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venerdì, Mag 15

Le riaperture regione per regione dal 18 maggio



Da Wired.it :

In attesa dei protocolli di sicurezza forniti dal governo e dai dati di contagio per regione, i governatori si stanno muovendo autonomamente: Veneto ed Emilia-Romagna spingono per un’apertura totale, ma c’è anche chi è più cauto

(foto: Lorenzo Palizzolo/Getty Images)

Le regioni si stanno preparando per la ripresa di attività e servizi prevista dal 18 maggio in poi, in base all’accordo siglato con il governo. A guidare le scelte dei governatori, ci sono le linee guida e i protocolli di sicurezza approvati dall’esecutivo e la situazione dei contagi per ciascun territorio. Le prime, soprattutto nel caso di bar e ristoranti, sono contenute in un documento stilato dall’Istituto nazionale contro gli infortuni sul lavoro (Inail) e dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e hanno già incontrato l’ostilità di alcuni presidenti, come Luca Zaia in Veneto, che le ritengono poco praticabili e, anzi, dannose per le attività interessate. Non si sa ancora nulla, invece, dei dati regionali di contagio del virus che il ministero della Salute avrebbe dovuto diffondere tra il 14 e il 15 maggio per fornire una stima del rischio che comporterebbe una apertura di determinate attività. In una situazione poco chiara e in attesa del decreto del governo – che dovrebbe essere discusso il 15 maggio in Consiglio dei ministri – le regioni stanno già decidendo in piena autonomia.

Chi spinge per le aperture totali

A fare da capifila ci sono il Veneto e l’Emilia-Romagna. Il governatore veneto Luca Zaia dal 18 maggio ha dato il via libera non solo all’apertura di parrucchieri, estetiste, negozi, bar e ristoranti, ma anche di palestre, centri sportivi, piscine e spiagge. Lo stesso ha fatto anche il presidente Stefano Bonaccini che ha permesso che i stabilimenti balneari in Romagna potessero ricominciare con le consuete attività in vista della stagione estiva. La regione ha anche compilato delle linee guida sulla posizione degli ombrelloni, sul sistema di prenotazioni per evitare assembramenti e su come sanificare gli spazi pubblici. Un modus operandi seguito anche da altre regioni turistiche, come Liguria e Valle D’Aosta dove si sta pensando anche a una riapertura delle scuole.

Un allentamento delle misure è previsto anche in Friuli Venezia Giulia, dove saranno rimossi i limiti delle persone da incontrare e in Trentino Alto ADige dove, sull’esempio della provincia autonoma di Bolzano, riprenderanno a lavorare ristoratori, gestori di bari e commercianti al dettaglio. Stessa situazione anche nelle Marche, in Umbria, Puglia, Molise e Basilicata. In Calabria, dopo la sentenza del Tar che respingeva la decisione della governatrice Joe Santelli di aprire bar e ristoranti per il servizio all’aperto, ci si prepara per la ripresa dei negozi e di altre attività simili.

Chi è più cauto

La Lombardia potrebbe essere inserita nel fronte delle aperture totali, ma rimane comunque in attesa delle direttive del governo. La regione di Attilio Fontana prepara per una riapertura di bar, ristoranti, estetisti e parrucchieri che ma con il rispetto di alcune regole, come quella dalla misurazione della temperatura all’ingresso. Molto più restrittivo il Piemonte che con la Lombardia condivide un tasso di contagi molto più alto che in altre regioni. Dal 18 maggio, riprenderanno solo i negozi: per bar e ristoranti secondo il presidente Alberto Cirio è ancora troppo presto. Stesse linee guida condivise dal suo collega Enrico Rossi, in Toscana, che non ha ancora deciso quali attività ricominceranno a lavorare e rimane in attesa dei dati del governo.

Il Lazio si prepara a “riavviare con prudenza il consumo sul posto nei ristoranti e nei bar, far ripartire i negozi al dettaglio, riaprire i servizi alla persona e i banchi non alimentari nei mercati, e anche nei centri sportivi far ripartire le attività all’aperto, anche se senza spogliatoi”, ha spiegato il presidente Luca Zingaretti. A questo si aggiungono una decina di comuni che, solo per l’attività sportiva, hanno riaperto l’accesso alle spiagge (tra questi Latina, San Felice al Circeo, Anzio e Nettuno).

C’è cautela anche in Sardegna e Sicilia: nella prima, riaprono dal 14 maggio saloni di parrucchieri e centri estetici, negozi di abbigliamento e calzature, profumerie e gioiellerie, ma viene delegato ai sindaci il compito di valutare la situazione dei propri comuni: se pericoloso, possono essere emesse ordinanze più restrittive. In Sicilia, il governatore Nello Musumeci ha disposto l’apertura delle attività, ma sulla ripresa della stagione turistica rimane in attesa delle direttive del governo. Rimangono però restrizioni, sulle persone provenienti da altre regioni: potrà rientrare solo chi ha parenti residenti sull’isola.

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[Fonte Wired.it]