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martedì, Nov 26

L’esame di maturità cambia di nuovo


A solo un anno dalle ultime modifiche, la maturità cambia ancora: i test Invalsi saranno necessari per l’ammissione, tornerà il tema di storia e sparirà il sorteggio delle buste all’inizio del colloquio orale

(foto LaPresse/Matteo Corner)

Le prove dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, meglio noto come Invalsi, saranno obbligatorie per essere ammessi a sostenere l’esame di maturità per l’anno scolastico 2019/2020. Questa è la novità principale della circolare diffusa oggi dal ministero dell’Istruzione agli istituti scolastici in merito all’esame che, il prossimo giugno, verrà affrontato da circa mezzo milione di studenti. Queste prove, al centro di varie discussioni, erano già contenute nella legge Buona scuola del 2017, ma l’ex ministro dell’Istruzione Marco Bussetti aveva deciso di rinviarne l’obbligo di un anno, saltando così l’esame del 2018. L’applicazione adesso scatta per legge in quanto per avere un esito diverso sarebbe stata necessaria una nuova norma a modificare il decreto.

Il requisito di ammissione, come si apprende dalla circolare, è solo la partecipazione ai test e non l’esito delle prove. Aver sostenuto il questionario predisposto dall’Invalsi non è però l’unico elemento per essere ammessi alla maturità. Bisognerà, infatti, anche avere i requisiti necessari della frequenza scolastica, del profitto e dell’ex alternanza scuola-lavoro. Si dovrà quindi aver svolto “attività programmate nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento” secondo l’ammontare delle ore previste da ogni indirizzo di studi.

Le altre novità all’orizzonte

Il nuovo ministro per l’istruzione Lorenzo Fioramonti inverte la rotta anche su altre componenti dell’esame, a solo un anno di distanza dalle ultime modifiche. Tornerà la traccia di storia nello scritto di italiano, ovvero la prima prova della maturità. Almeno una delle tracce di analisi e produzione di un testo argomentativo sarà obbligatoriamente di ambito storico, a differenza di quest’anno quando le commissioni ministeriali avevano discrezionalità in materia.

L’altra novità è che spariranno le buste dall’orale introdotte da Bussetti, criticate spesso da studenti e docenti. Non ci sarà più alcun sorteggio di materiali in una delle tre buste predisposte dal presidente di commissione per dare avvio alla prova orale. Ad ogni modo, è ancora poco chiaro però come si svolgerà il colloquio finale, considerato che la circolare riporta che quest’anno l’esame inizierà con “l’analisi da parte dello studente dei materiali preparati dalla commissione d’esame in un’apposita sessione di lavoro”. Il tutto è volto, come si legge, a stimolare un approccio multidisciplinare.

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