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venerdì, Gen 10

l’IA di Microsoft per proteggere i bambini


Project Artemis è il nome in codice attribuito da Microsoft a un nuovo strumento confezionato appositamente per la tutela dei bambini. Un tool che nasce dall’esperienza maturata sulla piattaforma Xbox e che stando a quanto reso noto potrà in futuro essere impiegato anche su Skype: si occupa di analizzare il contenuto delle chat alla ricerca di riferimenti che possono far ipotizzare l’esistenza di una minaccia.

Microsoft, Project Artemis per proteggere i più piccoli

Una volta che l’intelligenza artificiale ha individuato segnali d’allarme, le conversazioni possono essere prese in carico da un moderatore in carne e ossa per scongiurare il rischio che si tratti di un falso positivo ed eventualmente, nel caso di pericolo reale, intervenire avvisando le autorità o chi di dovere. Di seguito le parole di Courtney Gregoire, Digital Safety Chief del gruppo, utili per capire come si possa parlare di passo in avanti nella lotta agli abusi online sui più piccoli, senza però dimenticare che una soluzione definitiva per il problema è ancora ben lontana.

Project Artemis costituisce un significativo passo in avanti, ma non significa sia la panacea di tutti i mali. Lo sfruttamento sessuale e gli abusi, così come altre pratiche online che prendono di mira i bambini, rappresentano gravi problemi. Ad ogni modo, non siamo scoraggiati dalla complessità e dalle implicazioni legate a un argomento tanto delicato.

L’iniziativa è realizzata e portata avanti da Microsoft in collaborazione con The Meet Group, Roblox, Kik e Thorn. Una volta giunto alla sua forma definitiva il tool verrà messo a disposizione anche ai servizi di terze parti: la previsione è quella di farlo entro la metà di quest’anno.

A guidare il progetto è Hany Farid, già responsabile di PhotoDNA, uno strumento che si occupa di analizzare le immagini alla ricerca di abusi sui più piccoli con l’obiettivo di contrastare la piaga della pedopornografia online. Nel post di annuncio non viene fatto alcun riferimento alla tutela della privacy: ipotizziamo che il gruppo di Redmond ne abbia tenuto conto durante la fase di sviluppo avviata nel novembre 2018.



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