Seleziona una pagina
domenica, Apr 30

L’horror nei classici, tra divinità assassine e mostri antropofagi | Wired Italia



Da Wired.it :

Nel suo saggio Danse Macabre, il Re dell’horror Stephen King scrive: “Il nocciolo della questione è che l’orrore esiste e basta, al di là di definizioni e razionalizzazioni”. Ed esiste da sempre, tanto che gli archetipi delle nostre paure più profonde si ritrovano nelle leggende delle civiltà antiche: per quanto riguarda noi Occidentali, l’orrore ha le sue radici nella cultura greca e latina, nel mito e nella tragedia.

Il mito: un catalogo dell’orrore

All’origine del mondo, secondo il mito Greco, ci sono divinità crudeli e spaventose, degne di un racconto di Lovecraft. Urano, dio primordiale, regna nel caos originario: suoi figli sono i Titani, che egli getta, appena nati, nel Tartaro, le viscere della terra, in catene. Fino a quando uno di loro, Crono, si ribella e lo evira. Crono non fu padre migliore: sapendo che i suoi figli lo avrebbero spodestato, li divorava appena nati. Solo Zeus si salvò, e con lui ha inizio un nuovo periodo, quello degli eroi, figli di uomini e dei, le cui storie non sono prive di risvolti horror. Su tutti il fortissimo Eracle. La sua fine fu tremenda, consunto dalla camicia avvelenata dal sangue del centauro Nesso.  La moglie, Deianira, tormentata dalla gelosia, l’aveva regalata al marito credendo di operare un incantesimo d’amore. Compreso l’errore, la donna si suicida, ed Eracle, bruciato dalla tunica, rimane in preda ad una dolorosa agonia, come racconta Sofocle nelle Trachinie: “Incollata ai fianchi, la tela mi ha divorato le carni fin nelle più intime fibre e mi succhia le vie dei polmoni, convivendo con me e dentro di me; si è già bevuta il mio fresco sangue.

Una fine immeritata per colui che aveva affrontato i mostri più spaventosi del mondo antico: l’Idra di Lerna, drago velenoso a nove teste; gli uccelli del lago Stinfalo, dalle penne di bronzo che trafiggevano i malcapitati delle cui carni poi si cibavano; Cerbero, il cane a tre teste ricoperto non da pelo, ma da sibilanti serpenti velenosi, orrido guardiano degli inferi. E tra i mostri il mito lascia spazio a quanto di più tremendo la fantasia umana abbia saputo concepire: Medusa, dalla testa irta di serpenti e dallo sguardo capace di pietrificare chi la incontrava; la Chimera, dal corpo di capra, dalla coda di drago e dalla testa di leone capace di sputare fuoco; le Arpie, “virginei volti di esseri alati, schifosissimo flusso dal ventre, artigli adunchi e sempre emaciate le facce per la fame” (Virgilio, Eneide). E se pensiamo alle Sirene come a bellissime donne dalla coda di pesce sbagliamo: per i Greci erano uccellacci dalla testa umana che “incantano con limpido canto, adagiate sul prato: intorno è un mucchio di ossa di uomini putridi, con la pelle che raggrinza” (Omero, Odissea).

Dai poemi alle tragedie: risvolti noir e horror puro

Come le Sirene, molti temi del mito passano nei poemi omerici: l’Odissea è una miniera di spunti per l’immaginario orrorifico. I Ciclopi, giganti spaventosi con un solo occhio, vengono descritti da Omero con dovizia di particolari e con il tocco sanguinoso dell’accecamento di Polifemo: “così ficcato nell’occhio del mostro il tizzone infuocato, lo giravamo; il sangue scorreva intorno all’ardente tizzone; arse tutta la palpebra in giro e le ciglia, la vampa della pupilla infuocata; nel fuoco le radici friggevano”.

Anche Scilla, il mostro marino, è descritta in modo preciso, mentre terrorizza i naviganti con i denti “pieni di nera morte” e sei lunghi colli a reggere ciascuno una testa spaventosa. Per finire la magia nera: Circe trasforma i marinai di Odisseo in maiali, dando loro “testa, voce e peli” di porci, ma lasciando intatta la mente e la capacità di percepire angoscia e orrore. E sua nipote Medea non è da meno. Nella tragedia euripidea, tradita da Giasone, Medea, maga potentissima, si vendica sulla rivale regalandole un diadema e una tunica intrisi di veleno: la giovane morirà fra atroci tormenti. Poi è il turno di Giasone, reo di averla tradita: Medea ucciderà i suoi propri figli per punirne il padre.



[Fonte Wired.it]