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venerdì, Ott 18

L’esercito americano si appresta a dire addio ai floppy disk


Fino a ieri il Pentagono ha usato i “dischetti” per il sistema che coordina i bombardieri nucleari e i missili balistici, ma ora verranno sostituiti da un nuovo sistema di archiviazione. Saranno anche vetusti, ma non si può hackerare ciò che non ha un indirizzo Ip

(foto: Robert Gauthier/Los Angeles Times)

I floppy disk ormai sono pezzi di modernariato, giusto? Eppure in questi anni in cui la maggior parte di noi è passata alle chiavette usb qualcuno non li ha mai abbandonati: l’esercito americano. Come testimoniato anche da diversi report, il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha continuato a servirsene per coordinare i bombardieri nucleari e i missili balistici, e solo nel 2017 ha annunciato di volerne fare a meno a partire da due anni dopo. E indovinate? Quel momento è arrivato.

Il tenente colonnello Jason Rossi ha dettoc4isrnet.com, un sito specializzato della scena militare, che lo scorso giugno il Pentagono ha sostituito i floppy disk con una “soluzione di archiviazione digitale solida molto sicura”, dando ufficialmente il benservito ai supporti rigidi del tempo che fu.

Rossi ha avuto buon gioco nel sottolineare le caratteristiche di sicurezza dei nuovi supporti in dotazione: i privilegi sotto il profilo dell’affidabilità erano infatti uno dei motivi principali per i quali l’esercito a stelle e strisce finora non aveva ancora fatto a meno dei leggendari floppy disk. Come ricordava qualche anno fa Brian Fung in un articolo pubblicato sul Washington Post, i dischetti erano infatti considerati inviolabili, contrariamente ad altri sistemi più avanzati e collegati alle reti digitali, che potevano essere presi di mira da hacker e criminali informatici.

Tecnologie antiquate

I floppy disk, comunque, non sono che uno dei sistemi antiquati che l’esercito ha utilizzato, almeno fino a poco tempo fa, per gestire il Sistema automatico di comando e controllo strategico o Saacs, cioè la rete di comunicazione che il Pentagono usa per condividere informazioni di intelligence e inviare ordini di lancio. Tra gli altri oggetti vintage in dotazione c’erano anche computer Ibm Serie 1. Anche questi ultimi – modelli lanciati in origine a novembre del 1976 – dovevano essere sostituiti, ma non sappiamo con esattezza se lo siano stati o se l’aggiornamento è ancora un work in progress.

Nell’intervista a c4isrnet.com, Rossi ha solo detto che il sistema è migliorato dal punto di vista della velocità e della connettività. In ogni caso, non sembra considerare questa arretratezza un problema. “Scherzo sempre con le persone e dico che [il Saacs] è il sistema informatico più vecchio dell’Air Force”, ha dichiarato. “Ma non si può hackerare qualcosa che non ha un indirizzo Ip. È un sistema unico: vecchio, ma ben funzionante”.

 

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