la chiave – spesso estremamente sottovalutata dai partner maschili – del piacere femminile.

Nuove relazioni

Il sesso è ancora terreno impervio, ma la situazione sta cambiando anche per via del nuovo modo in cui le persone si conoscono e si relazionano. Secondo una ricerca del sociologo Michael Rosenfeld, nel 2009 le coppie nascevano da conoscenze comuni o da incontri fortuiti; un aggiornamento al 2017 dimostra come la metà delle coppie sia nata invece online. Altri dati statistici contribuiscono ad abbattere stereotipi e sentimentalismi: secondo una ricerca dell’Osservatorio europeo dell’infedeltà pubblicata nel 2019, il 55% delle donne italiane tradisce non per innamoramento, bensì per attrazione. Pian piano, dunque, si superano certi preconcetti e si accetta che anche le ragazze amano il sesso, cercano la trasgressione e hanno una vita sentimentale libera e non per forza passivamente legata alle attenzioni o alle mancanze del maschio.

Ancora un secolo

L’obiettivo di Cuter e Perona, con questo libro, è quello di “raccontare le sfide e le grandi possibilità che si aprono di fronte a noi”, con un approccio in sostanza positivo e propositivo al tema. Loro stesse, però, non negano che la strada da percorrere sia ancora lunga. Quanto lunga? Come minimo 99,5 anni: è questo la cifra necessaria, secondo il report 2019 del World Economic Forum, affinché il cosiddetto gender gap – ovvero la disparità nelle opportunità di lavoro, istruzione e accesso alla sanità tra i generi – scompaia. La compiuta parità fra uomo e donna è lontana ancora un secolo, sostanzialmente. Sta all’impegno di tutti almeno di non allungare questa stima. E libri come Le ragazze stanno bene possono aiutarci a riflettere, osservare e scardinare certi automatismi duri a morire.

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[Fonte Wired.it]

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