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martedì, Giu 16

Lego Super Mario segna l’incontro riuscito tra due miti dell’infanzia (e non solo)



Da Wired.it :

L’unione tra Nintendo e Lego permetterà a grandi e piccini di cimentarsi nella creazione dei propri livelli di Super Mario, cercando di unire creatività e regole per simulare un’esperienza di game design molto stimolante

Dopo aver visto i trailer è finalmente arrivato il momento di mettere le mani su Lego Super Mario, una collaborazione tra Billund e Kyoto che punta a unire due tra i marchi più famosi al mondo in un prodotto che riesce a prendere qualcosa dalla filosofia di entrambi, esaltandone l’identità e posizionandosi perfettamente a metà del guado.
Il mondo di Lego Super Mario inizia dal set base, costo 60 euro, che contiene Mario, Bowser Junior, un Goomba, la partenza, l’arrivo e alcuni elementi per costruire un primo percorso. Prima ancora di iniziare a montare è importante scaricare l’app che contiene le istruzioni per montare tutti i set e che si collega via Bluetooth con Mario.

La sincronizzazione tra app e Mario serve a registrare tutto ciò che accade durante un livello, ad esempio registrando il numero di monete raccolte durante una partita. Mario funziona con due pile AAA e il collegamento è semplicissimo, basta premere un tasto sull’app, il tasto con l’icona del Bluetooth sul retro di Mario e il gioco e fatto. Oltre alle istruzioni, all’interno dell’app è possibile trovare alcuni suggerimenti creativi ed è possibile immagazzinare lo storico delle partite, con tanto di foto del percorso.

Concettualmente Lego Super Mario si distacca da tutte le produzioni su licenza che Lego ha prodotto in questi anni, anche da quelle legate ai videogiochi come i set di Overwatch. Chi si aspetta un diorama che replichi in maniera fedele il mondo di Super Mario da tenere su una mensola o in vetrina potrebbe restarne deluso. L’estetica del gioco è stata ovviamente tradotta visivamente in una serie di mattoncini (con alcuni tocchi di classe, tipo il pezzo della nuvoletta è identico a quello di un cespuglio, proprio come nel gioco),  ma Lego Super Mario non è pensato per essere qualcosa di statico e immutabile.

Non è il Castello di Hogwarts, il Millennium Falcon o una Batmobile, qualcosa di pensato per essere sì giocato, ma soprattutto esposto, Lego Super Mario si basa su alcuni elementi di base e la loro costante rielaborazione, ma anche su caratteristiche fortemente ludiche legate alla natura del personaggio. È qualcosa di nuovo e differente che poteva nascere solo grazie alla collaborazione con Nintendo, un’azienda che da sempre cerca un approccio diverso ai concetti noti e che, ricordiamocelo, ha le proprie origini ben piantate nel mondo dei giocattoli.

In Lego Super Mario lo scopo è creare un percorso che si possa completare in un tempo che può variare tra i 60 e i 130 secondi. Entro questo periodo dovremo raccogliere il maggior numero di monete possibili muovendo il personaggio lungo il percorso, simulandone la camminata con dei saltelli, evitando ostacoli, raccogliendo eventuali bonus e cercando di arrivare sulla casella finale prima che scada il tempo. Non importa dunque quanti set di espansione abbiamo a disposizione, bisognerà sempre creare un percorso che può essere concluso nei limiti stabiliti e che abbia un inizio e una fine.

Tutto questo è possibile grazie a una piccola telecamera posta sotto Mario che gli permette di riconoscere colori e alcuni codici a barre e al giroscopio interno che rileva movimenti e inclinazione. Un piccolo schermo sul petto riporta il punteggio, il tempo e i vari effetti di cui abbiamo anche un feedback sonoro. Saltellando sui percorsi verdi si otterrà una moneta ogni tre passi, mentre quelli rossi, che simboleggiano la lava, impediscono la raccolta di monete per qualche secondo. Balzando sulla testa di un Goomba o altri nemici si accumulano ulteriori punti, lo stesso vale per le piattaforme semoventi: più tempo ci passiamo sopra più aumenta il nostro tesoretto.

Ovviamente non può mancare uno dei simboli storici di Mario: il cubo giallo col punto esclamativo. Saltandoci sopra si attiva un premio casuale che può darci altre monete, la stellina dell’invulnerabilità, con cui potremo passeggiare serenamente anche sulla lava, un po’ di tempo in più e altri effetti che preferisco non svelare.

Per questo test Lego mi ha permesso anche di provare altri set oltre a quello base, che espandono ancora di più le possibilità di raccolta dei punti. Ad esempio, abbiamo la Caccia al Tesoro di Toad, dove bisogna raccogliere una serie monete aggiuntive scovando, appunto, dei tesori e facendo visita a Toad e Toadette, lo Scivolo della Pianta Piranha, in cui è fondamentale rimanere in equilibrio dondolando a destra e a sinitra per moltiplicare di molto il punteggio senza urtare le piante, e lo sbarramento di Pallottolo Bill dove per passare indenni bisogna calcolare bene il tempo per superare la piattaforma rotante senza farsi colpire.

Ma questi sono solo alcuni dei set disponibili che in totale sono dieci e vanno dal semplice fungo all’enorme castello di Bowser passando per aggiunte di piccole e medie dimensioni che pescano a piene mani personaggi, ambienti e momenti classici della storia di Super Mario. Inoltre è possibile acquistare delle bustine casuali dove sono presenti alcuni dei classici avversari di Mario, che ovviamente porteranno i più scrupolosi ad acquistare bustine su bustine per completare la collezione.

Ci sono poi i quattro vestiti aggiuntivi di Mario, ad esempio quello da gatto, che permette di raccogliere monete quando si cammina su superfici verticali e invita a giocare con le altezze per creare livelli ancora più assurdi, Mario Elica che fa la stessa cosa se lo facciamo galleggiare nell’aria, Mario Fuoco che può ottenere monete aggiuntive quando colpisce i nemici o Mario Costruttore che le guadagna colpendo i blocchi dall’alto con forza.
Tutte queste componenti ovviamente non sono fisse e immutabili, anzi, danno il meglio di sé quando vengono totalmente rimescolate per creare percorsi dalle variabili infinite in cui le uniche costanti restano il blocco di partenza, quello di arrivo e il tempo massimo.

L’effetto finale è divertente, creativo e stimolante. In fase di progettazione è importante pensare ai movimenti di Mario e a non creare ambienti troppo angusti, altrimenti c’è il rischio di colpire parti della mappa mentre ci si muove o di dover muovere il personaggio troppo lentamente, col rischio di non finire il percorso.
Questa in effetti è la vera sfida e il valore aggiunto di Lego Super Mario: mettere i bambini e i loro genitori di fronte alle tematiche di level design non troppo lontane da quelle di chi crea videogiochi, al bisogno di far collimare la propria fantasia con regole ben precise e concetti di usabilità, in una continua mediazione fra le varie forze in campo. Un percorso troppo lungo sarà impossibile da completare, uno troppo corto non offrirà abbastanza sfida, uno troppo fitto di zone di interesse non offrirà spazio di manovra, mentre uno che ne ha poche non sarà stimolante. Il bello di Lego Super Mario è la costante negoziazione tra creatività e ordine.

Questo ovviamente a patto di voler giocare secondo le regole offerte da Lego, niente vieta di crearsi un percorso lunghissimo da giocare senza tempo, di trasformarlo in una sorta di gioco da tavolo in cui andare avanti col tiro di un dado o di prendere mattoncini già presenti nella propria collezione e creare qualcosa di totalmente differente, di metterci dentro i personaggi di altre collezioni e creare dei mash-up e di vivere il gioco come meglio si crede.

Lego Super Mario è ovviamente un prodotto pensato per bambine e bambini, ma non può non attrarre un pubblico di giocatori di vecchia data, è nell’ordine naturale del nerdismo. Forse rappresenterà l’ideale punto di contatto fra generazioni, come spesso accade con i set Lego. Probabilmente è il suo prodotto più transgenerazionale, riuscendo a collocarsi perfettamente tra i set pensati per geek adulti che amano le vetrinette, la voglia di creatività dei bambini e recuperando anche un po’ l’estetica Duplo, pescando un po’ da entrambi i mondi.

Da una parte c’è la resa estetica di personaggi iconici da tenere sulla mensola, dall’altra l’invito al gioco, alla rielaborazione, al seguire alcune regole, ma senza vederle come un limite. Il tutto è condito con soluzioni tecnologiche semplici ma efficaci, che rappresentano da sempre una delle filosofie creative di Nintendo.

Chissà che questa idea non rappresenti il primo passo di un cammino di Lego verso una nuova terza via, resa possibile grazie all’interazione col mondo dei videogiochi, ma applicabile anche a molti altri universi narrativi. Qualcuno per caso ha detto “Un set di Star Wars dove sconfiggere gli Stormtrooper prima che scada il tempo e la Morte Nera faccia fuoco?”.

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[Fonte Wired.it]