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giovedì, Apr 16

Le richieste d’aiuto delle donne ai centri antiviolenza sono aumentate in quarantena



Da Wired.it :

Sono il 74,5% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo i dati diffusi dall’associazione D.i.Re. E la situazione è la stessa anche negli altri paesi del mondo

La campagna antiviolenza dell’artista e attivista aleXsandro Palombo (Photo by MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)

L’agenzia delle Nazioni Uniti che si occupa di parità e diritti di genere, la Un Women, in una relazione pubblicata online il 31 marzo descriveva gli effetti delle misure di contenimento dell’epidemia di coronavirus sulle donne in tutto il mondo. Tra questi: perdita del lavoro, aumento del divario salariale, interruzione all’accesso alle misure di contraccezione o salute sessuale e maggiore esposizione alla violenza domestica. In situazioni di isolamento, senza la possibilità di lasciare il proprio domicilio, le donne condividono più tempo e spazi con i propri aggressori, rimanendo più spesso vittime di abusi. Uno scenario confermato dai dati diffusi dall’associazione D.i.Re, che presiede un network di 80 centri antiviolenza non istituzionali: tra il 2 marzo e il 5 aprile sono state ricevute 2.867 richieste d’aiuto, corrispondenti al 74,5% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Inoltre, tra queste ci sono anche anche 806 segnalazioni – circa il 28% del totale – provenienti da donne che non si erano mai rivolte prime ai centri antiviolenza in precedenza.

“Ben oltre 1200 donne in più si sono rivolte ai nostri centri antiviolenza. Dato che conferma quanto la convivenza forzata abbia ulteriormente esacerbato situazioni di violenza che le donne stavano vivendo”, ha commentato Paola Sdao, che cura questo tipo di rilevazione statistica per la D.i.Re. Ma a preoccupare la Sdao è più la seconda percentuale: “le nuove richieste di aiuto sono diminuite drasticamente a dimostrazione del fatto che, in condizioni di convivenza forzata, è più difficile chiedere aiuto per chi non lo hanno mai fatto prima. Nel 2018 erano il 78% del totale”.

La situazione negli altri paesi

La risposta dell’Italia per evitare situazioni di violenza domestica diffusa è arrivata da i movimenti femministi e dai centri antiviolenza. Sono attivi numeri verdi come il 1522 o alcuni canali diretti via chat. Ma non siamo gli unici ad agire in questo modo. In Australia, sono quotidianamente attivi servizi di sostegno familiare o contro la violenza di genere. La ministra delle donne australiana Marise Payne ha affermato, infatti, che “garantire la sicurezza delle donne e dei bambini dalla violenza è fondamentale ogni singolo giorno e che questo non  può cambia nell’attuale contesto”. In Spagna il ministero della giustizia ha incluso i tribunali che si occupano di violenza di genere tra i servizi essenziali. Anche il Regno Unito ha una politica molto simile: c’è un numero verde del governo attivo 24 ore su 24, sono disponibili chat, servizi email e altri numeri di associazioni private da contattare. Secondo il Guardian, nel paese tra il 23 marzo e il 12 aprile, sono stati registrati almeno 16 casi sospetti di omicidio legati a situazioni di abusi domestici, un tasso molto più elevato rispetto quello medio del 2018. A riferirlo è stata Karen Ingala Smith, la fondatrice di Counting Dead Women, progetto che registra statistiche riguardanti la violenza di genere. Che ha aggiunto anche che “il numero di donne uccise nelle prime tre settimane di chiusura totale è il più alto da 11 anni a questa parte”.

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[Fonte Wired.it]