Seleziona una pagina
mercoledì, Dic 16

Lettera a Fabio Volo su Fedez, narcisismo e beneficenza



Da Wired.it :

Le critiche dell’autore al rapper per aver ostentato le sue azioni benefiche? Comprensibili, ma alla fine meglio vantarsi di aver fatto del bene che non farne proprio

Caro Fabio,
appunto in questa letterina natalizia due cose che penso sul tema del donare sperando che possa aiutare a svuotare la polemica che è stata costruita e non ad alimentarla.

È un tema al quale tengo molto, per varie ragioni. La prima è che penso che ogni volta che la società civile si fa carico dei bisogni immediati della collettività sveli una sconfitta del sistema che abbiamo costruito. È un punto molto importante – il fare del bene al prossimo è importante e lodevole, ma denuncia ipso facto una mancanza, un buco da riempire. Che poi siano persone facoltose a potersi permettere di farlo non è che una conferma. Dovrebbero bastare le tasse per ridistribuire il reddito, almeno come obiettivo di un paese civile.

Fabio Volo
Attore, scrittore, conduttore radiofonico e televisivo (foto: Getty Images)

Poi c’è il punto individuale. Io credo che l’altruismo non esista in purezza; tutto ciò che facciamo lo facciamo per noi stessi, anche attraverso gli altri. Appaga il nostro narcisismo, ci rende soddisfatti di noi, ci fa sentire un po’ più a posto con la coscienza in un mondo, che ogni giorno, ci richiama alle nostre responsabilità rispetto agli altri essere umani, i meno fortunati o gli esclusi. Ne scrivevo pochi giorni fa proprio qui riguardo la interminabile, dolorosissima fila di persone in coda per avere un po’ di cibo alla onlus Pane quotidiano di Milano, proprio sotto la Bocconi.

Il punto più complesso è quello di cui hai parlato tuttavia: mostrarsi mentre si fa del bene, si dona, si aiuta è giusto o sbagliato? La mia risposta è che non importa, per motivi diversi. Il primo: l’idea della beneficienza che si fa segretamente (o non ostentata) è profondamente cattolica e punitiva, proprio perché vuole cancellare il dato di fatto che l’altruismo non esiste, è una versione splendidamente migliore delle altre di egoismo e, appunto, narcisismo. Lo facciamo, chi lo fa, e sono certo che tu lo faccia, per sentirci migliori. L’effetto collaterale è che c’è qualcuno di bisognoso che gode del nostro narcisismo, che non è una brutta parola.  Il tuo dire che si debba fare segretamente allude a qualcosa da nascondere; e perché mai? Posso capire un po’ di fastidio verso l’ostentazione, ma non mi caccerei nell’angolo opposto. Non capisco cosa ci sia di male nel mostrare un gesto altruista (e narcisista).

Candidato a personaggio dell'anno
Fedez (Foto LaPresse -Andrea Negro)

Accanto a questo, alla base del tuo ragionamento, c’è anche un tema generazionale. Fedez è un millennial e praticamente vive online. Nulla di quello che fa – a parte forse la cacca – rimane un segreto. È ovvio, lui mostra quel che vuole, ma mostra tanto e, di fatto, fa tanto. Inutile ricordare la sua iniziativa per il padiglione anti-Covid, solo per fare un esempio. E la nuova iniziativa per i lavoratori dello spettacolo di cui ha parlato nella risposta che ti ha mandato. E se posso immaginare che a te possa risultare incongruente, ciò accade anche per motivi appunto generazionali. A lui va di mostrare tutto quello che fa, dagli scherzi e le cazzate alla beneficienza. Perché dovrebbe eliminare dal racconto di sé questa parte? Se dovessimo scoprire che poi queste sue iniziative non abbiano sostanza è un’altra cosa ma finché ce l’hanno, evviva, che ne faccia sempre più, che prenda sempre più like.

E qui arriviamo all’ultimo punto. Che piaccia o no stiamo parlando di una persona che è in grado di influenzare i comportamenti di un numero molto alto di ragazze e ragazzi. E anche qui, come sopra, rispetto al tema generale, anche io provo un certo disagio. Mi piacerebbe vivere in un mondo in cui i rapper sono solo e sempre teste di cazzo divertenti e sfrontati e pazzi e chi ci governa sia equilibrato, sano di mente e devoto alla collettività. Perché ripeto, lo scambio dei ruoli, forse dal Live Aid in poi, tra gli artisti (drogati, trasgressivi, ricchissimi) che diventano ambasciatori di cause che è fin troppo evidente debbano essere difese – per esempio, appunto, la battaglia contro la fame nel mondo del Live Aid stesso, è un fallimento.

Come dice il grande critico musicale Simon Reynolds io vorrei che gli artisti mi facessero scoppiare la testa e i politici mi facessero ragionare. E non viceversa. E invece siamo messi così: i rapper tatuati danno il buon esempio e fanno cose concrete mentre i politici dimostrano ogni giorno di più di non essere all’altezza del loro compito.

Ecco qua; non voglio convincerti di niente ovviamente, né difendere Fedez che non ne ha bisogno. E che, bisogna ammettere, è piuttosto bravo quando dice: “posto che sono una merda, parliamo di quello che di buono questa merda sta facendo e vi invita a fare”. Non ci sono posizioni da difendere, né questo vuole essere una accusa nei tuoi confronti. Ti prego di prenderla come una riflessione, aperta, su quello che siamo e su quello che motiva le nostre azioni.

Potrebbe interessarti anche





[Fonte Wired.it]